Luglio 2017
Era da circa un mese che la scuola era finita per Nick e Leo.
Per tutto quel tempo, sono rimasti chiusi in casa, a scrollare su Instagram, a chiamarsi per tutto il giorno o a fare i compiti assegnati per le vacanze.Avevano avuto qualche idea su quando vedersi in quell'estate: soprattutto Leo.
Al capitano non piaceva starsene a casa, sentendo il suo migliore amico: voleva incontrarlo, a tutti i costi.
Quindi, un giorno, lo chiamò:«Pronto?»
«Ciao Nick!» rispose Leo. «Come stai?»
«Benone. Stavo leggendo. Come mai mi hai chiamato?»
«Ho un bisogno estremo di vederti...»
«Anche io... Quindi, hai qualche idea?»
«Già. Domani, verso le dieci, al parco vicino a casa mia. Ti avviso: portati dietro dei soldi, non si sa mai»
«D'accordo, capitano! Quindi, domani alle dieci, al parco dietro casa tua?»
«Esatto. Bene, io tolgo il disturbo. Buona lettura, Nick»
«Grazie. Buona giornata Leo»
«Baci, ciao» concluse, e chiuse la chiamata.
La sua faccia cominciò a bruciare, e non per il caldo...
La faccenda sul fatto che gli piaceva il rosso gli tempestava la mente ogni giorno di più.
Il fatto che aveva concluso una chiamata con la parola "Baci" lo scombussolò tanto quanto prima...Cercò di non pensare e si distese sul letto: chiuse gli occhi e cercò di dormire un po' per scacciare via i pensieri.
Dormì per tre ore buone: effettivamente funzionò come metodo "scaccia-pensieri"; quando si svegliò, erano più o meno le quattro e mezza: si alzò velocemente dalla sua ragione di vita, prese i libri e cominciò a fare un po' di compiti...
••••
Il rosso, una volta chiusa la chiamata, si portò il cellulare al petto e cominciò a girare la sedia: era felicissimo di poter vedere Leo dopo un sacco che non si vedevano.
Nick, contieniti cazzo! pensò dopo poco.
Si alzò dalla sedia e andò in salotto: l'aveva chiamato sua sorella per continuare Attack on Titan, e lui non esitò ad andare.Rimasero sul divano, con tè freddo e anguria tagliata a cubetti, per più di due ore, e il rosso si "dimenticò" di tutto: si stava concentrando solo sull'anime.
••••
Il giorno seguente, il sole di luglio picchiava talmente forte che la voglia di uscire di casa era pari a zero.
Ma i ragazzi, quella voglia, ce l'avevano: eccome se ce l'avevano.Alle dieci del mattino, il capitano era già nel luogo indicato, seduto all'ombra, ai piedi di una grande quercia.
Stava guardando il cellulare, e nel mentre arrivò anche il rosso.«Hey, Leo...»
Quest'ultimo alzò la testa, e sul suo viso sbocciò un sorriso invidiabile.
«Ciao, Nick!» disse, saltando addosso all'amico.Si tennero stretti per un paio di secondi, e poi si staccarono.
«Come stai?» chiese il capitano.
«Bene, adesso che siamo insieme...» rispose, e la sua faccia assunse un colore rosato.
«Mi sei mancato, sai?»
«You too».Senza se e senza ma, si abbracciarono ancora.
«Allora... Ti va di fare una passeggiata?» chiese Leo.
«Senz'altro, amico mio»I due cominciarono a camminare senza meta, chiacchierando di qualsiasi cosa gli sia successa durante quel mese d'estate.
Fecero così per due ore piene, e non si annoiarono neanche un secondo.Verso mezzogiorno e mezza, si fermarono.
«Mamma mia! Già così tardi!» disse sorpreso il rosso.
«Infatti... Io ho fame»
«Anche io, sinceramente»
«Hai i soldi?»
«Sì?...»
«Seguimi»Il capitano proseguì e Nick lo seguì, senza fiatare. Dopo cinque minuti, si ritrovarono di fronte all'entrata di una pizzeria.
«Ti va una pizza?»
Nick ansimava ed era rosso in viso. Alla fine rispose: «Ovvio, Leo!»Entrarono e si sedettero al tavolo dato dal cameriere.
Era un posto silenzioso e poco frequentato, ma dicevano che qui facevano una pizza da far paura.Circa due i minuti più tardi, arrivò il cameriere per prendere gli ordini:
«Per me una capricciosa media e una Fanta» gli proferì Leo.
«Per me, invece, una tonno e cipolla piccola e una Sprite, grazie» proseguì Nick.Nel mentre che le pizze venivano preparate, i due chiacchierarono:
«Sei contento di questa giornata, Rosso?»
«Mai stato così tanto felice» sul viso del rosso apparse un sorrisino semplice, che però fece arrossire il capitano.«Che palle starsene a casa da soli a fare un'accidente tutto il giorno, non trovi?»
«Concordo pienamente, capitano!»
I due scoppiarono in una fragorosa risata; intanto, le pizze erano arrivate.Mangiarono piuttosto in fretta; lasciarono la mancia per il cameriere, andarono a pagare e uscirono.
Il sole splendeva alto nel cielo e i riflessi colorati apparvero ovunque su ogni superficie: erano lo spettacolo naturale più bello in quel momento.I due amici guardarono quel bello spettacolo, per poi fissarsi a vicenda.
«Secondo me, è una sorta di fortuna questo, sai?»
«Anche secondo me» rispose il capitano, sorridendo.Senza esitare, si abbracciarono e si tennero stretti: la loro amicizia era un pallone impossibile da bucare per chiunque.
Poi, però, il rosso doveva tornare a casa:
«Mi dispiace che la serata sia già finita» disse.
«Dispiace tanto anche a me» rispose lui.«Ci sentiamo domani, Leo»
«Promesso. Ciao, Nick»
«Ciao»
Si abbracciarono e poi Nick si diresse verso casa sua; nel mentre, Leo era fermo, ad osservare quella meraviglia colorata nel cielo.Mi piace, è definitivo. E questa ne è la prova, pensò, facendo una bella foto ai riflessi colorati che si stavano creando, e poi la postò su Instagram: la didascalia recitava "una giornata da favola 💙"
Poi, poco prima, aveva anche scattato una foto con lui e il suo migliore amico di spalle di un riflesso roseo, e l'aveva impostata con e sfondo sul cellulare.
Così la nostra giornata da favola non ce la scorderemo mai.--------------------------
Wow. A scrivere questo capitolo mi sono scese un paio di lacrimuccie.
Vi è piaciuto? Spero di sì.
Lasciate una 🌟 e seguitemi, se non l'avete ancora fatto 💙.
Buon weekend tesori miei 😽
STAI LEGGENDO
Tra Sogni, Palloni e Amori Paradisiaci | una vita fatta di imprevisti |
Romance"Quel giorno segnò la loro vita per sempre" [In Corso - In Revisione] Nick e Leo si sono conosciuti nei campi da rugby e fin da subito, tra loro si era formato un legame che nessuno sulla faccia della terra sarebbe riuscito a spezzare. Al liceo ca...