12. Profumi, vecchi odori

949 79 30
                                    

Manuel è crollato. Sarà stato il modo in cui ha pianto, il modo in cui ha assimilato tutta la tensione prima di parlare con Simone o il fatto di aver scaricato via gran parte del peso che portava addosso.

Ora dorme sul letto, rannicchiato tra quelle braccia che gli sono sembrate confortevoli e sicure; Simone lo guarda sveglio e con una mano leggera passa le sue dita sul suo viso. Lo sfiora appena, mentre osserva ogni suo respiro e la sua pelle tirata dal pianto di poco fa.

Lentamente sfila il suo braccio da sotto il suo corpo, attento a non svegliarlo, e va a chiudersi in bagno per una doccia che gli sembra liberatoria.
Per un attimo si è spaventato, nonostante a Manuel non l’abbia detto. Non conosce ancora tutta la verità, ma quel poco che sa gli è bastato per rendersi conto che non è sufficiente pronunciare belle parole o fingere che tutto vada bene per andare avanti; se vuole stargli vicino, se vuole qualcosa da lui e con lui, deve rivalutare ogni condizione ed essere disposto a farlo.

Sorride dolcemente, appena si siede sul letto dopo la doccia e vede Manuel aprire gli occhi.
“Profumi.” Sbiascica, ancora assonnato.

“Ho fatto la doccia. Menomale che profumo…”

“Sì, parecchio. Ma che ore sono?”

“Le 22. Hai fame?”

“Non molta, però possiamo mangiare qualcosa insieme, se ti va e non hai impegni…”

Un impegno ce l’aveva, ma l’ha completamente dimenticato. Se n’è accorto quando gli sono arrivati cinque messaggi da parte di un ragazzo; era sul letto con Manuel, abbracciato a lui che dormiva, e tutto il resto gli è sembrato potesse e dovesse passare in secondo piano. All'improvviso niente avrebbe potuto risultare più importante di lui. Una verità che già conosceva, ma che era riuscito a mettere da parte per il puro gusto della ripicca.

“Nessun impegno. Se andiamo giù preparo qualcosa, altrimenti se preferisci usciamo un po’”

“No, va bene stare a casa stasera. Poi, magari per domani potrei invitarti ad un appuntamento. Sempre se vuoi…”

Simone sorride, in modo più rilassato rispetto a prima, e finge di pensarci a quella proposta. “Dai, sì. Potrebbe andare bene…”

Sorride anche Manuel, alzandosi con la schiena e raggiungendo il suo viso a pochi centimetri di distanza. Gli guarda gli occhi, le labbra, e si sente in un vortice di emozioni.
Si avvicina di più, poggia le sue labbra su quelle di Simone; le schiude appena, ma l’agitazione che prova è dettata solo dal fatto che ha davvero bramato questo momento per tanto tempo. Lo sa, lo ha capito perfettamente che Simone non azzarderebbe  un movimento di troppo con lui, e questo lo tranquillizza enormemente.

È  un bacio lento, le lingue si sfiorano ma con dolcezza, e quando Manuel si stacca da quel bacio si lascia andare con la fronte contro quella di Simone. Sorride, soprattutto quando quest’ultimo sposta l sua testa per lasciargli piccoli baci sul naso e sugli occhi. Vorrebbe trasmettergli solo il fatto che può fidarsi di lui, che non gli farebbe mai del male, che riuscirebbe a controllarsi sempre.

Manuel lo sa, non ha mai pensato che Simone potesse essere un mostro; è però convinto del fatto che nessuno al mondo riuscirebbe a controllarsi per troppo tempo, e che a un certo punto si sentirà quasi in dovere di dimostrare qualcosa. Fiducia, più di ogni altra.

“Non dire niente a tuo fratello, per favore…”

Sono in piedi davanti la porta della stanza, pronti per scendere giù e cenare insieme.

“Non gli dirò niente, stai tranquillo”

“Lo so che ti chiedo una cosa enorme e che Jacopo meriterebbe la verità da parte mia, ma in questo momento sei la prima e unica persona a cui ho sentito il bisogno di dirlo”

Niente di più [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora