"Posso parlarti un attimo in privato?"
Francesca di certo non si aspetta tale messaggio da Mario, in privato.
Fissa quelle poche lettere scettica, ma non pensa siano il preambolo di uno scherzo.
Né di una delle sue mosse pessime su di lei.Anche se ormai è più un gioco di cane e gatto, in cui Mario fa dei complimenti poco graditi e lei lo manda a 'fanculo (ignora forzatamente come le ricordi una dinamica di un paio di millenni prima).
Allora scrive: "Dove e quando?"
E ritorna a tirare fuori la sua strumentazione per dipingere. Dubita voglia vedersi subito e, in ogni caso, ora che è ispirata di certo non manderà tutto all'aria per Mario (non lo farebbe per nessuno).Afferra il lapis («Le matite sono altro!» replica sempre di fronte agli sguardi altrui) e inizia.
Anche se è incuriosita da cosa mai il laziale può volere da lei, ora ha minimo una bozza da portare alla luce.•~-~•
Chissà perché vuole incontrarsi la sera, quando ancora c'è sole, mentre quelli del nord stanno cenando.
Ma le va bene.
Sulla sua tela molti tratti del lapis sono scomparsi sotto le prime pennellate di pittura. Non è ancora completa l'opera, ovvio. Ha solo messo le tinte piatte generali, per capire i principali volumi e se l'opera fosse sbilanciata e nei suoi pesi e dimensioni.Ma tutto le sembra armonico, quindi non c'è bisogno di aggiungere o togliere pezzi mentre lamenta la sua stessa stupidità per non averlo notato prima, anche se tra lapiz e pittura c'è una grande differenza.
Esce e va verso l'orticello.
Mario è già seduto su una panchina ricavata dai pallet e-
E Francesca ovviamente si blocca perché c'è quel cazzo di lupo (anzi, -lupa-, che poi s'incazza. A quanto pare riconosce quando la chiamano con il genere sbagliato) che si sta facendo coccolare docilmente dall'idiota.Come se non fosse una belva trancia-uomini al primo comando, ma piuttosto un enorme peluche vivente.
Come se quell'essere strano, fin troppo sapiente per essere una mera evocazione tramite magia, senziente in tutti i sensi e oltre per qualsiasi normale animale o quasi, non fosse memento del fatto che è stato trasmesso, che nonostante sia di Mario da quando è piccolo, per lei sarà sempre anche suo.
(E probabilmente non è neanche dire granché, perché Mario è -lui-, è innegabile, ma allo stesso tempo no, perché non ha la coscienza di essere una re-incarnazione come Vincenzo o Carlo.
Ha memorie che vede tramite lenti. Non una sua vita. Ma quella di un altro che gli viene concessa perché utile.)Mario si gira e la saluta e le fa segno.
Francesca si siede nello spazio libero accanto al laziale, comunque cercando di lasciare un po' di distanza.Mario riprende a coccolare la sua belva potenzialmente letale e la Toscana sta per perdere le staffe che questi domanda, a mezza voce: <Ti può mancare qualcuno che non hai mai conosciuto?>
E non c'è bisogno di chiedere di chi stia parlando.
E la risposta è altrettanto facile.<Sì. Perché forse nessuno l'ha davvero conosciuto. Secondo me ho conosciuto solo qualcuna delle sue sfaccettature, quelle che voleva che io vedessi.>
<Però lo conosci, in qualche modo. Io no. Eppure mi manca.><Ma tu lo conosci. Anche tu, in qualche modo tutto tuo.>
Mario la fissa poco convinto.
<Hai qualche vaga memoria sua, che riconosci non essere tua in nessun modo, no?><Sì. Ma proprio qualche cazzata. Non lo conosco. E una buona parte delle cose che so non ha senso! Una delle prime cose che ho scoperto è stato lui che tiene in braccio Lovino e Feliciano, poi che saluta Lovino e lo dà a Giovanna per infine tornare da Feliciano e dire qualcosa che non ho mai capito.>
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Casa Vargas 2 - Le regioni d'Italia
FanficLe avventure e le storie delle nostre amate regioncine continuano senza nessuna modifica, semplicemente sono così troppe che una singola storia di Wattpad è insufficiente per contenerle tutte! Quindi imbarcatevi pure, non cambia niente dall'origina...