2. Mezzi sorrisi

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Marco parcheggia e Viola scende dalla macchina.

«Un bar? È chiuso a quest'ora» dice subito il ragazzo.

Viola lo ignora e si avvicina alla serranda per poterla alzare, per poi frugare nella sua borsa alla ricerca della chiave.

«Ma sei impazzita o cosa? Forse quella ubriaca sei tu cazzo» Marco cerca di andarle incontro per fermarla.

La corvina gli mostra la chiave ma il ragazzo sembra comunque perplesso.

«È mio questo bar, cioè è dei miei ma ci lavoro io. Non potremmo farlo in teoria ma stasera mi importa ben poco, quindi controlla che non ci sia nessuno nei paraggi»

Il biondo ossigenato si guarda intorno e conferma che non ci sia anima viva.
E così entrano nel locale cercando di non fare molto rumore, la ragazza si preoccupa di chiudere a chiave.
Accende la luce e spera con tutto il cuore che nessuno passi lì davanti e si accorga che in quel bar c'è qualcuno.
Se lo sapesse sua sorella probabilmente scoppierebbe un casino, ma la corvina ama il rischio.

Entrambi si siedono davanti al bancone.

Il bar è piccolo, in fin dei conti da un paesino come Empoli non si può pretendere molto.

«Sappi che non ti offro nulla di alcolico, non ci pensare nemmeno. E non ti azzardare a fumare» chiarisce subito lei.

Marco alza le mani.

«Il massimo è un bicchiere d'acqua del rubinetto»

Il ragazzo ride, non può farne a meno.
Questa situazione è sempre più buffa.
Però gli piace.

«Non sapevo lavorassi qui, ci sono venuto un po' di volte ma non mi sembra di averti mai vista. O meglio, non qui»

«Cosa significato l'ultima cosa che hai detto?» chiede Viola rivolgendogli tutta la sua attenzione.

Marco si prende qualche secondo per guardarla negli occhi.
«Ora che ti guardo bene, ti ho già visto da qualche parte ma non riesco a ricordarmi dove. Questo bar non c'entra»

«Ma sei sicuro?»

«Te lo giuro» continua il ragazzo con la sua idea.

«Forse a scuola quando eravamo piccoli o in giro da qualche parte. Empoli è piccola d'altronde»

«Può essere, ci penserò» conclude Marco non ancora convinto.
Lui tra i suoi ricordi quel viso riesce a vederlo, ma non lo ricorda nitidamente.
Viola con la sua memoria a breve termine non potrebbe essergli d'aiuto.

«Mi stai inquietando se devo essere sincera» ammette la corvina.

«Scusa, non volevo. Forse sbaglio persona» mente.

E poi regala alla ragazza uno di quei suoi mezzi sorrisi tutti suoi.

«Comunque qua penso di aver visto una ragazza alta e biondissima, ha servito qualche volta me e i miei amici»

«Ah sì, Nali probabilmente, anche se ci lavorano anche altre ragazze con caratteristiche simili. Mi offende sapere che tu non mi abbia mai notato» dice ironica Viola.

«Forse semplicemente non ci siamo mai incrociati, anche se mi avrebbe fatto piacere»

La corvina alza gli occhi al cielo.

«Mi sembra assurdo essere qui, dove non potrei stare tra l'altro con uno sconosciuto. Ma chi se lo aspettava» ride la ragazza passandosi le mani tra i capelli.

«Non sono un totale sconosciuto ormai»

«Per quanto mi riguarda potresti ancora essere un serial killer, non so praticamente nulla di te»
Ed effettivamente i due non si conoscono nemmeno da due ore.

POLVERE / Caph, bnkr44Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora