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«La crema chantilly è la migliore» afferma Archie voltandosi verso di me. Allunga la mano destra verso il cambio e abbassa leggermente i finestrini. Fa abbastanza caldo questa mattina, nonostante siano i primi di ottobre.

«Oh no, la crema pasticcera è in cima alla lista» ribatto subito.

«Come fa a piacerti la crema pasticcera? È una crema cotta!» Agita le mani nell'aria per indicare che sono passa e poi inizia a picchiettare le dita sul volante.

Sono passati quasi due mesi dal mio arrivo in città e devo ammettere che sto imparando a conoscere Archie. Presumibilmente sono l'unica che lo vede così tanto tempo, rispetto a Kenton e Cate di sicuro. Da quel che so, con loro spesso neanche ci parla, non è mai uscito in compagnia dopo il lavoro (fatta eccezione l'altra volta che sono andata anche io) né con loro né con i ragazzi degli altri reparti.

Nonostante tutto questo, non è una cattiva persona, bisogna solo imparare a capirlo nei piccoli gesti. È la persona più permalosa di tutto il pianeta (la crema chantilly lo dimostra), questo non glielo toglie a nessuno, e ha addirittura l'incazzatura molto facile.

Spesso mangia, anzi, mangia letteralmente sempre, mangerebbe pure un elegante se se lo trovasse davanti probabilmente. In pasticceria viene sempre a chiedermi una brioches in particolare: il triangolino di sfoglia con dentro della crema, oppure, se gli va lo spuntino salato, si taglia un pezzettino di pizza appena cotto.

Odia i parcheggi, infatti ogni volta che sono con lui non l'ho mai visto fare un parcheggio con tante manovre, preferisce piuttosto parcheggiare in capo al mondo e farsi due passi.

E, la cosa più divertente, quando parla con chiunque socchiude leggermente la bocca.

«Con la crema pasticcera si fanno delle ottime torte» gli faccio notare. «Soprattutto le crostate di frutta, sono buonissime.»

«Io preferisco i bignè onestamente.»

«È una risposta abbastanza prevedibile la tua... Tu hai sempre fame e più te ne mangi più sei contento...» lo prendo in giro.

«Ehi, io non ho sempre fame» afferma, puntandomi gli occhi addosso.

«Sicuro?» gli faccio una domanda retorica, sostenendo il suo sguardo.

All'improvviso scoppia a ridere, si mette una mano sulla pancia e ritorna a guardare la strada. «Tu si che sai come mettermi in difficoltà, cavolo. Però per me la crema chantilly rimane la migliore di tutte, mi dispiace.»

*

Alla sera decido di guardare un film. Aspetto che la ciotola di popcorn sia pronta nel microonde e poi finalmente mi sdraio sul mio divano. Accendo la televisione e inizio a fare zapping tra i canali. Dopo averne declinato almeno otto, trovo Titanic. È cominciato da dieci minuti, direi che è perfetto per questa serata relax.

I popcorn sono molto buoni, ma manca un po' di sale. Mi alzo dal divano per salarli leggermente e quando sono arrivata al bancone della cucina sento il campanello suonare.

Chi potrà mai essere a quest'ora?

I piedi si muovono senza comando del cervello e si ritrovano davanti alla porta d'entrata con ancora i popcorn in mano. Apro leggermente la porta e vedo un uomo incappucciato sotto la pioggia. Si tira giù il cappuccio e capisco subito di chi si tratta: Archie.

«Cosa ci fai qua?» mi esce spontanea la domanda.

«Prima posso entrare? Altrimenti si inzuppa la tua sorpresa...»

Sorpresa!?

Le mie orecchie hanno sentito bene?

Mi sposto e gli lascio lo spazio per entrare. Solo in quel momento mi rendo conto di essere a piedi nudi, una canottiera così scollata che mi si vede tutto il reggiseno sottostante e un paio di pantaloncini da basket che mi vanno larghissimi. Per non parlare dei capelli... devo ancora farmi una doccia, puzzo più di un maiale che si è rotolato nel fango per quattro giorni consecutivi.

Asciugo leggermente la felpa di Archie con il phon perché quando è arrivato a casa mia c'era un acquazzone come se non piovesse da secoli. Mi cambio anche la maglietta in modo da non risultare troppo volgare, poi torno in cucina e vedo Archie che si è messo comodo sul divano.

«Di quale sorpresa parli?» domando curiosa.

Mi indica il tavolo. Mi avvicino furtivamente e vedo una bellissima confezione di pasticceria fresca. Gli tiro uno sguardo e mi incita ad aprirlo.

«So che muori dalla voglia di aprirlo, dai!»

Scarto il vassoio e trovo due pastine enormi. Per quel dolce in questo momento potrei fare qualsiasi cosa. I miei occhi sono così in paradiso che nemmeno si accorgono che Archie ha invaso il mio spazio vitale.

Prendo un dolce in mano e me lo porta a due millimetri dalle labbra. In questo momento il contatto visivo è così vicino da far paura. Il suo sguardo mi provoca tremori in tutto il corpo. Dei terremoti sotto i piedi sembra che mi facciano cadere a terra. Il mio cuore comincia a vibrare come sulle montagne russe. Il battito lo sento pulsare nelle arterie più remote di ogni singolo punto del mio corpo.

Deglutisco silenziosamente quando la sua mano libera mi sfiora il fianco. Il suo tocco, nonostante ci sia del tessuto di mezzo, mi lascia una scia rovente da scottarmi.

Apro leggermente la bocca e addento il dolce.

«È con la crema pasticcera, il tuo preferito» afferma ironicamente.

Lo spingo via e riesco finalmente a tirare un respiro. La sua vicinanza mi crea parecchia confusione nella testa. Il mio cervello è come se andasse in tilt: non riesce a reagire finché lui è a quei pochi millimetri di distanza.

Ci sediamo entrambi sul divano, facendo attenzione a mantenere una certa distanza.

«Stai seriamente guardando Titanic?»

«Sì, è l'unica cosa decente che fanno in televisione questa sera...», faccio spallucce.

Complice il dolce che mi ha riempito la pancia per bene, complice la stanchezza che si fa sentire, complice la tranquilla che mi trasmette Archie, a metà del film cado in un sonno profondo fino a mattina.

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