15. Triste che piova quand'è festa

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Jacopo avrebbe voluto dare una festa in villa per ferragosto, ma Simone gliel’ha vietato senza possibilità di cambio idea. 

“Non esiste. A casa nostra non si fa niente”, gli aveva detto dieci giorni prima, mentre il suo gemello lo guardava supplichevole. 

Il ruolo di Manuel era stato totalmente inutile, imparziale perché entrambi i fratelli l’avrebbero preso come bersaglio se si fosse schierato. Allora era rimasto lì a guardarli, a ridere per la loro discussione e a cercare poi soluzioni alternative. 

Quella migliore per tutti è stata una villa con piscina da prendere in affitto, e anche lì Jacopo se ne era lamentato perché “Ce l’abbiamo gratis, una villa. Perché dobbiamo pagare per affittarla due giorni?”. 

E Simone, sempre più categorico, gli aveva risposto nell’unico modo possibile per farlo stare zitto: “Perché queste cose finiscono sempre con gente sconosciuta in giro e io non voglio gente che vomita in casa nostra né tantomeno gente che scopa in qualche angolo della casa o sul mio letto”. 

E di gente che vomita, effettivamente, ce n’è troppa. 

Nonostante non sia casa sua, Simone ha lo stramaledetto vizio di preoccuparsi sempre e di assicurarsi che niente venga distrutto. Un peso del genere a Villa Balestra gli avrebbe rovinato l'intera giornata. 

Il caldo a Roma è asfissiante, nemmeno l’enorme piscina riesce a rigenerarli come si deve, perché appena mettono piede fuori tornano a sentire caldo. L’atmosfera però è bella, la musica è alta, le collane hawaiane portate da Chicca sono al collo di tutti e i drink sono schifosi come in ogni festa fai da te in cui vengono mischiati ingredienti ad occhio.

Chicca, che durante l'ultima festa gli aveva procurato una preoccupazione non indifferente, adesso lo fa ridere tantissimo. Ha capito che tra loro non c’è niente, che sono stati insieme per poco molti anni prima e che lei è così espansiva con tutti, ormai anche con lui nonostante Simone non ami troppo il contatto fisico estremo. Invece lei ti scuote, ti salta addosso, ti bacia sulla guancia e urla. 

Urla sempre. “Ma perché urla?” Jacopo la guarda da lontano, dopo essersi affiancato a suo fratello e Manuel che di tutta risposta ridono. 

“Perché è così. O la ami, o la odi.” Risponde Manuel. 

“Allora, sinceramente potrei amare qualcosa… forse gli occhi?”

“Sì, sicuramente gli occhi…” Simone storce i suoi, dandogli una spallata che lo fa spostare e ridere. 

“Ma che ho detto?”

“Sei pessimo. E sei proprio un maschio…”

“Ci leggo del disprezzo, nella tua voce”

“Allora sai leggere!”

“Ma che ho fatto, adesso?”

“Niente, ma hai la bava dalla bocca. Potresti almeno avere un po’ più di ritegno. Non vorrei ti scambiassero per me e pensassero che sono io il morto di figa che impazzisce in una festa in piscina con costumini volanti”

“No, tranquillo. Sono troppo simpatico per essere scambiato per te! Soprattutto da quando frequenti questo, sei peggiorato…”

“Ao! Questo a chi?” interviene Manuel.

“A te! Se non ti dispiace vado ad approfondire le mie conoscenze…”

“Eh, vai… approfondisci.”

“Non mi dici quelle frasi solite tipo -Fai soffrire la mia amica e ti spezzo le gambe-?”

“No, ma va… al massimo è Chicca stessa che te le spezza se la fai soffrì. Non c’ha bisogno de me!”

Niente di più [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora