Capitolo 14

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La struttura che avevo idealizzato come castello si faceva sempre più avanti.

Il forte freddo era finito, o forse non riuscivo a sentirlo perché ormai mi ero abituata.

Il paesaggio attorno a me cambiò rapidamente: prima c'erano pini coperti di neve, mentre adesso grandi quercie piene di foglie verdi.

Il cavallo, che puoi riconobbi come unicorno rallentava ad ogni passo fino ad arrivare a un'andatura perfetta da poter riuscivo a vedere meglio quello che mi circondava.

Il castello era molto più vicino di quanto pensassi. Era color oro e rifletteva benissimo la luce del sole, quasi che mi dovette coprire gli occhi.
Emanava la stessa luce di quella di quando avevo aperto il libro che mi aveva regalato Charlotte.

Aveva due grosse torri ai lati. Sembrava più un castello medievale che quello delle principesse. Una piccola stradina di mattoni giallastri conduceva fino alla grande porta principale del castello.
Il paesaggio ospitava piccoli cespugli e tanti ma tanti fiori di ogni forma e colore.
Il prato sembrava ben curato e fresco.
Sì poteva sentire il cinguettio degli uccellini e fruscio del fresco venticello.

Il cavallo sembrava seguire la via di mattoni e portarmi al castello dorato.

Notai nell'aria mille e più puntini luminosi. All'inizio pensavo si trattassero di lucciole ma quando uno dei tanti puntini si poso sul mio braccio tirai un urlo che quasi caddi dal cavallo.

"AAAAAAAH."

Sul mio braccio c'era posato un piccolo esserino, non poco più alto di due centimetri. Sembrava un piccolo umano in miniatura, aveva un'aria femminile.
Con tanto di vestiti, capelli lunghi e persino un paio di ali come le farfalle.

"Ma cosa siete voi?"

Sventolai il braccio all'aria per togliermelo dalla pelle.

Il piccolo esserino mi morse con la sua piccola bocca com tanto di dentini affilati.

"AAH. Che male!"

Il piccolo esserino volò via lasciandomi una piccola bolla rossa sul braccio.

"Ma guarda cosa mi ha fatto." Mi dissi tra me e me massaggiando li la bolla rossa.

Il cavallo era ormai arrivato davanti al castello.
Io invece sventolavo le braccia in aria per non fare avvicinare quella specie di umani in miniatura al mio corpo. Non volevo rischiare un'altro morso.
Ma quelle specie di creature erano come le api; più gli davi fastidio e più la loro voglia di mordere cresceva.

Il cavallo si fermò.

Sì fermò proprio, come avevo intuito prima, davanti al grande portone dorato del castello.

Alzai lo sguardo perché il portone era alto almeno venti metri.
"Wow." Rimasi a bocca aperta ad ammirare il bellissimo castello che avevo davanti.

Il cavallo fece un nitrito per attirare la mia attenzione.

Capì quello che voleva dire quel nitrito e scesi dal cavallo.

"Grazie per avermi portata fin quì."

Accarezzai il cavallo sul dorso.
Distolsi lo sguardo dall'animale e mi concentrain su come entrare al castello.

Ma non ci voleva molto visto che le porte si aprirono da sole.

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