Archie dopo quel bacio decide che mi porterà nella sua dimora questa sera. Inizialmente mi sento parecchio agitata. Non sono mai entrata nella casa di Archie e devo ammettere che questo mi crea parecchi pensieri.
Archie parcheggia in garage. Devo dire che è parecchio spazioso per una sola macchina, infatti noto che lo usa un po' da ripostiglio viste le molte cianfrusaglie che ci sono in giro. Mi passa subito all'occhio una bicicletta rosa con le rotelle un po' impolverata.
Perché Archie ha una bicicletta per una bambina? Forse ha una sorella piccola. Forse ha una nipotina che viene a trovarlo. Chi lo sa...
Proseguiamo verso la prima rampa di scale e arriviamo al piano terra. Facciamo il giro del piano fino ad arrivare all'ascensore. Le porte si aprono e una coppia di signori anziani escono. Li salutiamo cortesi e poi saliamo noi. Archie preme il tasto 3 e l'ascensore parte.
In men che non si dica ci ritroviamo al piano selezionato e percorriamo un corridoio dove ci sono altre due porte d'entrata. Archie si ferma all'ultima porta e tira fuori le chiavi dalla tasca della giacca. Le infila nella serratura e comincia a girarle. Quando sento la serratura scattare, la porta si apre.
È tutto buio e non vedo l'ora di entrare, sono troppo curiosa di sapere qualcosa in più su di lui. Accende le luci del salotto e chiude la porta alle nostre spalle. Finché sistema la sua giacca sull'attaccapanni vicino all'ingresso, ne approfitto per dare un'occhiata a trecentosessanta gradi.
Dinanzi a me c'è un piccolo divano in pelle color sabbia. É abbinato al colore delle pareti, quindi risulta tutto in armonia. Il pavimento si vede che è degli anni novanta. Io personalmente non lo sceglierei mai, ma, se ad Archie piace così, perché cambiarlo?
Subito sulla destra c'è la sala da pranzo. La cucina sembra nuova di zecca, probabilmente è stata cambiata recentemente. É caratterizzata da quattro lampade sopra il tavolo che creano anche un'atmosfera intima quando si cena con qualcuno.
«Puoi venire un po' più avanti, sai?» mi dice Archie. Mi sono così persa a osservare ogni minimo dettaglio che sono rimasta ferma sulla soglia di casa.
Appendo anche io la giacca come ha fatto Archie poco tempo fa e lo seguo per il salotto.
Mi domanda se ho voglia di fare una specie di aperitivo con lui prima di cenare e accetto volentieri. Prepara uno spritz a base analcolica perché si rende conto di non avere nessun alcolico in casa.
«Scusa, non sono abituato ad avere ospiti a casa» si giustifica e io sorrido un po' in imbarazzo.
Tira fuori da un mobiletto una ciotolina di taralli e qualche patatina.
Decido di prendere una patatina e il mio indice sfiora quello di Archie. Mi guarda, mi osserva così a fondo che quasi mi legge l'anima. Fa un piccolo passo verso il mio corpo e sento già il mio tremare. Mi afferra per la vita con la mano libera dal calice. Mi avvicina a sé e mi trovo a un soffio dal suo viso. I miei occhi si piantano nei suoi e poi passano alle sue labbra. La voglia, la necessità, che prima o poi si tocchino ancora mi fa mordere il labbro inferiore. Archie lo nota e mi guarda come se mi volesse mangiare viva.
Sono così distratta che rovescio a terra metà del nostro aperitivo. Mi scuso almeno venti volte e gli chiedo se posso dargli una mano a pulire. Archie prende una spugna dal lavandino e la passa sulla tavola.
Nel frattempo suona il campanello. «Andresti tu ad aprire, per favore, Angel?» mi domanda, finendo di strizzare la spugna.
Sentendomi molto in colpa, cerco di rimediare. Mi dirigo verso la porta e quando la apro non trovo nessuno. Poi abbasso lo sguardo verso il pavimento e dinanzi a me c'è una bambina di tre anni.
Me ne innamoro subito, come d'altronde con qualsiasi bambino mi passi davanti.
Ha i capelli marroni chiaro e gli occhi di un azzurro che richiama il cielo d'estate. Ha dei ciuffi raccolti in due piccole codine sopra la testa e le sbuca un piccolo sorriso sul viso. É vestita con una felpa, che le va un po' larga, bianca a righe viola scuro e un paio di pantaloncini che mi danno l'idea che la tengono molto al caldo. L'outfit è completato con un paio di scarpette bianche che sono così minuscole che si nascondono sotto l'elastico dei pantaloni.
Non so per quanto la osservo, forse un paio di secondi, forse per minuti interi. Ha qualcosa nel viso che mi ricorda un sacco Archie.
«Papà dov'è?» la sua voce risulta bassissima e graziosa di una piccola bimba.
Ma, aspetta un attimo... Papà?
Chi è papà?
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Girasoli
Romance| IN CORSO | Angel Beverley è una ragazza di ventitre anni che si è lasciata tutto alle spalle: lavoro, famiglia, ex fidanzato, una vita intera. Inizia a lavorare presso una bottega del paese in cui si è trasferita, il Reds. Qui conosce Archie Cornw...