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L'unica alternativa che ho durante le giornate soleggiate è camminare un po' nei dintorni. In questa giornata ho iniziato a leggere un libro, ho superato la metà; ho guardato un film intero; pulito la cucina da cima a fondo dato che il dolore sta diminuendo abbastanza e ho pensato a come passare i prossimi, e ultimi finalmente, cinque giorni.

Esco di casa e faccio un paio di chilometri. Giro tutto l'isolato. A un certo punto sobbalzo per la paura. Una macchina mi affianca, ma io non la sento perché ho le cuffiette nelle orecchie. La musica è così alta che non sento nemmeno cosa mi dice il guidatore. Me le tolgo dalle orecchie e osservo bene chi c'è nell'auto.

Archie.

Dovrei aspettarmelo ormai, me lo trovo ovunque vada.

«Ciao» mi saluta distraendomi dai miei pensieri. Contraccambio educatamente. «Salta su.»

«E dove andiamo?»

La sua mano sinistra toglie gli occhiali dal suo viso. Li pulisce sulla maglietta che indossa e poi chiude un occhio per vedere se hanno ancora le lenti sporche. Le pulisce nuovamente la lente destra e poi li indossa. «Sorpresa» afferma tirandomi uno sguardo bruciante.

Non ci penso due volte, salgo in macchina con Archie. Dalla strada capisco che ci dirigiamo verso il lago. Passa mezz'ora e nessuno dei due dice una parola. Mi mordo il labbro inferiore per il nervosismo.

«Siamo quasi arrivati» mi comunica, vedendomi pensierosa.

Annuisco silenziosamente.

Poco dopo la sua BMW nera si ferma in una piccolissima area di sosta. La spegne e mi fa segno di scendere.

Che posto sarà mai questo?

Faccio un respiro profondo, mi slaccio la cintura e scendo dalla macchina. Mi affaccio al guard rail grigio e vedo il lago dall'alto. É uno spettacolo vero e proprio... Il sole ormai è tramontato e lascia dei colori strepitosi sull'acqua. Intanto il cielo inizia a colorarsi di tutte le sfumature di blu possibili.

Rimango completamente a bocca aperta.

«Vieni.» Archie mi fa segno di seguirlo.

Si incammina verso un piccolo sentiero e io lo seguo. In pochi minuti siamo arrivati a destinazione: la spiaggia.

Ci sediamo sopra la sabbia e chiacchieriamo tanto. Tantissimo. Di qualsiasi cosa. Di come sta andando al lavoro senza di me. Di cosa faccio tutta la giornata. Di alcune esperienze che abbiamo fatto da piccoli. Di tutto.

«Hai mai fatto il bagno di notte nel lago?» chiede.

«No...» ammetto. «Nuda?»

«Anche vestita. Forza, vieni con me.» Mi prende improvvisamente la mano sana e mi trascina dal bordo della spiaggia in acqua. «Non avere paura» mi incoraggia.

Ci tuffiamo e un po' di acqua mi scende nei polmoni. Salgo, tossendo leggermente. I capelli bagnati mi sono finiti tutti in faccia e li sistemo, tirandogli via dagli occhi. Rimango a galla, ma delle piccole onde mi spingono tra le braccia di Archie. Mi avvinghio a lui con le gambe e Archie mi tiene per la vita. Allungo le mani al suo collo e sento una certa connessione crearsi tra di noi.

Il suo fiato caldo mi tocca le labbra da quanto siamo vicini.

«Posso farti una domanda?»

Faccio cenno di sì con la testa.

La tensione ravvicinata dal suo corpo mi basta a raggerlarmi. Il suo sguardo mi ammalia con seduzione ogni volta che mi osserva.

«Davvero non hai nessuno che ti aspetta a casa?»

Le sue iridi sono inchiodate nelle mie. Sembra leggermi dentro con un solo sguardo.

«In che senso?» domando, in un sussurro lieve.

«Non c'è nessuno nella tua vita che ti abbia rubato il cuore?» mi spiega. «Tipo Kenton?»

«Scherzi, vero? Io e Kenton siamo solo ottimi amici.»

«Sicura?»

«Certo che sì!»

Passano un po' di secondi. Lo vedo riflettere. «D'accordo, ti credo.»

«E cosa dovrebbe fare una donna per rubare il cuore a te, invece?» lo provoco.

Archie può essere paragonato al sole: è bruciante e così sconfinato che ti ustiona la pelle. Lui ti marchia, mette a nudo qualsiasi pensiero.

«Solamente lo sguardo può catturarmi l'anima» mi spiega in poche parole.

«Come mai?» approfondisco la questione.

«Solo una donna è riuscita a farmi perdere la testa. Ha uno sguardo che va oltre l'orizzonte. Dritto all'anima. Cinquanta per cento angelo. Cinquanta per cento diavolo.»

Una sensazione ustionante mi stringe la gola.

La curiosità prende il sopravvento su tutto. Sento il bisogno estremo di sapere chi è questa persona. «Davvero? Chi è?»

Archie inizialmente non risponde. Mi guarda solo fisso negli occhi senza mai perdere il nostro contatto visivo. Poi sussurra qualcosa: «tu, Angel.»

Vorrei dire che Archie mi è totalmente indifferente, ma mentirei a me stessa.

Quando Archie è insieme a me tutto è diverso.

I miei occhi lo cercano.

I suoi occhi cercano me.

GirasoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora