Vengo svegliato da un insistente bussare alla porta, e da una fastidiosa vocina.
«Fratellone! Sei in ritardo! Svegliati!»
Mi ci vuole un po' per capire cosa succede, ma quando finalmente realizzo, capisco di essere nella merda. La sveglia del mio cellulare è stata disattivata, probabilmente da Kyūsaku ieri sera, e sono le 8.10, il che significa che la scuola apre la dieci minuti. Per poco non mi ribalto giù dal letto, mentre cerco di raggiungere la divisa spiegazzata del giorno prima, buttata casualmente sulla sedia della scrivania. Nel ciò però, i lividi sull'addome decidono di farmi male, quindi mi svesto rapido dal pigiama e indosso il primo paio di boxer nel cassetto, seguito dai calzini, i pantaloni e la camicia, prima di buttare giù altre due pillole di antidolorifico e afferrare la giacca della divisa e la borsa, aprire la porta, richiuderla a chiave, e fondarmi giù dalle scale, mancando per poco mio fratello nel tentativo di raggiungere la cucina.
«Buongiorno Osamu, ben svegliato.» ridacchia la moglie di mio padre, porgendomi la scatola con il bento «Spero ti possa andare bene.» dice sorridendo.
«Qualunque cosa sia, sono convinto andrà benissimo, grazie!» esclamo, infilandola rapido nella borsa, prima di correre all'ingresso ad infilare le scarpe.
«Buona giornata!» mi augura, mentre fuggo rapido in strada, mettendomi a correre nonostante le fitte all'addome, fino a casa di Akiko, dove lei però non c'è. È allora che mi rendo conto di non avere il cellulare.
Merda.
Questa giornata è iniziata proprio di merda.
Raggiungo per un pelo la scuola, infilandomi nell'ultimo spiraglio aperto del cancello, beccandomi gli strilli indignati di Margaret-san, mentre continuo a correre. Una volta dentro, raggiungo rapido gli armadietti e infilo le mie uwabaki, per poi affrettarmi in classe.
«Buon...buongiorno...» ansimo, aprendo la porta e subendo gli sguardi indignati del professore e dei miei compagni, recandomi poi rapido al mio banco, ignorando totalmente le occhiate interrogative di Akiko.
Cerco di seguire le lezioni il più possibile, consapevole di non essere indietro solo con biologia, ma anche con altre materie, finché finalmente non suona la campanella. Mi butto all'indietro sullo schienale della mia sedia, chiudendo gli occhi stanchi. Improvvisamente, uno stridio di sedie spostate accanto a me, apro un occhio, e mi ritrovo a pochi centimetri il volto corrucciato di Akiko.
«Ah!» esclamo, spingendola delicatamente via da me.
«Il signorino si è finalmente degnato di svegliarsi.» si lamenta, sedendosi sulla sedia che si è avvicinata. Di fronte a me invece, dall'altro lato del banco, si è seduto Chuuya, con uno sguardo indagatorio.
«Allora? Perché oggi eri più in ritardo del solito?» domanda Akiko.
«La sveglia...mio fratello ha disattivato la sveglia...» sbuffo.
«Hai un fratello?» domanda Chuuya.
«Sì, Kyūsaku Yumeno, di dieci anni, un vero rompipalle, ci odiamo a vicenda, ma almeno c'è mia sorella Elise, di sei anni. Almeno con lei vado d'accordo.» racconto.
«Siete entrambi da famiglie numerose.» nota Akiko «Osamu è il maggiore di tre fratelli, mentre Chuuya-san ha due fratelli maggiori e una sorella minore...io invece non ho nessuno, solo un cugino.» si lamenta poi.
«Parli di Ranpo-kun?» le domando, e lei annuisce.
«Chi?» fa Chuuya.
«È uno di seconda, il vicepresidente del comitato studentesco-» spiego, prima di venire interrotto da Akiko.
STAI LEGGENDO
Se il mio cuore batte ~Soukoku~
FanfictionLoro non si sono mai sopportati. Loro non si sono mai capiti. Loro non si sono mai veramente parlati... Due quindicenni, entrambi con pesanti carichi sulle spalle, che dopo anni di litigi, insulti, risse e incomprensioni, forse riescono a riappacifi...