Capitolo 19; Father tell me, do we get what we deserve?

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Isabella's POV
Guardo il muro davanti a me, mi limito a fare ciò mentre gli altri parlano.

Non fanno altro che discutere, sono giorni che va avanti così e la mia testa sta per esplodere, Axel continua a ripetere qualcosa ma come sempre faccio solo finta di ascoltare e mi estraneo dal mondo a me circostante.

Negli ultimi giorni il mio mondo ha smesso di essere mio, i miei genitori sono diventate le ultime persone sulla faccia della terra che voglio vedere. Poco a poco sto accettando l'idea che probabilmente dovrò sposare Adam, di certo la notizia non mi fa fare i salti di gioia nemmeno adesso che ho assimilato un po' la situazione, ma almeno posso dire di non essere disgustata dal ragazzo.

Lo so, alla fine dovremmo sposarci, è ovvio che i Colombo e i Gambino non si limiteranno a volere i soldi che hanno investito su me ed Adam e quindi la nostra unione ci sarà con le buone o con le cattive. Sto iniziando a mettere il cuore in pace sotto questo punto di vista. I ragazzi stanno facendo un grande lavoro ma probabilmente ciò non sarà sufficiente.

La mia emicrania si fa sempre più forte, chiudo gli occhi cercando in tutti i modi di non dimostrare debolezza, l'insonnia non mi ha lasciato scampo in questi giorni, ogni volta che appoggio la testa sul cuscino e provo a trovare respiro dormendo non ci riesco, è come se per tutta la giornata il mio cervello fosse spento e poi improvvisamente si azionasse, non smette di pensare e dipingere scenari orrendi sul mio futuro. Prendo dalla mia tasca senza farmi vedere da nessuno la mia scatola dei medicinali e prendo una pastiglia per far in modo che il rimbombo nella mia testa si affievolisca.

<<Isa tutto bene?>> la voce di Victoria arriva lontana alle mie orecchie

Bene,non so nemmeno più cosa voglia dire questa parola.

Apro gli occhi e annuisco dicendo:<<sì non ti preoccupare è solo mal di testa>>

Le mie amiche mi guardano, sanno che non è solo una semplice mal di testa, soffro di emicrania da quando ero adolescente, quando il carico di stress si fa insopportabile per il mio corpo è quando gli attacchi ritornano.

<<Perché non riposi un po'? Potresti stare nella mia stanza>> mi dice Serafina mentre mi guarda con un po' di preoccupazione

Siamo al locale, i ragazzi ci hanno chiamato qui quando hanno esplicitamente detto che sarebbe stato meglio vederci al bar per questa volta.

Io nego con la testa e basta mentre cerco di mettermi al passo con la loro conversazione, tutti continuano a chiarire aspetti economici e piani attuabili in maniere diverse ma io ritorno a perdermi nei miei pensieri.

È assurdo come in così poco tempo la mia vita sia stata messa sottosopra da una misera notizia. Tutto quello che concepivo come un incubo ad occhi aperti è diventato realtà, chiudo nuovamente gli occhi quando il dolore persiste, forse dovrei accettare la proposta di Fina.

Sento uno sguardo su di me che noto spostando i miei occhi essere Adam che mi guarda con un accenno di preoccupazione.

Gli dedico mezzo sorriso sghembo, ma il suo cipiglio preoccupato rimane immutato.

Mentre tutti continuano a parlare la stanchezza accumulata in questi giorni torna a farsi sentire, i miei occhi sono pesati così come la mia testa che non smette di pulsare, il mio corpo vorrebbe solo rilassarsi per un po'.

Avrei dovuto accettare la stupida proposta per un po' di riposo, ammesso che io riesca a chiudere i miei occhi per più di dieci minuti senza sognare scenari della mia vita che va a rotoli ben peggiori di questo. Sarebbe un fottuto sogno.

<<Potrei usare il bagno?>> chiedo e tutti mi guardano, forse sono le prime parole che dico spontaneamente negli ultimi giorni

<<Sì certo, sali le scale e usa quello di casa, appena entri la seconda porta a sinistra>> dice Michael, annuisco semplicemente e poi vado in direzione delle scale

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