Quando sei innamorato è automatico pensare che quella persona accanto a te sarà l’ultima che riuscirai ad amare, senza considerare il fatto che non sarà obbligatoriamente così. Si può amare più volte, in modo diverso in base all’età o a chi hai di fronte.
Loro si sono amati sempre, anche quando hanno pensato fosse troppo difficile. Hanno sempre fatto in modo che tutto tornasse facile e hanno costruito, giorno dopo giorno, un qualcosa che ha superato una semplice relazione.
Erano insieme in ogni momento importante della vita dell’altro: insieme quando Manuel ha iniziato un percorso di psicoterapia e quando -con la mano stretta a quella di Simone- ha deciso di denunciare tutto ciò che gli era accaduto senza preoccuparsi del fatto che fosse passato ormai troppo tempo; era servito forse più a se stesso per confermare quanto non fosse mai stata colpa sua. Aveva iniziato a crederci tardi, ma a Simone era sembrato comunque un traguardo importantissimo.
Poche cose sono dolorose come sentire di non avere potere sul dolore degli altri, di chi ami; ché per quanto ci provi con tutto te stesso e vorresti fare qualcosa, ti è concesso solo essere lì. Presente, vicino, ma anche inerme. Simone si è sentito inerme tante volte, ma non ha mai mollato la presa.
Erano insieme quando Simone avrebbe voluto lasciare l’università a tre esami dalla fine, quando poi si è laureato e quando ha trovato subito lavoro; insieme sempre, con la fortuna di avere una consapevolezza fondamentale: qualunque cosa fosse successa, qualunque piega avesse preso il loro rapporto, non avrebbero mai potuto perdersi davvero. In qualche modo, qualsiasi modo, loro due si sarebbero cercati, sostenuti, amati.
“Sei proprio sicuro? Nun è che scappi?” Manuel gliel’aveva chiesto ironico poco prima del loro matrimonio. Un matrimonio folle, organizzato in poco tempo all’età di 26 e 27 anni.
Non che fossero più ragazzini, ma quando Jacopo aveva ricevuto la notizia aveva pensato fossero dei pazzi, complice il fatto che lui stesso si sentisse ancora troppo ragazzino per poter affrontare un passo così serio. Poi si era proposto come testimone per entrambi, e Simone per un attimo ha pensato di concedere a Manuel suo fratello, prima che Manuel stesso gli chiedesse se avesse battuto la testa. A lui ci avrebbe pensato Anita, Jacopo era fuori discussione: l’unico posto sarebbe stato accanto al suo gemello.
“No, non scappo. Non dopo quello che abbiamo vissuto insieme. Credo che dovrai sopportare il mio caratteraccio ancora per molto, a meno che voglia scappare tu.”
“Non m’hai lasciato scelta, Simò. Non era contemplato, no?” aveva sorriso, ricordando perfettamente tutto ciò che Simone gli aveva detto durante il loro primo ferragosto insieme. “Siamo io e te. Noi due. E non c’è un altro posto in cui vorrei stare. O è con te, o è con nessuno.”
Quel giorno erano felici, circondati da non troppe persone ma da un amore non misurabile tanto era grande.
Entrambi con un completo blu notte, Simone come sempre il più elegante tra i due. Perfetto, impeccabile, aveva rinunciato anche ai suoi anelli per lasciarne solo un paio che gli sembravano più eleganti. Manuel aveva provato a mettere il papillon, invece, ma era durato solo il tempo della cerimonia civile perché durante l’aperitivo l’aveva già tolto e aveva sbottonato i primi tre bottoni della camicia. Poi aveva anche tolto la giacca, con la faccia da bambino che sapeva sarebbe stato sgridato da quello che ormai era da poco suo marito.
A Simone non importava niente, in quel momento. Guardava Manuel ed era felice, avrebbe anche potuto cambiarsi e indossare dei pantaloncini da calcio e Simone avrebbe sorriso ugualmente perché tutto ciò che gli importava era vedere negli occhi di suo marito una pace che per anni aveva inseguito, all’inizio con scarsi risultati.
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Niente di più [Simuel]
FanfictionQuando lasciarsi amare sembra un'impresa perché tutto ciò che vedi di te stesso non ti piace. "In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore".