Capitolo 17; Do we get what we deserve?

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                                       Isabella's POV
Tutto questo non ha senso, guardo il mio cellulare incapace di capire come possa essere Adam il bambino della foto che per anni ho tenuto nel mio portafoglio nella speranza che un giorno i miei genitori si decidessero a dirmi la verità.

Pensieri confusi di tutte le nostre discussioni mi vengono nuovamente in testa.

<<Mamma chi è questo bambino?>>

<<Non ricordo il suo nome tesoro, era uno dei tuoi tanti amici a New York>>

<<Papá c'è una data dietro, era la mia festa di compleanno, davvero non ricordi chi è?>>

<<No amore mio, avevi così tanti amici che sarebbe davvero impossibile ricordare tutti i loro nomi>>

<<Perchè ho solo una metà della foto?>>

<<Deve essersi rovinata durante il viaggio per ritornare qui a Londra piccola mia>>

Guardo la foto che adesso è sul mio letto,  mentre si prende gioco di me, come ho fatto a non riconoscerlo?

Adesso vedo la somiglianza, i suoi occhi verdi sono identici, anche se nel passato avevano una luce diversa, erano più felici.

Vedo che il mio telefono continua ad illuminarsi a causa dei messaggi che Kiara e Victoria stanno mandando sul nostro gruppo, anche loro sono sotto shock proprio come me.

É per questo che lui è qui?

Lui ha sempre saputo chi sono?

Mille domande si formulano ma io non ho le risposte, non so cosa rispondere, nemmeno ad una.

Continuo a guardare gli articoli che vengono pubblicati sul mio conto, sono tutti accompagnati da foto fatte di nascosto da chissà quale paparazzo in tutti i momenti anche se brevi che sono stata in compagnia di Adam.

Parlano di lui, di suo padre gangster, della madre finita in psicoterapia per anni, di Evie.

Sua sorella.
Non sapevo che fosse morta.

Ho ricordi confusi della ragazza, era più grande di noi, i suoi grandi occhi verdi proprio come quelli di suo fratello, il suo sorriso rassicurante.

Ma nonostante mi sia sforzata per anni, non riesco a ricordare più nulla della loro famiglia, avevo solo tre anni quando tornai a Londra per stare più vicina ai miei nonni materni.

I miei genitori non avevano mai parlato di trasferirci nuovamente in Gran Bretagna, la partenza è stata qualcosa di repentino, ma mi hanno sempre detto che era colpa del loro lavoro.

Le sedi principali dell'azienda della mia famiglia si trovano tutte qui e per papà era diventato difficile gestire tutto da New York, dunque mi avevano detto che sarebbe stato meglio per noi tornare.

Mamma e papà hanno vissuto per quindici anni negli Stati Uniti, io sono nata lì, ma tutti i miei ricordi li ho qui.

Mi sono sempre chiesta se stessi dimenticando qualcosa di importante, guardando la foto di quel bambino senza identità, mi sono sempre risposta che senza dubbio c'era qualcosa che mi sfuggiva ma non ero mai riuscita a ricordare niente, nemmeno il suo nome.

Adesso, so chi è sembra assurdo e non ci crederei se non ci fosse una foto di Adam da bambino su tutti i giornali dove è uguale a quella che ho io.

Continuo a stare ferma senza sapere che fare non rispondo alle mie amiche, aspetto solo che il tempo scorra mentre io resto immobile a guardare come gli articoli diventano sempre di più, mentre lo sguardo di Adam nella foto sembra farsi beffa di me.

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