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«Buongiorno Chuuya. Dormito bene?» mi chiede mia sorella, appena entro in cucina, stropicciandomi gli occhi impastati di sonno.

«Mah, neanche tanto.» sospiro.

«Come mai? Hai fatto un incubo?»

«Qualcosa del genere. Non me lo ricordo perfettamente, ma mi ha lasciato una brutta sensazione.»

«Con qualche biscotto potrebbe andar via.» fa lei, allungandomi una guantiera di piccoli biscotti decorati in mille modi diversi, dal cioccolato fondente, alle ciliegie, alla glassa, alla marmellata, allo zucchero a velo, agli Smarties

«Nee-san, li hai fatti tu?» domando, gli occhi luccicanti «Sono bellissimi!» ne prendo uno e lo assaggio «E anche buonissimi!»

Lei ridacchia.

«Ne sono felice.» 

In quell'esatto momento, suona il campanello. Mia sorella mi squadra per un secondo, decidendo di andare lei in quanto io sono ancora in pigiama, e si avvia alla porta, mentre io sbircio dal corridoio.

«Kōyō-san! C'è Chuuya-san in casa?» sento la voce di Akiko domandare, e resto turbato dal suo tono affrettato e dalla sua espressione sconvolta quando mia sorella la fa entrare. Si toglie rapida le scarpe e mi si avvicina.

«Chuuya-san!»

«Calmati Akiko-san. Prendi un biscotto, calmati un attimo, e poi dimmi cos'è successo.»

Lei sembra essere in lotta con sé stessa, ma poi acconsente. Afferra un biscotto con la glassa e si siede, mangiandolo rapidamente.

«Grazie Chuuya-san. Complimenti per i biscotti Kōyō-san.» 

Sospira.

«Ieri sera...è successa una cosa. Una cosa grave.» rimane alcuni istanti in silenzio, poi posa i gomiti sul tavolo e la testa sui gomiti «Dannazione! Sapevo che c'era qualcosa che non andava, se solo ci avessi parlato avrei potuto impedirlo!» si tormenta.

«Akiko-sa- No, Akiko. Smettiamola con questi onorifici. Se vuoi dirmi cos'è successo, fallo e basta.»

Lei mi guarda per alcuni istanti, e noto che ha le lacrime agli occhi.

«Osamu...si è suicidato.»

Sgrano gli occhi, ma resto in silenzio. Mia sorella ci si avvicina, posandomi le mani sulle spalle.

«È morto quindi?» domanda.

Akiko scuote la testa.

«Non lo so. Ho solo sentito mia madre parlarne con mio padre, lei e il padre di Osamu sono amici. A quanto pare, ieri sera la madre era andata in giardino con la sorellina a vedere i fuochi d'artificio, e nel momento esatto in cui c'è stato l'ultimo, ha sentito qualcosa di pesante cadere non molto distante da lei. Non ho idea di ciò che sia successo dopo, se non che hanno immediatamente chiamato un'ambulanza.» sospira «Non so se sia vivo.»

Le lacrime le scendono lungo le guance, mentre inizia singhiozzare.

«N-non so se s-sia v-vivo! Non s-so se il mio mi-migliore amico s-sia vivo o m-morto!»

Mia sorella toglie le mani dalle mie spalle, e si avvicina ad Akiko, abbracciandola.

«Va tutto bene Yosano, non preoccuparti. Se hanno chiamato l'ambulanza significa che non è morto sul colpo, quindi c'è ancora speranza.»

Mentre Kōyō cerca di consolarla, io mi alzo e me ne vado in camera mia, chiudendo la porta a chiave, facendo prima entrare Missy. Mi butto sul letto, e la cucciolona mi segue, lasciandosi accarezzare. Alzo il volto e guardo il soffitto.

Se il mio cuore batte ~Soukoku~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora