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Apro gli occhi impastati da le lacrime, mentre mi rendo conto di essere stato svegliato dallo strano suono prodotto dal vibrare del mio cellulare all'interno della borsa scolastica. Mi alzo piano dal letto, attento a non compiere movimenti bruschi con il busto, raggiungendo la borsa che avevo buttato per terra. Frugo all'interno fino a trovare il mio cellulare acceso sulla schermata di telefonata, con il nome Akiko scritto a caratteri cubitali. Sospiro e rispondo.

«H-hey Aki-»

«Tu brutto idiota! Perché cazzo non hai risposto per tutto il fottuto pomeriggio? Sei sparito da scuola e ti aspettavi davvero che non volessimo sapere cos'è successo?» mi interrompe lei, spaccandomi un timpano dal suo tono di voce.

«Scusa Akiko, sono stato male. Aspetta, hai detto "volessimo"? Tu e chi?» domando, rendendomene conto.

«Io e Chuuya-san ovviamente. Anzi, mi ha invitato a casa sua, e avevo ragione, sua sorella è proprio Ozaki Kōyō, la ragazza che faceva le elementari con me. E detto tra me e te, è diventata bellissima.» ridacchia.

«Chuuya si è preoccupato per me?» domando sorpreso.

«A quanto pare. Ma non è questo l'importante. Cos'è successo veramente con Fyodor?» chiede lei, improvvisamente seria.

«Sei sola?»

«Sì, sono in bagno.»

«Come sapevi di Fyodor?»

«Ho parlato con Sakaguchi-sensei, e ha detto di non aver parlato con te, né di averlo richiesto.»

«Comprendo. Beh, nulla di che, mi hanno solo trascinato nell'aria proibita dove il tipo, amico di Ivan, mi ha dato due pugni sullo stomaco e uno sul fianco, finché non ho vomitato, e mi hanno abbandonato lì, per essere poi ritrovato da un alquanto irritato custode.»

«Osamu, ma la situazione si è fatta ancora più grave, non lo capisci?» fa lei, sinceramente dispiaciuta per me.

«Lo so, ma sono io o Chuuya. E non voglio che Chuuya stia ancora male.»

«Osamu, dimmi la verità.»

Resto un attimo sorpreso.

«Ovvero?»

«Non avrai preso altre pillole, vero?»

Sospiro.

«Solo la pomata.» le mento.

«Ne sei sicuro? Non dirmi balle su questa cosa, ti prego.» mi supplica.

Mi fa male, ma non voglio farla preoccupare.

«È la verità, te lo assicuro.»

«Ok, e- Oh! Subito!» esclama a qualcuno da lei, prima di rivolgersi ancora a me «Senti, io ti lascio, però ora scambia due parole con Chuuya-san.»

«D'accordo...» faccio, mentre lei spegne la chiamata, arrivandomi subito dopo quella da Chuuya.

«Pronto?» domando, esitante.

«Perché sei andato via?» domanda lui semplicemente.

«Niente di grave, tranquillo, solo un brutto mal di stomaco.» rispondo, con tono falsamente giocoso.

«Non ti credo.»

«Ma è la verità!» provo ad insistere.

«Non ti credo, ma fa' come vuoi. Però domani vedi di tornare che ormai sei quasi pronto per quella fottuta interrogazione.» aggiunge, per poi chiudermi in faccia anche lui.

Sospiro, e proprio in quell'istante qualcuno bussa.

«Fratelloooneee!» urla una vocina femminile, e io apro la porta, trovandomi davanti una chioma di lunghissimi capelli biondo sole, due abbaglianti occhi azzurri, e un vestitino rosso. Mia sorella Elise, di 6 anni.

Se il mio cuore batte ~Soukoku~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora