8.𝐈𝐋 𝐏𝐎𝐒𝐓

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OTTO

Rientrammo in casa praticamente il giorno dopo, non prima di essere passati all'ospedale e scoprire che il genio (Saiph), aveva una costola incrinata e un polso rotto.

Già... la vita...

Quando aprii la porta lui entrò in casa spingendomi e butto a terra la giacca grugnendo arrabbiato.

-Il dottore ha detto che...-

-Solo perché sa fare tutte quelle acrobazie da tartaruga ninja non vuol dire che sia la migliore-

Disse Saiph interrompendo qualsiasi cosa volesse dire Colin in un modo molto infantile sbattendo i piedi a terra.

-Ma lei invece no, lei è tutta: "guardate i miei capelli, guardate le mie gambe, guardate come sono più brava a fare questo questo e quest'altro"!-

Ulrò lui iniziando a camminare per la stanza facendo finta di sistemarsi i capelli lunghi e facendo delle mosse che mi facevano dubitare della sua eterosessualità.

-Dio sapessi quanto la odio, la odio con quel suo atteggiamento che vuole comandare a bacchetta tutti perché lei è la più brava, la più bella e la più intelligente-

Sospirai.

-Penso che qualcuno qui si sia preso una bella cotta-

Lo vidi sbuffare.
-Possiamo concentrarci sul mio problema?-

-Stavo parlando di te idiota-

Lui mi guardò un secondo prima di realizzare.

-Ah, no, assolutamente no-

-Hai parlato di lei per tutto il viaggio-

-Lamentandomene- mi corresse alzando un dito venendomi vicino.

-Su andiamo se fossimo ancira a scuola le tireresti le treccie-

-Sta' zitto, non voglio ascoltarti, tu e le tue stupidaggini- sbottò chiudendomi la porta in faccia della sua "ex" stanza.

Gli adolescenti...

S A I P H

Odio perdere.

E il vecchio signote che sta laggiù al bar lo sa bene, per quante volte l'ho sfidato a monopoly solo per mandarlo in banca rotta anche nel gioco.

E l'ide di aver avuto la meglio su quella tartaruga ninja mi fa sentire potente.

Quella notte avevo deciso che non sarei tornato in quel inferno di casa a dormire sul divano.

Girai per la stanza con le gambe incrociate continuando a ripensare a quanto rompicoglioni fosse quella donna.

Fino a quando non presi a calci un vecchio pallone da calcio che rimbalzò sul muro e mi ritornò in faccia.

-Cazzo!-

Mi strofinai la faccia prima di sentire la maniglia della porta aprirsi.

𝐌𝐄𝐄𝐓 𝒯𝒽ℯ 𝐖𝐇𝐈𝐓𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora