|1| Gli inizi

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Una Fiat color ambra si fermò bruscamente di fronte al cancello di una grande società sportiva.
Anche dall'interno del veicolo si riuscivano a udire i rumori lontani, dai giocatori in campo che si allenavano agli adulti e ai genitori che bevevano e se la spassavano.
Il sole splendeva alto in quel cielo di settembre: autunno era alle porte, ma la stella picchiava più che mai.

Scese dall'auto un ragazzino di dodici anni e un adulto, il padre di lui: il ragazzo era di media statura, magro; aveva i capelli rossi che gli coprivano la fronte e gli occhi verde rugiada che stavano fissando ogni angolo di quei folti campi.
«Sono pronto papà» disse il ragazzino, tirando un sospiro.

«Divertiti, amore» rispose l'uomo sorridendo, e si abbracciarono.
L'uomo risalì nel veicolo. La macchina riprese a partire e il padre se ne andò. Il figlio, invece, rimase un attimo fermo, pensieroso, davanti al cancello di ingresso, per poi decidersi ad entrare e raggiungere la sua nuova squadra.

Era il primo allenamento di rugby per Nicholas Tylor, chiamato dagli amici Nick.
Aveva un carattere abbastanza chiuso, si apriva poco sia con gli amici che con i parenti. Però era buono e gentile con chiunque, e nessuno gli aveva mai fatto perdere la calma...

Nick entrò in spogliatoio e ci trovò dentro una miriade di ragazzi.
C'era chi giocava sul proprio cellulare (soprattutto a Hay Day), chi leggeva, chi studiava materie per il giorno seguente e chi chiacchierava con gli amici.
Tutti ignorarono il nuovo arrivato.
Però ce n'era uno che, alla sua entrata, lo aveva subito notato e non aveva esitato a dargli il benvenuto.

«Emh, ciao! Sei nuovo?» gli chiese il ragazzo.
Deve essere il capitano della squadra, pensò Nick.

«Hey!» Nick fece un accenno di saluto. «Sì, sono nuovo.» rispose un po' imbarazzato.

«Ah. Allora benvenuto in squadra...»

«Nick. Mi chiamo Nick.»

«Benvenuto in squadra Nick. Io mi chiamo Leo» rispose l'altro.
Leo era un ragazzo alto per la sua età. Aveva i capelli corvini sistemati in un taglio abbastanza particolare; aveva gli occhi giallastri, che riuscivano a riflettere qualsiasi cosa e portava degli orecchini ambrati.

«Piacere» Nick porse la mano a Leo e se le strinsero.

Quel giorno segnò la loro vita per sempre...

••••

Scesero in campo, tutti assieme, come una squadra.
Era una giornata proprio calda: il sole batteva anche negli angoli oscurati dall'ombra degli alberi attorno ai campi e alcuni rischiarono anche di svenire.

Una volta che tutta la squadra arrivò in campo e si sistemò in un cerchio, il capitano, nonché Leo, presentò alla squadra Nick prima che arrivasse l'allenatore; o meglio, l'allenatrice.
Tutti lo accolsero a braccia aperte e ben presto divennero tutti amici del nuovo arrivato. E il rosso ne era felice.

Arrivò l'allenatrice, una donna sulla quarantina, alta con corti capelli di un biondo molto chiaro e occhi neri come la pece;  tutti iniziarono ad allenarsi, come al solito.
Nick e Leo, invece, rimasero in disparte.

«Allora, Nick» cominciò il capitano «Io, oggi, ho il compito di farti conoscere le fondamenta del rugby. Però, per iniziare, dobbiamo fare riscaldamento. Per curiosità, che sport facevi prima?»

«Facevo atletica. Poi, quando mi sono stufato, un amico mi ha detto di provare a fare rugby, perché diceva che ero portato.»

«Interessante. Presto imparerai e spero che questo sport ti piaccia.» concluse Leo.

Iniziarono a fare un po' di riscaldamento, anche se, con il caldo che il sole procurava, per scaldarsi bastava un attimo.
«Sai almeno come si fanno le andature?» chiese scherzando Leo.

Tra Sogni, Palloni e Amori Paradisiaci | una vita fatta di imprevisti |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora