245. Un appuntamento (non lo è)

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Bruno si allaccia il grembiule e cerca di sistemarlo perché è uno di quelli più grossi perché tutti i medio-piccoli sono a lavare e Roberto ci tiene a usare i grembiuli mentre cucina perché "non si sa mai".

<Vuoi un aiuto? Posso fare un piccolo nodo nel laccio dietro, sul collo, così il grembiule sta più su.> propone Roberto e Bruno annuisce.
Realizza solo quando ormai Roberto sfiora il collo per prendere il laccio che tiene su il grembiule che si è appena scavato la fossa con le proprie mani.

Per sua fortuna non è un'orribile fossa perché le dita di Roberto non lo toccano più fino a che non lasciano andare il laccio chiedendo: <Va bene così?>
Bruno tira il grembiule e annuisce, ringraziando.
E ringrazia mentalmente che la sua voce non l'ha tradito.

Roberto gli sorride e inizia a istruirlo sugli ingredienti da tirare fuori mentre Roberto tira fuori il ricettario per avere un controllo e vedere le proporzioni giuste. Anche perché tutti gli ingredienti devono essere moltiplicati minimo per tre, perché faranno tre torte e non troppo piccole.

Bruno obbedisce e prende tutto.
Una volta controllato di avere tutto il necessario, iniziano a pesare e Bruno tira fuori anche le ciotole e gli strumenti del caso necessari per effettivamente fare la torta.

Cucinare, anche se non è la sua cosa preferita, è comunque piacevole, sicuramente ben più che lavare i piatti!, e anche con Roberto rimane questo piacere.

Anzi, il suo imbarazzo quasi non scende in campo, perché sono concentrati sul lavoro da portare a termine.
Questo non vuol dire che non ci sia.
Si palesa ogni qual volta sfiora o si scontra con Roberto o quando questi si avvicina troppo a lui per questo o quel motivo.

Però senza nessun grande intoppo riescono ad ottenere il composto desiderato.
Allora Roberto va a prendere due cucchiaini e propone: <Assaggiamo? C'è sempre bisogno di un test qualitativo.>

Porge un cucchiaino verso Bruno e questi lo prende subito, sfiorando nel processo le dita di Roberto, poi infila il cucchiaino nell'impasto che ha mescolato e "gestito" in abbastanza autonomia lui, dato che la sacher ha una base abbastanza semplice da creare, a differenza dei macaron.

Quando Roberto fa i macaron, nessuno deve osare respirare in cucina perché quelli sì che richiedono precisione.
E infatti stanno facendo la Sacher proprio perché Roberto ha accettato il suo invito di aiutarlo perché sa che non sarebbe stato d'intralcio.

Tira su e assaggia e sorride complice con Roberto, anche lui cucchiaino in bocca e sorriso soddisfatto.

Poi Roberto gli sorride in modo più -dolce- e la saliva quasi va di traverso a Bruno.
Poi Roberto si gira e butta il cucchiaino nel lavandino da pulire dopo, esclamando: <Ok, ora bisogna versare tutti nelle teglie rotonde. Hai messo la carta forno a tutte e quattro?>

<Certo.> e Bruno prende due delle teglie per avvicinare.
Alla fine hanno fatto quattro torte, di cui una più piccola, che sarà la "loro", ossia do chi è del loro piano, insieme a una delle tre normali.
Non che sia una novità questa scelta.

Questo apparente favoritismo esiste per due semplici motivi: punto primo, sono il piano con più persone e quindi la stessa torta comporta a una considerevole minore quantità di torta mangiata per ciascuno; punto secondo, la Sacher principalmente si fa per Bruno che la adora, almeno così può farlo senza sentirsi troppo in colpa.

Versano i composti negli stampi e il trentino segue le istruzioni di Roberto su quando fermarsi perché per ovvie ragioni non hanno fatto quattro ciotole diverse.

Finalmente le buttano nel forno già caldo e Roberto mette il timer.
<Mi aiuteresti anche a lavare?> chiede il piemontese andando verso il lavandino e Bruno prontamente annuisce e s'avvicina.

<Prendi pure un asciuga piatti che così asciughi ciotole e quant'altro e le metti via, ok? O preferisci lavare?>
<Tutto fuorché lavare.> dichiara il biondo e l'ex-sabaudo sorride divertito mentre apre l'acqua e mette un po' di sapone sulla spugna.

In fretta mettono a posto quello che non serve e preparano i materiali e la postazione per poter ricoprire di cioccolato le varie torte.
Quindi mentre la torta cuoce Bruno copre con la carta forno la zona su cui poi mette sopra il rialzo per le torte che così il cioccolato in eccesso cola e non si raggruma ai piedi della torta.
Ad un certo punto Roberto inizia a sciogliere il cioccolato a bagnomaria, arrivando anche forse un po' troppo giusto coi tempi per quando poi devono togliere le torte dal forno, ma preferisce così piuttosto che rischiare poi di bruciarlo nel riscaldarlo.

Grazie a Bruno e alla sua magia, subito raffreddano le torte e quindi evitando una noiosa attesa cosí facilmente eliminabile.
(La cottura Roberto preferisca farla con il forno perché secondo lui con la magia non viene così bene e Bruno certamente non s'oppone.)

In questo modo Roberto taglia prontamente le torte e il trentino le riempie di confettura tra gli strati prima di re-impilarle nel modo corretto.
O, per lo meno, Roberto taglia una torta e poi controlla il cioccolato che ha quasi finito di sciogliersi così è subito pronto da essere versato sulle torte.

Anche se rallentati, finalmente le torte sono tagliate, farcite e re-impilate e quindi manca solo il cioccolato.
Il piemontese le ricopre di cioccolato e chiede a Bruno si velocizzare di nuovo il raffreddamento con la magia e ovviamente l'ex-austriaco è subito pronto a sfoderare il suo flauto traverso d'argento e soffiare quelle cinque note che gli servono per fare raffreddare le tre torte e la mini-torta.

Roberto muove le torte cosicché abbiano sotto una base e le mette tutte e quattro in frigorifero.
Una volta finito va dove ha fatto colare il cioccolato e gli occhi gli si illuminano: <Hai raffreddato pure il cioccolato sotto.>
E quindi allunga le mani e lo spezza.
Se ne mette un pezzo in bocca e ne porge un altro verso Bruno.

Questi gli sorride, prende il cioccolato dal palmo altrui prima che inizi a sciogliersi, e se lo mangia, ricambiando il sorriso.
<Ti piace? Ti sembra abbastanza dolce da stare sulla torta senza essere nauseante?> chiede Roberto.

Bruno pensa che il piemontese sia più dolce di quel cioccolato che si sta sciogliendo in bocca e che mai di stancherà di quella sua dolcezza, ma non glielo può decisamente dire.
Quindi annuisce energico.

A questo punto, si tolgono i grembiuli e finiscono di pulire e mettere a posto le ultime cose, tra cui il cioccolato avanzato che Roberto spezzetta e mette in un piccolo contenitore di plastica. A parte un pezzetto che si mangia.

<Grazie per avermi aiutato, so che non sei troppo fan del cucinare.> ringrazia Roberto.
Bruno scrolla le spalle: <In tua compagnia è decisamente meglio.>
Roberto per un attimo spalanca gli occhi sorpreso, poi s'addolciscono come il suo sorriso e a mezza voce ripete: <Grazie. E sono contento che sei stato bene pure tu.>

Bruno annuisce e poi se ne va a gran velocità, perché il suo stupido cuore ha appena deciso che quello è stato un bellissimo appuntamento tra loro due e il suo cervello gli ha ricordato che sono solo amici.




N/A: non ho niente da dire se non buon rientro a scuola, anche se sarò in anticipo o in ritardo a seconda dei casi.

E spero vi sia piaciuto il capitolo!

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