11. Aria fresca

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Marco suona il campanello.

«Vado io» dice Viola.

«Ma lascialo fuori, che ti frega» ribatte Andrea facendo un altro sorso dalla bottiglia.

La corvina ride.
«Stai bevendo un po' troppo, sia chiaro, io la corsa all'ospedale non la faccio»

«Cretina, sono responsabile»
«E poi dovevamo sbronzarci insieme, invece hai preferito far venire qua il fidanzatino per continuare la vostra love story» con queste parole il ragazzo si prende un'occhiataccia non indifferente.

«Cretina io? Dovresti sentirti quando parli, sei davvero fastidioso. Che c'è, non scopi da un po' Andre? Suppongo sia dovuto a questo la tua ossessione nel fare continue battutine su me e lui, invidioso?» Viola sfoggia così uno dei suoi migliori sorrisi ironici.

Lui sbuffa.
«Ci vai pesante cazzo, tu invece yogurt a colazione per caso?»

Viola continua a guardarlo male.

Il campanello suona di nuovo.
Effettivamente Marco sta aspettando da un po' fuori dalla porta.

La ragazza corre ad aprire la porta.

«Ciao, scusa se non ti abbiamo aperto prima»

«Vi ho sentiti parlare, una discussione molto costruttiva mi è sembrata» ride il biondo ossigenato entrando in casa.

«Buongiorno Marco, la tua amichetta stamattina è agguerrita, si è riposata bene sulla tua spalla» la prende in giro il corvino.

Marco e Viola si guardano imbarazzati.

«Ho voglia di metterti le mani addosso, te lo giuro Andrea. Prima hai fatto il carino dicendomi tutte cose belle e ora fai lo stronzo» si lamenta lei.

«Guarda che le penso ancora eh, solo che mi piace farti arrabbiare. Sei buffa» continua Andrea.

Il platinato li osserva un po' confuso ma decide di sorvolare, si siede poi accanto all'amico.
E continuano la mattinata a parlare tutti e tre insieme, abbandonando ormai l'idea iniziale di ubriacarsi.

Il corvino ne approfitta per mostrare le sue doti culinarie cucinando il pranzo, mentre Viola ride per le discutibili tecniche usate nonostante lei abbia difficoltà anche a cucinare un piatto di pasta.
Marco è felice di vederli andare d'accordo, è anche sollevato di avere affianco una persona come Andrea, che non lo giudica e non contesta le sue scelte.

Finiscono di mangiare e il biondo ossigenato si offre di accompagnare la corvina a casa, d'altronde non è un grande sforzo fare solo qualche rampa di scale. Pensa sia davvero comodo avere il suo migliore amico nello stesso palazzo di Viola.

È che Viola è Viola.
Sarà anche una un'amicizia, una frequentazione o quel che dovrà essere, ma sarà sempre una ventata d'aria fresca ogni volta che mette piede nella quotidianità di Marco.
E lui si sente un matto nel pensare questa cosa, perché sa che dalla sua parte sta correndo un po' troppo.
Ma lui è così, si affeziona facilmente.
E a Viola non si può non volere bene.
La risata ce l'ha contagiosa e la sua ironia non può non farti venire il classico sorriso furbo e trattenuto.

«E quindi torni a lavoro dopo?» chiede il platinato mentre la ragazza apre la porta di casa.

«Sì, probabilmente sì. Non voglio avere problemi»

Marco annuisce.
«Allora ti lascio andare, ci sentiamo presto»

«Grazie per essere venuto, sono state delle belle ore»

«Stai un pochino meglio? Non te l'ho detto prima, ma mi dispiace davvero per quello che stai passando con tua sorella. In una settimana già due volte ti ho vista incazzata nera al telefono con lei»

POLVERE / Caph, bnkr44Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora