capito ventinove

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"secondo te è figa?" chiedo già guardandolo storto.
"ma si, è carina" mi risponde lui.
"ok" dico incrociando le braccia.
"gelosa?" mi provoca.
"nono assolutamente...fatti lei a sto punto" dico.
"mah quasi quasi" muove la testa lui.

spalanco gli occhi.

"mi sto incazzando kenan, veramente" gli punto il dito contro.

lui mi prende la mano e la bacia.

"sto scherzando, lo sai che sei tu la mia preferita" dice.
"sei un cazzo di lecca culo di merda" dico.
"lo so che ti piace quando ti provoco così" dice.

alzo gli occhi al cielo.

poi mi viene in mente una cosa.

adesso è il mio turno.

"sai che mi ha scritto cristjan asllani" dico.

alla faccia tua kenan.

"a davvero?" mi chiede.
"si, abbiamo parlato un po'" rispondo.
"mh....mi sembra che tu stia infrangendo una delle nostre regole" dice.
"non c'è niente tra me e lui...non sto infrangendo un bel niente" dico.
"vabbè se lo dici tu.." dice.
"se lo dico io cosa?" chiedo.

mi sto innervosendo.

"scusami eh, ma uno che la prima volta che ti vede ti sta attaccato al culo tutto il tempo e ci prova spudoratamente, poi ti scrive e mi vuoi anche far credere che non ci sia niente? ma vaffanculo vah" dice.
"ma da parte mia non c'è niente, non lo conosco nemmeno!" esclamo.
"se gli rispondi significa che vuoi conoscerlo e che l'interesse c'è" dice.
"ma che cazzo stai dicendo? non hai nemmeno letto le chat, come fai a dirlo" dico gesticolando furiosamente.
"non mi serve leggere le chat, so come sei" dice.
"eh come sono?" chiedo.
"lasciamo stare vah" dice fermandosi davanti a casa mia.
"no, adesso mi rispondi" dico.
"lasciamo perdere rebecca, è meglio così...scendi che è meglio" dico.
"tu non hai capito, se adesso non mi spieghi e mi lasci scendere così...io non ti parlo più" dico.

lui scrolla le spalle.

"scendi pure" dice.
"vattene a fanculo" dico scendendo dalla macchina.

sbatto la portiera.

non pensavo di poter accendere una discussione da così poco.

il problema è che siamo tutti e due molto testardi, non faremo pace presto.

almeno io non gli concederò il mio perdono facilmente.

ok, io ho iniziato, ma è lui che ha continuato.

oggi è ufficialmente la giornata mondiale contro rebecca.

entro in casa, fortunatamente fede sta già dormendo, non avevo voglia di affrontare anche lui sta sera.

lunedì 10 marzo 2024
8.00

"e quindi ha iniziato a discutere per una cazzata" mi lamento con martina e stefano.
"quindi quando hai intenzione di parlargli?" mi chiede stefano.
"io non gli parlo, è lui che ha iniziato" dico.
"secondo me finisce malissimo" dice martina.
"secondo me finisce che si risveglia nel suo letto..." dice stefano.
"nuda" puntualizza.

lo guardo male.
lo salva la campanella.

entriamo in classe e provo a seguire le lezioni, con scarsi risultati.

appena esco da scuola vedo subito la jeep di kenan parcheggiata fuori da essa.

non ci credo.

alzo gli occhi al cielo e continuo a camminare ignorando la macchina.

il turco esce dall'auto.

"rebi" mi parla alle spalle.
"rebecca aspetta" dice prendendomi il braccio.
"che cazzo vuoi?" gli chiedo voltandomi.
"dobbiamo andare al tc e poi volevo parlarti" dice.
"io non voglio parlare e nemmeno ascoltarti" dico.
"senti mi dispiace per ieri" dice.
"eh bravo, cosa dovrei dirti?" chiedo.
"al tc ci vado da sola" dico.
"dai, ti prego" dice.
"no kenan, lasciami stare" dico.
"non te n'è vai" mi blocca il polso.

gli occhi// kenan yildiz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora