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Quel giovedì e venerdì di ottobre trascorrono in fretta, con Akiko che sta cercando di evitare che io parli con Chuuya per non ferirlo in qualche modo, e Fyodor che ha già preso l'abitudine di aspettarmi subito fuori dalla porta della mia aula. Mi porge il braccio, io devo prenderlo, e poi giriamo per la scuola, fingendoci buoni amici, finché non suona la campanella e lui mi riaccompagna in classe. Lo detesto.

«Fratellone, guarda che ti sta squillando il telefono.» sento dire mia sorella, mentre mi accorgo che effettivamente è vero. Alzo la testa dal tavolo da pranzo sul quale mi stavo addormentando, e prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni. Per poco non sobbalzo nel leggere il nome del contatto.

«Pro-pronto?» rispondo, esitante.

«Domani vuoi venire da me?» chiede Chuuya, diretto come suo solito.

«A fare cosa?» faccio, sorpreso.

«Guardare un film? Giocare a carte? Boh non so, mia sorella è via per lavoro tutto il weekend, e mi annoio. Se vuoi restare a dormire ancora meglio, mi sentirei più sicuro.» aggiunge, dopo le proposte.

«Ora...ora chiedo.» rispondo, mettendo un attimo la conversazione in muto e voltandomi verso mio padre.

«Senti, non è che domani potrei-» inizio, e lui mi interrompe subito.

«Va bene, basta che questa volta non chiami per farti venire a prendere e ti ritrovo con la febbre.» risponde, severo ma sorridendo.

«Grazie padre.» faccio, riattivando il microfono della telefonata e rispondendo positivamente all'invito di Chuuya.

«Ti aspetto davanti a casa mia alle 15 e mezza, non ritardare. Ciao.» mi fa, e saluto anch'io.

«Osamu ha un appuntamento, dunque.» fa mio padre, appena metto giù la chiamata.

«Papà, è solo un mio compagno di classe.»

«Molto affettuoso come compagno di classe. Da quell'abbraccio l'altra mattina sembrava davvero molto felice che tu fossi tornato a scuola...»

«Madre!» esclamo, e i due scoppiano a ridere, mentre Elise inizia a cantare una qualche canzoncina sdolcinata. Kyūsaku invece mi fissa con il suo solito sguardo malandrino, e improvvisamente ricordo che oggi dovrei nuovamente essere io a sistemare le stoviglie della cena con lui.

«Sono molto stanco, credo andrò a letto. Elise, puoi fare le faccende al posto mio?» 

«In cambio di?» domanda lei, guardandomi con aria corrucciata.

«Domenica pomeriggio ti porto al parco giochi e a mangiare il gelato.» mi invento; almeno il gelato viene meno dei soliti 1000 yen che le sborso, e lei sembra altrettanto felice, quindi tiro un sospiro di sollievo, e me ne vado in camera.

Mi metto in pigiama, mentre penso alla conversazione avuta ieri mattina con Akiko. Probabilmente ha ragione, probabilmente mi sto comportando come un egoista. Però non mi va di essere preso nuovamente a pugni e calci, e se Fyodor vuole fare bella figura allora il suo "fidanzato" è meglio che non sia ricoperto di lividi, quindi conoscendolo avrà impedito a quell'Alexander di picchiarmi di nuovo finché non avremo finito con questa farsa. Mi dispiace per Chuuya, ma finché è convinto che io debba solo fare da amico, allora non dovrebbero esserci problemi; so bene che Akiko non andrà a spifferare alcunché.

Mi butto sul letto, cercando di allontanare dalla mia mente i pensieri che stanno giungendo dalla mia coscienza, che sento sporcarsi sempre di più, finché finalmente non mi addormento.


***


«Fratellone! Fratellone! Svegliati, è tardi!» esclama la voce di Elise, risvegliandomi dall'incubo in cui ero sprofondato. Mi metto a sedere lentamente, sbirciando l'ora sul cellulare.

Se il mio cuore batte ~Soukoku~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora