8. Occhi chiusi

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Il dolore martellante nella testa è il primo buongiorno per Simone; poi realizza, immobile sul letto come se qualsiasi movimento potesse farlo svegliare davvero e far finire quello che gli sembra uno stupido sogno.
Ma Manuel è davvero accanto a lui, e non solo: è rannicchiato, con un braccio attorno al suo corpo e uno piegato sotto se stesso, con la mano che sbuca e stringe i lembi della maglietta di Simone.

Il miagolio di Nala gli fa ruotare gli occhi, e quel musetto bianco sbuca tra di loro, quasi sulla faccia di Simone che sorride nonostante sia consapevole del fatto che tutti i tentativi di restare immobile e in silenzio perdono di efficacia.

Infatti Manuel si sveglia, lentamente, osservando la situazione attorno a lui. Molla la presa dalla t-shirt dell’altro e sposta anche il braccio con cui lo circondava nel sonno, facendo ricadere la mano sul viso della gatta.

“Io te voglio pure bene, ma sei mpo’ na scassapalle…”

“Ora ci parli anche tu, quindi…”

“Sai com’è… andando con lo zoppo…”

Si sente strano, Manuel. Per quanto stia cercando di fingere che sia tutto normale, una situazione simile per lui non è affatto normale e da un lato si stupisce di se stesso. Guarda Simone, non sa cosa dire. Hanno dormito insieme, l’ha abbracciato per tutta la notte, e questo è già un qualcosa di incredibile.

“Grazie per stanotte…”

Anche Simone lo guarda, con un’espressione ebete mentre lascia scivolare Nala giù dal letto e si gira meglio verso di lui
Sono vicini, forse più di quanto lo siano stati durante la notte.

“Figurati…”

“Ogni tanto faccio cazzate come quella di ieri sera”

“Hai solo bevuto un po’ troppo, niente di grave…”

“Intendo anche la sceneggiata. Non lo so cosa mi fosse preso, non ne avevo il diritto”

“Non è successo niente, Simò…”

Simone annuisce, pensando bene a cosa vorrebbe dire. Non sa se riprendere il discorso di poche ore prima o lasciar scivolare tutto. Sicuramente vorrebbe con tutto se stesso baciarlo, e il suo corpo gli sta mandando chiari segnali per questo.

Non c’è mai stato nessuno con cui lui abbia provato un’attrazione simile, e l’idea di doverla reprimere lo fa stare fisicamente male.

“Mi dispiace per la questione di Chicca… se non avessi bevuto non avrei avuto quella reazione”

“Dici? Secondo me hai bevuto proprio dopo quella reazione…”

Si sente colpito nel segno, ma Manuel sorride e allora si tranquillizza. Si arrende, più che altro, al fatto che è trasparente come nessun altro.

“Mi dispiace…” sussurra ancora. “Ho provato a non farlo succedere, ma non è facile se sei sempre davanti ai miei occhi”

Questo è il momento in cui Manuel vorrebbe chiedergli cosa non avrebbe voluto far succedere. Che cosa è successo? Si è innamorato di lui?
Non crede che i sentimenti di Simone siano così avanti, ma se provano la stessa cosa vuol dire che quantomeno entrambi si piacciono e non poco.

I respiri pesanti lo dimostrano, così come il battito cardiaco accelerato di tutti e due mentre Simone si avvicina con il suo viso. Non smette mai di guardarlo, non chiude mai gli occhi. Quel tipo di sfrontatezza Manuel non se l’aspettava, ma l’accoglie perché lo vuole anche lui.

Accoglie quel bacio, prima lento  e delicato. Gli sembra un sogno, il fatto che gli piaccia così tanto.
Porta una mano sul viso di Simone, l’accarezza dolcemente e chiude gli occhi.

Niente di più [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora