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L'unica cosa che odio del mio lavoro è affettare.

«Signora, mi aveva detto un etto?» domando dopo essermi dimenticata quanto prosciutto cotto dovessi fare.

«Fai pure due etti, grazie.»

Quando finisco di affettare, lo inserisco nella busta e lo sigillo. Chiedo cordialmente alla signora se le serviva qualcos'altro e mi dice che vorrebbe anche un po' di salame con l'aglio da assaggiare. Mi dirigo verso il bancone dove puliamo i salumi e prendo in mano il coltello non seghettato.

A un certo punto mi scivola e sento un dolore allucinante all'indice sinistro. Per un momento il mondo si ferma attorno a me. Sotto il guanto di nitrile color azzurro vedo un liquido rosso spargersi per tutta la superficie della mano.

«Cate, servi tu, Angel si è tagliata» una voce maschile di punto in bianco appare alle mie spalle.

«Portala dentro, devi fermarle il sangue!» risponde Cate.

«Oh mio Dio, si è tagliata tanto la ragazza!»

«Adesso sistemiamo tutto, signora. Pulisco un attimo il bancone che si è sporcato tutto e sono da lei.»

«Chiama Kenton, serve lui in panificio.»

Tante voci parlano attorno a me, ma non ne ascolto nemmeno una. Solo in questo momento mi rendo conto di tutto il sangue che mi sta uscendo: ho l'avambraccio color rosso fuoco.

Alzo lo sguardo e incrocio quello di Archie. Non ho mai visto i suoi occhi così, preoccupati e tormentati. Mi afferra per il braccio sano e mi porta in reparto.

«Vai sopra al lavandino» mi ordina. «Intanto togliti i guanti, io cerco il disinfettante e le garze.»

Solo nell'istante in cui mi tolgo il guanto mi rendo veramente conto del taglio che mi sono fatta. A occhio e croce saranno almeno cinque centimetri in lunghezza e in profondità non so dirlo con precisione perché ho sangue ovunque.

Mi guardo attorno finché Archie sta cercando tutto il necessario per medicarmi e vedo che ho lasciato una scia di sangue dalla porta fino al lavandino.

«Perché non si apre, cazzo?» brontola tra sé Archie. Alla fine tira un piccolo pugno alla cassetta del primo soccorso e riesce a tirar fuori tutto. Si precipita verso di me e apre il disinfettante. «Angel, brucerà, te lo dico.»

Annuisco.

Versa il liquido sopra la ferita e mi mordo il labbro dal dolore che sento. «Cazzo!» mi esce una parolaccia insieme a qualche imprecazione varia dal male. Il dito mi sembra andare a fuoco e contemporaneamente sembra che me lo stiano staccando.

Osservo il mio indice. Archie continua a metterci sopra il disinfettante e a cercare di tamponare la ferita con le garze. Ma le getta tutte nel cestino, perché, appena le appoggia, subito sono zuppe di sangue.

La porta in silicone si apre e poi si chiude da sola. Qualcuno a grandi passi viene verso di noi. «Angel, ma che combini?» Kenton si rivolge a me. «Archie, quanto sangue perde!? Dobbiamo portarla al pronto soccorso. Non si chiuderà mai così... Ci vogliono i punti...»

Kenton è letteralmente terrorizzato. Si percepisce dal tremore della sua voce.

«La porto io, avvisa in ufficio. Ti lascio il comando del reparto. Angel, noi andiamo.» Annuisco senza capire niente. Il mio cervello è andato in tilt, perché Archie mi prende per mano e mi trascina fuori dal reparto. «Se riuscite, caricate il formaggio per la pizza. Fuori è vuoto» dà le ultime istruzioni. «Ma date priorità al banco. Ci sentiamo dopo.»

I metri che facciamo nella bottega sembrano così infiniti che mi perdo nell'osservare la mia mano sana nella mano di Archie. La stringe così forte che, se fossimo in una situazione normale, mi farebbe male. Ma percepisco la tensione del suo corpo, la preoccupazione nelle vene.

Quando arriviamo alla macchina, la sua mano si slega dalla mia e una sensazione di abbandono si fa strada dentro di me. Ma subito non ci penso più, il dolore al dito continua ad aumentare e non riesco a muoverlo per niente. Forse ho perso addirittura la sensibilità...

Archie si toglie la divisa e me la passa. «Mettiti questa attorno al dito, così non si sporca la macchina e tu eviti di arrivare al pronto soccorso in un bagno di sangue.» La prendo al volo con il braccio sano e la stringo attorno alla ferita.

Archie intanto parte.

Destinazione: pronto soccorso, per la seconda volta nella mia vita.

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