Il telefono di Viola suona e la ragazza è costretta ad alzarsi dal divano in cui stava dormendo.
Lascia squillare finché la chiamata non si chiude da sola.
Trova Marco di fianco a lei che si stropiccia gli occhi ancora assonnato.«Cazzo» mormora quando si rende conto di aver passato ore intere appoggiata al biondo ossigenato.
Si sente un disastro, sta facendo tutto quello che vorrebbe evitare. Sembra davvero che il destino si stia prendendo gioco di lei, portandola su una strada che non sa se vuole intraprendere.«Cosa?» domanda il ragazzo sbadigliando.
La corvina cerca di trovare le parole per rispondergli, ma quella strana situazione le sta creando un po' di disagio.
Per fortuna il suo telefono riprende a suonare al momento giusto, guarda il display e vede che a cercarla è sua sorella.
«Devo rispondere» dice soltanto.«Vai pure, non preoccuparti»
Viola prende la giacca e si affretta ad uscire da quel posto.
Si porta il telefono all'orecchio.
«Che c'è? Sono le nove di mattina, nulla di meglio da fare?»«Ma si può sapere dove sei? Non ti azzardare a fare tu l'infastidita perché sono appena passata al bar e ho trovato solo Annalisa insieme alle altre ragazze. La tua amica mi ha detto che non stai bene, che hai?» Eris è decisamente arrabbiata.
La minore si maledice perché non può in alcun modo biasimare la sorella visto che quella mattina avrebbe dovuto essere a lavorare.
Il problema è che non le è nemmeno passato per la mente prima di addormentarsi che la mattina dopo avrebbe dovuto ritornare ad Empoli.
E tutto questo solo per passare del tempo insieme a dei ragazzi che conosce a malapena.
Non che le sia mai importato molto di quel lavoro, ma in generale era sempre stata molto rispettosa dei turni.
Ora vorrebbe solo ringraziare la bionda per averla coperta.«Scusami hai ragione, stamattina non sono andata perché mi è venuta la febbre. Avrò preso freddo, ma ti assicuro che dopo se sto meglio torno a lavoro» cerca di sembrare il più convincente possibile.
«Certo, come no. Non ti credo minimamente»
La corvina sbuffa.
«Fatti tuoi, non mi interessa»«Non trattarmi male Vio', non ne hai motivo. Guarda che io lo dico per te, lavorare può solo che farti bene e può aiutarti a crescere. Poi se lo facessi correttamente sarebbe ancora meglio» spiega Eris.
«Io trattarti male? Ma lo vedi come tu ti rivolgi a me? Eris, sono tre fottuti anni che mi tratti di merda senza motivo. Dov'è finita la sorella che da quando sono piccola mi asciuga le lacrime, quella che mi ascolta o quella che mi fa ridere? Mh?»
«E poi ho ventitre anni, non devi trattarmi come una bambina, cazzo» quella arrabbiata ora è Viola, che continua a fare avanti ed indietro davanti all'entrata del bunker.«Sono sempre stata qui, lo sai» le dice la ragazza al telefono.
«No invece, perché il tuo atteggiamento è totalmente cambiato nei miei confronti»
Ed è così vero.
Viola ci prova in tutti i modi a far finta che non le interessi, prova davvero a mostrarsi forte.
Ma la verità è che quella sedicenne fragile che una volta era non l'ha mai abbandonata.«È una tua impressione» le risponde Eris con un po' di insicurezza nel tono.
«Vabbè, ora vado a lezione. Tu nel dubbio riprenditi, o almeno fai finta. E raggiungi Annalisa appena puoi»«Non puoi scappare per sempre Riri, prima o poi saremo obbligate a parlare. Per favore»
L'ha chiamata "Riri" per fare leva sul suo cuore, quando aveva solo qualche anno e non sapeva ancora parlare bene chiamava così la sorella.
Ed Eris è sempre stata felice di avere un soprannome così buffo e dolce.
La corvina vorrebbe solo spiegazioni.
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POLVERE / Caph, bnkr44
Hayran Kurgu"L'arte scuote dall'anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni." (Pablo Picasso) Viola si sente un po' così, impolverata. Vive nell'apatia di una vita che non le piace, che non la soddisfa. Il suo appartamento ad Empoli è piccolo, si...