“Dio, che palle. Che vuoi?”
“Avresti dovuto cambiare nascondiglio, se non avessi voluto vedermi. Venire qui non è stata una grande mossa…”
Simone guarda Jacopo che è steso su un’amaca vecchia, ma ancora resistente. Quando erano piccoli era il loro posto preferito, ogni volta in cui volevano tramare qualcosa alle spalle dei loro genitori andavano lì, convinti che nessuno li avrebbe mai visti o sentiti perché posizionata tra gli alberi della tenuta. Solo da grandi hanno capito che era stata posizionata lì proprio per dare loro la sensazione di essere soli e lontani qualche metro da casa, ma che dalle finestre delle camere, al piano superiore, la vista su quel punto era perfetta. Così li avrebbero controllati ugualmente.
“Mi fai spazio?”
Jacopo sbuffa, ma allo stesso tempo gli lascia spazio perché voleva che Simone lo trovasse e sperava lo raggiungesse per parlargli.
Stanno un po’ stretti, adesso. Non è come quando erano piccoli.“Mi dispiace, non volevo pensassi che non me ne frega niente di te”
“Figurati… l’ho capito, che devo farmi da parte”
“Non è vero, Lapo… pensi davvero che mi basti fidanzarmi per non calcolarti più?”
“Non lo so… così pare”
Continua a sentirsi in colpa dal momento in cui hanno discusso, Simone, e non potergli raccontare nulla peggiora tutto.
“Ci sono solo alcune cose che non posso essere io a dirti, ma questo non cambia niente.”
“Ci siamo sempre detti tutto”
“Tutto di noi…”
“E di chiunque, Simò…”
“Ok, è vero. Di chiunque. Ma Manuel non è chiunque… è molto importante, per me. Tanto. E se tieni così tanto a una persona non puoi dare in pasto agli altri la sua vita. Nemmeno al tuo gemello…”
“Me devo preoccupà?”
“No… tranquillo. È solo una situazione delicata e personale.”
“E perché non me ne ha mai parlato? Sono il suo migliore amico”
“Perché per lui è difficile e ci ha messo tempo anche a fidarsi di me. Stiamo insieme. Avresti preferito tenesse nascosto qualcosa a me?”
“No… però mi sono ritrovato all’improvviso con voi due che state sempre attaccati, che sapete cose dell’altro che io non so… e non sono abituato”
“Lo so, ma Manuel a te ci tiene tantissimo. Questo non cambia… e prima o poi finirà questo periodo in cui sentiamo il bisogno di vivere in simbiosi. È l’inizio… ed è bello. Potresti essere soltanto felice per me?”
Jacopo cerca di girarsi su un fianco, attento a non cadere, e lo guarda prima di poggiare la sua testa sulla spalla di Simone.
“Io sono sempre felice per te, se sei felice…”
“Allora non pensare cose che non esistono. Non ti ho sostituito, sto solo vivendo quello che non ho mai vissuto e che ho sempre voluto. E tu resti sempre mio fratello, è una cosa a parte…”
“Ok…” sospira, stringendolo di più. “Dispiace anche a me per averti messo in difficoltà. Mi sono comportato un po’ come un bambino”
“Hai davvero paura che io ti abbandoni? Guarda che non basta un ragazzo per liberarti di me”
“Beh, sai… la potenza del cazzo. Io che ne so! Tutto può essere!”
Jacopo ride e ride anche Simone di rimando nonostante tutto e nonostante quella battuta non lo faccia ridere. Ma Jacopo non può saperlo, non sa niente e va bene così.
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Niente di più [Simuel]
FanficQuando lasciarsi amare sembra un'impresa perché tutto ciò che vedi di te stesso non ti piace. "In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore".