Fyodor mi lascia andare, guardandomi con un sorriso malizioso, ma me ne frego di lui, bensì rivolgo il mio sguardo verso Chuuya, che ci guarda con gli occhi sgranati e il labbro che trema. Non ho il tempo di dire alcunché, che mi ritrovo a sputare sangue insieme ad un dente, rotto dal poderoso pugno che mi ha appena tirato sulla guancia.
«Stronzo! Bastardo! Pezzo di merda! Mi hai mentito, mi hai tenuto nascosto tutto, e per cosa? No aspetta, non voglio saperlo, taci! Taci e vai via! Va' a farti fottere! Vaffanculo Dazai Osamu!» urla, mentre Fyodor si incammina lontano da noi «Vattene!» esclama di nuovo, prima di tirarmi una sberla e correre verso casa sua, entrando e sbattendo il cancello e la porta. Mi volto e raggiungo Fyodor, voltandolo verso di me e prendendolo per il colletto.
«Cosa cazzo hai fatto?!» gli sbraito in faccia, mentre lui invece risponde con tutta calma.
«Mancava una sola piccola mossa per far lasciare la coppia che, come ormai avrai immaginato, era proprio la vostra.»
«Perché non ci lasci in pace, dannazione?!» faccio, scaraventandolo in là.
Lui sorride perfidamente.
«Perché tu mi hai abbandonato Dazai Osamu. Perché ci hai sempre fatto fare tutto il lavoro e poi, al minimo problema, ci hai lasciati. Io non perdono. O sei con me, o sei contro di me.»
Stringo le mani tremanti a pugni, tentato di mollargliene uno, ma poi una vocina nella testa, che assomiglia in modo terrificante a quella di Akiko, mi ricorda che se lo facessi poi rimarrei esattamente così come sono. Mi limito quindi a voltarmi, e a correre verso casa, la bocca ancora impastata di sangue.
«Osamu! Cos'è successo?» domanda la moglie di mio padre, appena mi apre la porta.
«Niente di grave. Sono caduto.» mento, e lei mi guarda dubbiosa.
«Fammi vedere.» dice seria, e apro la bocca, mostrandole il dente spaccato.
«Per fortuna è solo un molare, di quelli in fondo, non dovresti avere problemi. Per sicurezza di fisserò un appuntamento dal dentista, ma intanto va a sciacquarti la bocca con dell'acqua, solo dopo tu ed Elise andrete al parco.»
Faccio come mi ha detto, e vado a lasciare la borsa in camera mia, buttandola per terra. Mi volto, e mi trovo davanti mio fratello, posato con la spalla sullo stipite della porta.
«Cosa vuoi?» domando, in tono aggressivo.
«Non ti è piaciuta la sorpresa di Fyodor?»
«Quindi è di nuovo tutta colpa tua!» esclamo, avvicinandomi a fronteggiarlo «Ecco perché quel bastardo sapeva dove fossimo.»
Kyūsaku sorride.
«Perché mi odi così tanto?» gli chiedo, serio. Lui smette di sorridere, e chiude gli occhi per un momento, prima di rivolgermi un'occhiata gelida.
«Perché tu hai ucciso il fratellone Oda.» risponde, lasciandomi pietrificato, mentre sento le gambe tremare dal peso della mia coscienza.
«Non è vero. Non è stata colpa mia.»
«E invece sì. Se tu quella volta non avessi tentato di-»
«Fratellone! Sei pronto? Io ho voglia di gela-» fa Elise, salendo le scale, bloccandosi nel vederci fermi lì, sulla porta, e sentendo l'aria farsi tesa dalla pressione «Ciao fratellone Q, tutto bene? Di cosa parlate?» chiede, in tono innocente ma in qualche modo consapevole.
«Niente, non preoccuparti. Ho solo detto ad Osamu di fare attenzione la prossima volta che esce per certi luoghi di Yokohama, che non si sa mai.» risponde, passandole oltre «Divertitevi, e buon gelato!» esclama, entrando nella loro camerata a chiudendo la porta.
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Se il mio cuore batte ~Soukoku~
FanfictionLoro non si sono mai sopportati. Loro non si sono mai capiti. Loro non si sono mai veramente parlati... Due quindicenni, entrambi con pesanti carichi sulle spalle, che dopo anni di litigi, insulti, risse e incomprensioni, forse riescono a riappacifi...