Capitolo diciotto

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𝐒 𝐄 𝐎 - 𝐘 𝐔 𝐍

La domenica è sempre stata la mia giornata di reset, sia mentale che fisico.
Mi rilassavo nella vasca da bagno, mangiando qualche cioccolatino e leggendo.
Facevo i compiti per la settimana prossima, quelli che ci avevano già assegnato, e sistemavo la mia stanza.

Quando sistemai lo zaino da portare il giorno dopo a scuola, osservai il disegno che avevo lasciato accanto all'abat-jour, in un angolo della scrivania. Sorrisi allegra e uscii dalla mia stanza.

<<Buongiorno, tesoro.>> mi salutò mia madre appena entrai in cucina, intenta a cucinare i pancake.
Le sorrisi e mi sedetti su una sedia e versai del succo d'arancia nel bicchiere.
Lei mi allungò un piatto composto da cinque pancake alla nutella.
Afferrai le posate e li tagliai con cura, cercando di non sporcarmi.

Felix fece il suo ingresso in cucina, con i capelli biondi scombinati e la faccia assonnata.
<<Buongiorno.>> disse, e la sua voce roca mi provocò mille brividi sulla schiena.
<<Buongiorno, Felix!>> lo salutò mia madre, porgendogli un piatto con i suoi pancake.
<<Grazie, signora Kim...>> Felix scosse la testa e si corresse <<Ji-Yun.>>

Mia madre sorrise e si sedette anche lei, finendo il suo yogurt greco con i cereali.
<<Volete venire con me a fare delle commissioni al centro commerciale?>> ci propose, affondando il cucchiaino nella ciotola.
Io e Felix ci guardammo. <<Certo.>> dissi, pulendomi la bocca e lasciando il piatto nel lavandino.

Felix sorrise e annuì a mia madre, quando quest'ultima aveva cercato anche il suo consenso.
<<Vado a vestirmi.>> annunciai, prima di defilarmi nella mia stanza.
Indossai dei jeans bianchi e un maglioncino giallo, perfetto per quel periodo primaverile.
Raccolsi i capelli in due trecce ordinate e presi una borsa piccola e nera, dove riposi il cellulare e il portafoglio.

Quando uscii dalla mia stanza, mi sedetti sul divano aspettando il biondo e mia madre.
Scendemmo nel garage sotterraneo del nostro appartamento. Avevo sempre avuto un po' di timore per quel posto con la luce a neon che produceva un rumore strano.
Mi spostai verso sinistra, non accorgendomi di avere Felix accanto e andando a finire contro il suo braccio.
<<Scusa.>> dissi mortificata, mantenendo le distanze.
Lui mi sorrise, non sembrava affatto toccato dalla mia goffaggine.

Raggiungemmo l'auto bianca di mia madre e mi sedetti sui sedili posteriori con tanta fretta.
Felix prese posto accanto a me e mia madre si mise alla guida.
Uscimmo dal parcheggio sotterraneo e vidi finalmente la luce del sole splendente, che poco dopo iniziò a solleticarmi il viso.

***

Arrivamo al centro commerciale, e mentre salivamo le scale mobili, mia madre si voltò verso di noi.
<<Io vado a comprare del materiale per il mio ufficio a lavoro, voi potreste andare a fare un giro.>>
<<Va bene.>> dissi, mentre, al mio fianco, Felix annuiva.

Una volta giunti al piano superiore del supermercato, ci dividemmo.
Felix adocchiò un negozio per il disegno, mentre io mi spostai in un negozio di vestiti, dato che mi servivano altri pantaloni e felpe.

Adocchiato quello che mi serviva, mi feci strada fra le corsie per raggiungere i camerini.
Qualcos'altro catturò la mia attenzione: un tubino rosso fuoco.
Amavo quel colore, così decisi di prendere quel vestito e di chiudermi nei camerini.

Le felpe e i jeans mi stavano perfettamente, così mi spogliai per l'ennesima volta e afferrai il vestito. Lo sfilai dalla cruccia e mi guardai allo specchio. Sentii tutta la mia autostima schiacciarsi sotto i piedi, mentre osservavo la mia figura.

Il vestito era stupendo, non c'era nulla da dire, era io il problema.
Mi metteva in risalto troppo le curve che non volevo dar a vedere, mi sentivo una fallita che aveva appena perso l'ultimo barlume di speranza con il suo corpo.
Lo sfilai velocemente e infilai i vestiti che avevo prima di entrare nel camerino.

Lasciai il vestito dove lo avevo trovato e andai alla cassa, per pagare i soliti acquisti: i jeans e le felpe oversize.

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