“E allora lo vedi che sei meno cinico di quello che vuoi far sembrare?”
Simone è appena rientrato a casa dopo un aperitivo con dei colleghi di università e la scena che si trova davanti lo fa sorridere d’istinto perché Manuel è sul divano con Nala in braccio. Jacopo è accanto a lui e ride, seguendo con lo sguardo la gatta che scende immediatamente dal divano per raggiungere la persona che lo ha accudito per anni e che da una settimana è tornata a dargli vitto e alloggio come fosse una regina.
“Ciao, amore… com’è Manuel? Comodo?”
“E ce mancherebbe pure il contrario! Me deve pagà l’affitto, è stata un’ora su de me!”
“Potremmo dire lo stesso di te che stai sempre a casa nostra, ma non mi pare che abbiamo mai azzardato una richiesta simile. Siamo meno venali di te!”
“Ma almeno io nun me siedo in braccio a voi!”
Simone cammina verso i due amici, posizionandosi tra loro e la tv. Mani sui fianchi e l’espressione di chi lo sta giudicando.
“Lo sai che questa è casa sua, vero? Sei tu che al massimo le dai fastidio!”
“Ma guarda che io e Nala abbiamo instaurato un bellissimo rapporto, tempo du giorni e te scaga!”
“Non credo sia possibile, ma apprezzo l’ego che ti contraddistingue!”
“Va be, io me ne vado sopra e tolgo il disturbo! Sembrate due genitori in crisi” l’espressione di Jacopo li fa imbarazzare all’improvviso, perché è stata la conferma di quanto non riescano a smettere di darsi fastidio a vicenda. E Jacopo lo sa bene quello che sta facendo, perché lo fa apposta ed è stanco di vederli sempre allo stesso punto.
Un’altra settimana è passata e ogni giorno è sempre la stessa storia.“Ma ndo vai?” Manuel cerca di fermarlo, ma è troppo tardi perché Jacopo nemmeno lo guarda più.
“Tanto so trasparente! Ah, Simo! Sabato sera diamo una festa in villa!”
“Che?”
“Sì, ho già invitato un po’ di gente e anche Manuel! Dillo anche ai tuoi amici dell’università!”
Per Simone è un incubo che diventa realtà. Ed è incazzato nero, anche se si trattiene, perché suo fratello lo sa che odia avere sconosciuti in casa e quest’idea malsana che ha avuto gliela farà pagare carissima.
Jacopo fugge, non vuole sentire la risposta che sa già non gli piacerebbe.
“Nun me guardà così. È stata n’idea di tuo fratello! M’ha rotto le palle per due giorni!”
Simone sbuffa, lasciandosi cadere sul divano, rassegnato e senza la capacità di urlare.
“Sì, lo so. Dovevo aspettarmelo, gliel’ho impedito l’anno scorso e quest’anno sapevo che avrebbe fatto di testa sua.”“Se può valere, le feste le odio pure io! Solo che non gli si può dire di no, lo sai com’è”
“Ma io non è che le odio, è che poi tanto tocca a me mettere a posto. Lui prende, fa, si ubriaca e io devo stargli dietro come fosse un bambino”
“Non devi farlo per forza, aspetti che lo faccia lui!”
“Sì, quindi mai. Non lo conosci bene, mi sa…”
Manuel sorride, stendendo un braccio per accarezzare Nala seduta tra di loro. “Famo così: se dovesse finire male, t’aiuterei io a sistemà.”
“Addirittura! Che ti serve?”
“Niente, sono una persona gentile pure se non sembra. Comunque poi sabato sera la micia la dovemo mette in sicurezza, nun me fido della gente…”
“Nala è l’ultimo dei problemi. La chiudo nella mia stanza e la vado a controllare ogni tanto”
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Niente di più [Simuel]
Fiksi PenggemarQuando lasciarsi amare sembra un'impresa perché tutto ciò che vedi di te stesso non ti piace. "In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore".