232. Non lo stesso

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N/A: noticina, Iacopo e Igor sono i vecchi nomi di Aleksander.

Detto questo, buona lettura!


Iacopo conobbe Feliciano ben dopo aver conosciuto Girolamo.
Il che aveva pure senso, dato che Girolamo era quello che amministrava i territori della Repubblica di Venezia. Dopo averlo sottratto agli Asburgo, le sue visite si limitavano al ripetere una semplice minaccia sulla falsa riga del "comportati bene o soffrirai" o qualcosa del genere.

Con le invasioni dei Turchi a sconquassarlo non aveva avuto granché tempo per combinare misfatti, però comunque veniva punito.
Molti giorni viveva come se nulla fosse, con un dolore sordo nelle ossa, ma facilmente ignorabile.

Altri giorni si ritrovava immobile sul proprio letto, bloccato dalla febbre, delirante e svuotato di ogni energia.

Una volta è certo che Girolamo sia capitato in casa sua quando era ammalato e si fosse preso cura di lui. O per lo meno abbia usato una delle sue strane carte e la sua pelle, da lava, era tornata a un calore più naturale, anche se comunque era stanco. La notte s'era addormentato e il giorno dopo s'era risvegliato guarito.

Quel piccolo gesto di umanità dallo scorbutico Girolamo fu quello che lo convinse a curiosare.
Iacopo è di natura curioso e infatti spesso la fortuna lo punisce per il suo desiderio di ficcarsi nei fatti altrui. Però lui persevera, perché la curiosità è pignola e non si sazia se non con ciò richiesto.

E quindi, una volta diviso tra Austria e Venezia, pur essendo costretto a partecipare a varie formalità per quel smorfioso aristocratico, va a visitare anche Girolamo.
Anche se probabilmente a Girolamo non interessa di lui, ma non gli importa. Sa accettare i rifiuti.

Per lo meno sarà più piacevole del dover ancora venire totalmente a patti con il suo nuovo nome, Igor. Austria avrebbe voluto un altro nome, più delicato, ma si è accontentato che fosse diverso e dimostrasse la sua appartenenza a qualcosa di non veneto.

Avrebbe potuto chiedere a Girolamo di chiamarlo Iacopo? Sì. Ma avrebbe fatto più male tornare ad essere chiamato con l'altro.

Quindi va a casa del suo ancora-capo-circa, che a quanto pare è la stessa da sempre, e invece di aprirgli Girolamo o uno dei domestici, apre qualcun altro.

Per un attimo pensa sia Girolamo, perché conosce solo lui con quei capelli tra il ramato e il castano e degli occhi quasi tinti d'ambra e un ricciolo, come il suo, in quella specifica posizione.

Ma questo è molto più basso di Girolamo e sorride dolcemente invece di riservargli un cipiglio diffidente al meglio.

Il piccolo essere, palesemente non umano, si blocca e lo fissa per lunghi secondi. Si fissano per lunghi secondi, mentre una scarica che li fa rabbrividire li percorre.
Non sa come è per il giovane, ma Igor si ritrova congelato dal suo stesso brivido.

<Ci conosciamo?> chiede il piccolo a mezza voce e Igor scuote la testa, non fidandosi della sua voce.
<Che fai, ti sei perso a guardare il cielo?!> lamenta una voce man mano più vicina, fino a che non compare Girolamo dietro il piccolo.

Il più alto inarca le sopracciglia e domanda: <Che ci fai qui?>
<Volevo venire a visitarti. Sono sotto Austria, ma sono anche sotto il tuo controllo.>
<E la regola è sempre quella di sempre. Ora puoi-> ma il veneziano non riesce a liquidarlo perché il piccolo lo interrompe e fa: <Gigi, invitiamolo dentro, su! Non parlo con nessuno a parte i domestici, fammi conoscere qualcuno! Se è sotto il tuo controllo è innocuo, no?>

Girolamo sembra pensarci su (oppure, a pensarci a posteriori, è solo una finta perché sa già che dirà di sì ma non vuole darlo a vedere). Alla fine sospira un: <Entra> e si sposta.
Il piccolo gli acciuffa la mano entusiasta e fa: <Io mi chiamo Veneziano Feliciano, ma mi puoi chiamare solo Feliciano o Feli! Tu?>

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