⚠️MENZIONI DI SUIC**IO E AUTO//, VIOLENZA⚠️
«Perché così non ti conoscerei. E io non voglio vedere la tua maschera: voglio vedere il vero te, il vero Dazai Osamu.»
«Non ti piacerà.» gemo.
«Chissà. Se non me lo fai conoscere, come posso saperlo.»
«Perché lo so io. Fidati, non mi vuoi conoscere veramente. E ora per favore, finiamo 'sta roba di biologia.»
Lui sospira, e si mette ad interrogarmi. Tra una molecola, un elettrone, un pigmento ed una proteina, le ore volano, e ci ritroviamo mezzi morti di studio sulle sedie.
«Non voglio più vedere una proteina in vita mia.» sbuffa.
«Allora non mangiare più carne né pesce.» rispondo.
«Non è giustooo.» si lamenta, e io scoppio in una risata liberatoria, finché non me ne rendo conto, e mi copro subito la bocca con le mani. Lui mi guarda sorpreso.
«Perché ogni volta che ridi veramente ti blocchi? La tua risata è bellissima.»
«Non dire cazzate.» borbotto.
«È la verità. Dai, fammi vedere che ridi.» dice con aria maliziosa, avventandosi su di me e cercando di farmi il solletico al collo e sotto le ascelle.
«No, no, smettila...Ho detto smettila!» urlo ad un certo punto mentre, in preda al panico, gli tiro erroneamente uno schiaffo.
Lui si ritira immediatamente, e mi guarda nello stesso modo di quando avevamo più piccoli, con le lacrime agli occhi.
«Scusa, non volevo. Io...io non volevo, io-»
«Meglio se ora vai, ormai è tardi.» mi interrompe, portando una mano in avanti, a bloccarmi.
«Hai ragione.» rispondo solamente, raccogliendo in fretta le mie cose. All'ingresso, infilo rapido le scarpe, e mi volto ancora una volta verso di Lui, che mi ha seguito fino in corridoio.
«Buona notte.» faccio, e non ricevendo risposta, apro la porta, e corro fuori, mentre in strada iniziano ad accendersi i lampioni.
«Hey, dove vai? Dov'è tuo padre?» domanda Kōyō-san, aprendo il cancello. Io la supero in silenzio, mentre iniziano a scendermi lacrime lungo gli occhi.
Ho rovinato tutto.
Come sempre ho mandato tutto a puttane.
Perché non do ascolto a mio fratello ogni tanto, e la faccio finita? In fondo, a chi mai potrà dare dispiacere la mia scomparsa?
"Ad Akiko," dice una voce nella mia testa "Elise, la tua matrigna e pure tuo padre. Forse anche a Sakaguchi-sensei."
Sì, come se ad un professore importasse veramente dello studente problematico della classe.
«Ma guarda un po' chi c'è...» dice qualcuno, afferrandomi per il colletto e trascinandomi in una viuzza.
«Lasciami! Lasciami andare!» urlo, prima di venire silenziato da un pugno.
«Eddai, non ti ricordi di me? E sì che ci siamo visti solo ieri.»
Alzo lo sguardo, e riconosco l'amichetto robusto di Ivan. Alexander mi sembra. Intorno a lui, altri due ragazzoni.
Proprio in quel momento, oltre al danno pure la beffa, inizia a piovere. E io sono in maniche corte.
Merda.
«Noi ci annoiamooo.» si lamenta Alexander.
«Io no.» rispondo gelido.
«Ma gli amici si aiutano, o sbaglio? E ora tu ci aiuterai a far passare la noia!» esclama, e proprio in quel momento uno dei due tipi mi pianta un ginocchio sulla schiena, costringendomi e cadere sulle mie ginocchia, e a farmi prendere a pedate in faccia dall'altro, finché il mio volto non diventa irriconoscibile e inizio a sputare sangue. Solo allora Alexander mi pianta un pugno nello stomaco che, assieme agli altri lividi, mi lancia una stilettata tale da farmi gridare per un attimo. Loro ridono, e ricominciano a prendermi a calci, pure sulla schiena, finché le parole non scivolano da sole fuori dalla mia bocca.
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Se il mio cuore batte ~Soukoku~
FanfictionLoro non si sono mai sopportati. Loro non si sono mai capiti. Loro non si sono mai veramente parlati... Due quindicenni, entrambi con pesanti carichi sulle spalle, che dopo anni di litigi, insulti, risse e incomprensioni, forse riescono a riappacifi...