capitolo settantasei

2.2K 78 7
                                    

busso alla stanza di mio fratello.

"non voglio vedere nessuno" dice

"fede sono io" dico.

"vattene rebecca, non ti voglio vedere" dice.

"io non me ne vado, resto qui" dico.

mi siedo nel corridoio e appoggio la schiena alla porta.

"becki ma che stai facendo?" mi chiede andre appena uscito dalla sua stanza.

"aspetto che mio fratello mi voglia rivolgere la parola" rispondo.

il ragazzo si siede affianco a me.

"se vuoi ci parlo io con te, è un po' che non lo facciamo" dice.

"certo che voglio" sorrido.

"come stai?" mi chiede.

"beh non benissimo essendo che mio fratello non mi vuole nemmeno rivolgere la parola" rispondo.

"però in generale va bene, sto veramente benissimo" continuo.

"tu?" gli chiedo.

"beh non lo so" risponde.

"sono super contento di essere qui, circondato da persone fantastiche...ma mi sento solo alle volte" risponde.

"in che senso?" chiedo.

"quando sono a torino e torno a casa dagli allenamenti, dopo essere stato circondato da persone tutto il giorno, e sono solo nel silenzio sento un vuoto" risponde.

"vorrei tornare a casa e trovare qualcuno che mi ama e magari tra un paio di anni anche un bimbo o bimba che mi corra incontro e mi chiami papà" continua.

"è questo quello che voglio, una famiglia che non mi faccia sentire solo" conclude.

"io ci sarò sempre per te" dico.

"che n'è dici se, finito l'europeo, ti aiuto a trovare una ragazza per bene con cui potrai realizzare il tuo sogno" dico.

"grazie becki, mi hai cambiato la vita" mi abbraccia.

"anche tu deda" lo stringo.

"ma che state facendo?" chiede nico appena uscito dalla sua stanza.

"aspetto fede" rispondo staccandomi dall'abbraccio con deda.

nico si siede vicino a noi.

"non ti vuole parlare vero?" mi chiede.

"eh già, sta volta l'ho fatta grossa" rispondo.

"beh, possiamo aspettarlo fino a pranzo deve uscire per forza" dice coco.

"non avete niente di meglio da fare?" chiedo.

"rispetto allo stare con te? nah" mi risponde deda.

"allora nic, qual è il tuo sogno?" chiede andre.

"eh?" risponde coco.

"il sogno di deda è quello di avere una famiglia tutta sua, il tuo?" chiedo.

il ragazzo riflette.

"che le persone capiscano che il mio è stato solo un errore, ma non per questo la mia esistenza deve essere condannata al titolo di 'ludopatico'" risponde.

"ho fatto il mio errore, ma ho pagato... perché questo non basta?" domanda.

"perché le persone non credono nelle seconde possibilità" risponde andre.

"vero, per tutti c'è un'unica occasione per fare bene e se sbagli resti etichettato per il tuo errore per l'intera esistenza" dico

"non credono che le persone possano cambiare ed andare avanti" dico.

gli occhi// kenan yildiz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora