13. Di pulito, di cura

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Manuel gliel’aveva detto, che avrebbe organizzato un appuntamento per il giorno dopo. Così, approfittando del fatto che fosse domenica, si è alzato presto per andare a comprare delle pizzette per il pranzo e qualcosa per la colazione. Poi è tornato a Villa Balestra in cui ha trovato Simone ancora immerso in un sonno profondo.

La notte era stata bella, ma forse anche faticosa. Con il fatto che Manuel avesse dormito prima di cena non era riuscito a chiudere subito occhio, così Simone era rimasto lì accanto a lui, sveglio, a raccontargli cose a caso pur di distrarlo e fargli venire sonno.

Avevano poi dormito abbracciati, nello stesso letto nonostante il caldo, con la luce spenta per la seconda volta.

“Buongiorno…” sussurra, seduto sul bordo del letto, all’altezza del petto di Simone mentre passa una mano tra i suoi capelli e la luce del giorno arriva dai piccoli fori della serranda.

Gli viene da ridere, alla vista di Simone al mattino. La prima e ultima volta che avevano dormito insieme era stato il secondo a svegliarsi, quindi non l’aveva mai visto dormire come un bambino. Sorride per le smorfie, il broncio, per il fatto che si copre il viso con le mani.

“Stai incazzato de prima mattina?”

“Io non mi sveglio. Non voglio.” fa i capricci come avesse cinque anni e quella visione a Manuel sembra la più dolce del mondo.

“Va bene… vorrà dire che mangerò anche il tuo cornetto con la Nutella! Addio!” fa per alzarsi, con lo sguardo rivolto ancora verso Simone che adesso sposta le mani dal suo viso e lo guarda.

“Non ci provare”

“Ah, allora vedi che te svegli?”

“Solo per la Nutella…”

“Lo accetto”

Si stende verso di lui, che adesso gli sorride nonostante l’espressione ancora assonnata. Pensa sia bellissimo più del solito, con i capelli scompigliati e i segni del cuscino sulla faccia.

“Rifaccio la scena, allora… e vedi di essere più cortese a sto giro: buongiorno!”

Simone si lascia andare a una risata divertita, prima di lasciare spazio a Manuel tra le sue braccia che si stende con il busto sopra di lui per baciarlo. È sempre un bacio dolce, esattamente come tutti quelli che si sono dati fino ad ora e Simone mette da parte tutta la voglia che avrebbe di toccarlo e di fare con lui qualsiasi cosa. Perché non ha mai provato un’attrazione simile e gli sembra difficilissima la sola idea, ma si rende conto che tutto quello che prova per lui va oltre; quindi lo abbraccia solamente e lo bacia seguendo le azioni di Manuel che capisce tutto e sente tutto, compresa l’eccitazione dell’altro che è identica alla sua.

“Scusa… la mattina sono un disastro in questo”
“Beh, me offenderei sinceramente se fosse il contrario”

Ci riesce sempre, Manuel. Riesce ogni volta a smorzare la situazione, l’aria tesa, rendendo il tutto più leggero.

“Vorrei solo non pensassi che non ce la faccio. È una reazione istintiva, ma non vuol dire niente…”

“Simò, nun te devi giustificà per questo. Anzi, credo che più ne parliamo e meglio è… se no entriamo in un loop senza fine. Io ho bisogno di un po’ de tempo, tipo un passo alla volta come i bambini, ma se c’è una cosa sicura è che se c’è qualcuno con cui vorrei superarla quello sei tu. Solo tu”

“Abbiamo tutto il tempo che vuoi… anche volessi provarci tra un mese e poi fermarti all’improvviso. Io non scappo…”

Manuel sorride, annuendo. “Lo so… perché sei la persona più bella de sto mondo”. Lo bacia ancora, questa volta a stampo e forte, e quando si stacca lo guarda e sorride di più. “Oggi non voglio pensà a niente. Adesso scendiamo a fare colazione e poi ce ne andiamo al parco. Ho già pensato pure al pranzo. Ti devo un appuntamento, te lo ricordi?”

Niente di più [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora