“Ciao mà…”
Anita non si aspettava di trovarlo a casa al suo rientro, ormai rassegnata al fatto che suo figlio stia vivendo una vita parallela di cui lei sa poco e niente.
“Ah, te sei fatto vivo”
Manuel sospira, avvicinandosi a lei. Si sente in colpa, si è reso conto di aver davvero perso completamente la testa dietro la sua relazione con Simone. In senso positivo, certo, ma per giorni consecutivi è stato come se nient’altro esistesse per lui.
“Scusa… so sparito, però t’ho avvisato sempre, quando non tornavo a dormì”
“Sì, tutte le sere da una settimana a sta parte”
“Mi dispiace. Però sto bene, non sto nei casini. Lo so che l’hai pensato…”
“No, non l’ho pensato invece. So tu madre, te conosco come le tasche mie”
Lo guarda alzando una mano verso di lui, verso il suo viso. Avrebbe voluto mantenere l’espressione di disappunto per più tempo, ma Manuel è tutto ciò che gli è capitato di bello nela vita e non riesce a contemplare un’esistenza in cui non siano la madre e il figlio che si era sempre ripromessa: incasinati, ma sempre uniti.
“Dov’è che dormi, quindi? Chi sarebbe st’amico?”
“Jacopo. L’hai conosciuto. I genitori vivono all’estero…”
“Mh. E che me devi di? Che te trasferisci?”
“No, ma va… quello no. Però penso che dormirò spesso lì”
“Ok. E poi?”
“E poi c’è una persona”
Anita lo guarda, cerca di capire dal solo sguardo cosa vorrebbe dirgli. Non crede di aver mai visto suo figlio in imbarazzo, anzi è sempre stato lui a volerla imbarazzare di proposito spesso e volentieri. Sorride, resiste.
“State insieme?”
“Chi?”
“Tu e Jacopo”
“No, sei matta? Oddio, no… Jacopo è un amico”
Sua madre sta per rispondere, ma lui la precede e inizia a parlare come una mitragliatrice. Inarrestabile. “Però io e suo fratello sì. Cioè, è il suo gemello. Se chiama Simone, è uno a posto, ce vogliamo bene e te volevo di che so felice e che puoi sta tranquilla. Che lo so che t’ho fatto preoccupà tante volte, ma ho messo la testa a posto. E lo so che ho esagerato, nell’ultimo periodo, ma tu sei peggio de me quando te innamori. Diventi na ragazzina. E io me so rincoglionito, mà, però te prometto che torno a casa più spesso e stiamo insieme. Me sento veramente in colpa, so stato un coglione. Lo sai che faccio le cose senza pensare alle conseguenze, che-” Anita lo ferma, con una mano delicata davanti alla sua bocca.
“Va bene, Manuel… stai tranquillo. Non è successo niente”
“Me dispiace. È che è l’inizio, sto un po’ in un altro mondo…”
Riceve un sorriso come risposta, un sorriso che si aspettava ma forse non così.
“La finirai mai di avere il terrore di deludermi?”
“Non lo so. Non credo. Me sentirò sempre in debito co te…”
“Mh…” lo scruta, per poi abbracciarlo dolcemente. “Allora facciamo così: se diventi ricco, famo che me campi tu e accetto. Per il resto, io sto a posto così…”
“Non intendevo in debito coi soldi, mà…”
“Lo so, infatti sto a posto così in generale. Mi basta sapere che sei cresciuto come avrei voluto crescessi. Nun te volevo perfetto, te volevo felice, onesto e intelligente. Poi che c’hai na faccia da culo va bene lo stesso, me so rassegnata quando eri piccolo”
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Niente di più [Simuel]
Fiksi PenggemarQuando lasciarsi amare sembra un'impresa perché tutto ciò che vedi di te stesso non ti piace. "In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore".