|13| Il ballo

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3 settimane dopo

Mancavano poco più di un giorno al ballo.
Il ballo di primavera era una tradizione: quelli del biennio ce l'avevano una settimana prima rispetto al triennio.

Tutti i ragazzi della classe dei due amici avevano un' accompagnatrice o un' accompagnatore per il grande giorno, tranne Nick, che ha preferito essere "da solo" e passare la serata con i suoi compagni di rugby, quelli che non avevano la ragazza.

Il giorno prima, un venerdì, tutte le classi di prima e seconda non parlavano altro che del ballo.

Nick era già in classe, come sempre immerso nel suo mondo ideale.

Leo, quel giorno, era agitatissimo: il giorno seguente avrebbe dovuto lasciare Elisabetta e odiarla per quello che gli ha fatto.
E, queste due cose, le avrebbe fatte con molto piacere.

Entrato in classe, come sempre, vide il suo migliore amico perso nel pensieri, con le cuffiette alle orecchie, mentre fissava qualsiasi cosa al di là del vetro della finestra.
«Buongiorno Rosso!» il capitano era da circa una settimana che ha cominciato a chiamarlo così, e a Nick piaceva.

Lui si tolse una cuffietta e rispose: «Buongiorno capitano». Lo squadrò da capo a piedi, con un'aria confusa. «Ti vedo agitato oggi»

Ma come fa? pensò Leo.
«Già. Non vedo l'ora che arrivi domani sera...»
Voleva finire la frase, ma arrivò la traditrice, che salutò, stranamente, solo Leo.

«Ciao Eli» rispose quest' ultimo in tono secco.
Lei lo guardò e, controvoglia, andò a sedersi. Non voleva avere a che fare con lei prima del giorno dopo.

«Mamma mia Leo. Sei stato troppo duro» gli sussurrò Nick.
«Senti: non voglio parlargli fino a domani. Sennò piango per ore con la testa sul cuscino. E non lo voglio. Salutandola in quel modo, avrà capito tutto» gli rispose.

Pausa: per due minuti, i due ragazzi stettero in silenzio, guardando ognuno sul proprio banco. Poi, a rompere il silenzio fu il rosso:

«Senti, ti faccio una proposta: ti va di venire da me domani, così, mentre ci prepariamo per il ballo, revisioniamo il piano per lasciare quella troia una volta per tutte?»
Leo rifletté a lungo, e poi diede la sua risposta: «Nessun problema. Vengo un'oretta e mezza prima, così abbiamo tempo. Comunque, grazie per avermelo chiesto»
«Figurati» gli rispose, facendo nascere un sorriso sul volto dell'amico.

••••

Durante la giornata, Nick e Leo stettero molto attenti alle lezioni, chiacchierando qualche volta.
Le ultime due ore hanno avuto una verifica di grammatica, che ad entrambi andò piuttosto bene.

All'una, come ogni giorno, la campana suonò e tutti gli studenti si catapultarono fuori dalle aule come cavalli pazzi.
Il rosso e il capitano, come sempre, furono due tra i pochi ad uscire per ultimi.

«Ok. Allora, domani vieni verso le quattro e mezza a casa mia. Porta tutto quel che ti serve per preparati per il ballo, mi raccomando» disse Nick
«Senz'altro, amico mio. Ci si vede domani. Rosso» rispose, abbracciando l'amico che, da un mese e mezzo circa, ogni volta che veniva abbracciato dal suo migliore amico, le sue guance cominciavano a bruciare.

Tornarono nelle rispettive case.
Il giorno seguente avrebbero avuto il loro primo ballo.
Quel giorno avrebbero mollato Elisabetta per sempre.
Quel giorno, per loro, sarà una delle loro favole preferite...

••••

Sabato mattina c'era poca gente del biennio a scuola, perché in tanti si stavano già iniziando a preparare per il gran ballo.

Tra Sogni, Palloni e Amori Paradisiaci | una vita fatta di imprevisti |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora