17 🌻

8 4 0
                                    

So quanto Archie odia parcheggiare, ma appena vede un parcheggio a S si ferma. Mette la retro e rientra subito perfettamente nelle linee. Scende dalla macchina a grandi passi e viene verso la mia portiera. Io nel frattempo perdo tempo a slacciare la cintura con una sola mano e solo ora mi rendo conto che è davvero difficile, soprattutto perché, se mollo la divisa di Archie sopra al mio dito, probabilmente insaguino tutta la sua macchina.

Mi apre la portiera e mi dà una mano a scendere, anche se non mi sono fatta male alle gambe. Ci dirigiamo verso un ragazzo per dire il mio nome e cognome e cos'è successo.

Intanto ci accomodiamo sulle sedie del pronto soccorso e devo ammettere che sono particolarmente scomode.

Archie è molto agitato. Non l'ho mai visto così. É la persona più calma al mondo, non perde mai il controllo. E invece... E invece, ho scoperto un nuovo lato di lui: il suo lato con dei sentimenti, delle emozioni nuove.

Inizia a muovere continuamente la gamba, come se avesse un tic nervoso. A un certo punto mi sento morire dall'ansia a causa sua. Gli metto la mano sana sul ginocchio. Glielo stringo così forte che lo sento mugugnare qualcosa. Mi volto verso di lui lentamente e lui fa lo stesso. I nostri occhi si trovano subito e il mio cuore comincia ad andare in tachicardia. Ho la sensazione che a momenti mi possa esplodere nel petto.

«Hai ancora il berretto in testa» gli faccio notare.

«Oh, non ci ho nemmeno fatto caso...» Se lo toglie, senza mai distogliere lo sguardo dal mio viso. Noto che i suoi capelli sono cresciuti leggermente. Se lo infila nella tasca dei jeans e poi si mette nuovamente comodo, per modo di dire, sulle sedie.

«Angel Beverley» mi chiama una voce sconosciuta e mi alzo d'istinto. «Venga con me.»

Archie si alza in contemporanea a me e mi segue fino alla porta scorrevole. «Lei non può entrare» lo ammonisce subito.

«Perché?»

«La ragazza è maggiorenne» gli spiega.

«E quindi? Mi faccia entrare per favore» supplica l'infermiera.

Decido di intervenire. «Guardi, è una causa persa con lui.» Archie cerca di dire qualcosa, ma lo blocco immediatamente. «Quando si mette in testa una cosa, quella è...»

«Ha qualche parentela con lei? Solo se è un parente può entrare» afferma la donna, cedendo alle mie parole.

«Sono il suo ragazzo.»

Il mio cosa?

Sto per ribattere, ma Archie mi prende per i fianchi e mi avvicina a lui.

La donna ci osserva dalla testa ai piedi entrambi. Non può essere il mio ragazzo, nessuno ci crederebbe. Abbiamo vent'anni di differenza.

«Va bene come parentela?» insiste Archie.

«Sì» conclude l'infermiera e poi ci fa strada per la visita.

Alla fine me la cavo con quindici punti e parecchi antidolorifici in corpo. Archie mi sembra più tranquillo e ora sta finendo di parlare con l'infermiera per le prossime medicazioni da fare.

Poco dopo coinvolgono anche me. «Dovrai stare a riposo almeno venti giorni, poi passi da qui e vediamo come procede la chiusura della ferita» mi comunica la donna.

«D'accordo...» dico un po' abbattuta.

«Dai, amore, non ti preoccupare.»

Amore?

Archie mi ha appena chiamata amore?

Mi stampa un bacio sulla guancia e mi circonda le spalle con il suo braccio possente. Mi sento diventare paonazza dall'imbarazzo ma cerco di non darlo a vedere.

«Poteva andare anche molto peggio. Un po' di riposo e passa tutto, vedrai.»

Sorrido all'infermiera e ce ne andiamo.

Appena si chiudono le porte del pronto soccorso, parto subito all'attacco. «Era necessaria tutta questa messa in scena? Ho ventitré anni, so cavarmela da sola, non credi?»

Si avvicina pericolosamente a me. Mi inchioda contro il muro bianco e rosso. Il mio respiro diventa pesante e sento il suo scaldarmi il naso. Il suo viso è vicino, estremamente vicino, e il mio corpo reagisce, facendomi venire la pelle d'oca fino alla radice dei capelli.

«Mi sono preoccupato per te, va bene?» sussurra a un passo dalle mie labbra. «Ti usciva così tanto sangue che non sono riuscito a restare lucido. Non riuscivo a fermarlo e sono andato nel panico al Reds. Volevi sentirti dire questo, Angel?»

Non rispondo. Non so cosa dire.

Volevo sentire queste parole? Non lo so.

Mi fa piacere aver sentito queste parole? Sì.

Cosa succederà adesso?

GirasoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora