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Organizziamo un'altra serata tra colleghi. Questa volta però Archie non passa a prendermi e devo dire che è meglio così, almeno non prendo paura ogni volta che esco di casa.

Ormai è autunno e il fresco inizia a farsi sentire. Per questa serata opto per dei collant felpati in modo da non sentire troppo il freddo alle gambe e un vestito a maniche lunghe. A dire la verità, è un vestito un po' particolare perché ha il collo quadrato con una leggera scollatura sul seno.

Mi piace molto come mi sta perché si adatta perfettamente alle forme del mio corpo. Aggiungo un giacchetto in pelle nera molto corto.

Il locale è sempre il solito. Appena entro, trovo subito Cate, che anche lei mi sta aspettando. «Wow! Ma sei uno spettacolo questa sera! Devi conquistare qualcuno per caso?»

No.

Decisamente, no grazie.

Ignoro il commento di Cate e mi faccio una risata insieme a lei. «Hai anche dei bellissimi bracciali.» Mi prende la mano sinistra e li osserva attentamente al mio polso.

In questo momento il sangue mi sale al cervello. Inizio a respirare profondamente. Ansiosamente soprattutto. Dopo pochi secondi mi si mozza il respiro e smetto completamente di respirare. Cominciano a tremarmi le gambe e perdo il contatto con la realtà.

Il passato inizia a bussare alla porta del mio cuore. Sento un riflettore puntato solo sulle mie braccia. Le lacrime pungono la retina dei miei occhi.

Il desiderio di nascondermi si fa vivo dentro di me. Vorrei scappare, cambiare città nuovamente. Vorrei ricostruire ancora una volta una vita, lontana anche da questo posto, lontana anche da queste persone e lontana da tutto. Ma so che non è possibile continuare a scappare, bisogna affrontare i problemi. E quando sono venuta qui, avevo messo in conto che prima o poi qualcuno potesse scoprire il mio segreto.

«Angel...» La voce di Cate trema. Mi guarda fissa negli occhi senza mai lasciarmi la mano. La tiene con delicatezza, quasi come una mamma con sua figlia. D'altronde, Cate potrebbe essere benissimo mia madre. «Cosa sono questi segni viola sui polsi?» mi domanda senza togliermi gli occhi di dosso. Le sue iridi iniziano a essere lucide e le mie seguono le sue.

«M-mi... sono fatta male da piccola giocando all'asilo» balbetto.

All'inizio Cate non ci crede, ma dopo pochi istanti la vedo ricredersi. Sorride compassionevole. «Mi dispiace che ti sia rimasto questo brutto segno.»

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