|25| Primo amore

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Era l'ultimo giorno di scuola e, per i rugbisti, era anche il giorno dell'ultimo allenamento prima di Natale.

Quella giornata era particolarmente triste: la pioggia cadeva incessantemente da cielo e i tuoni si sentivano in continuazione.
Tutto questo fino alle tre del pomeriggio.

La scuola era stranamente silenziosa: si sentivano i passi pesanti degli studenti che raggiungevano le classi e la pioggia che picchiava sui muri esterni della struttura.

In 2^D, già tutti i ragazzi erano seduti davanti ai propri banchi, con libri aperti e quaderni pronti all'uso.

Nick e Leo erano ai propri posti che rivedevamo gli esercizi assegnati dalla Smith, mentre chiacchieravano e si distraevano.

«Madonna che odio l'italiano» imprecò Leo a bassa voce, mentre si metteva le mani nei capelli per lo stress.
«Sai che ci sono per darti una mano, sai?» li rassicurò Nick, mettendo la sua mano sulla spalla del capitano.

«Grazie...» sussurrò.
Si fissavano intensamente gli occhi: le loro iridi brillavano ed erano felicemente colorate.

Purtroppo, ad interrompere quel bel momento fu la Smith, che entrò con foga in classe; appoggiò le sue cose e salutò gli alunni con suo solito sorrisino complice in faccia.

I due si staccarono bruscamente e cominciarono a seguire la lezione di letteratura, senza però prendere appunti, come di solito dovrebbero fare.

Due ore passarono velocemente: ininterrottamente, la Smith spiegò infinite cose e ad un certo punto nessuno era più in grado di seguire con grande attenzione.

Arrivata la ricreazione, tutti i ragazzi esultarono e corsero verso la porta, uscendo velocemente e con foga.
Come al solito, i due a rimanere in classe furono Nick e Leo.

Entrambi osservavano la finestra: le gocce continuavano a cadere incessantemente, producendo un rumore piacevole al contatto con i muri e i vetri.

«Cazzo, proprio oggi doveva piovere?» cominciò Leo, rompendo il suono della pioggia che si era creato un aula.

«Appunto... Abbiamo l'ultimo allenamento oggi»

«Beh, almeno a fine allenamento possiamo buttarci nel fango!»

«Hai ragione» concluse io rosso, seguito da una risatina esile. «Questo significa vedere il lato positivo delle cose»

Il capitano si girò velocemente e stava fissando il ragazzo.
«Nick, quando dici cose così mi incanto ogni volta, lo sapevi?»

Il viso di Nick iniziò a bruciare e nel giro di pochissimo tempo le sue gote erano color pomodoro.
«Si nota un po', ma non ci avevo mai fatto caso.»

«Adesso lo sai»

I loro sguardi erano persi negli occhi di entrambi, e i loro corpi iniziarono ad emanare calore in tutta la stanza.

Si avvicinarono sempre di più senza accorgersene, e pian piano i loro nasi si sfioravano leggermente.

Pochi secondi più tardi, la campanella suonò, segnando la fine della ricreazione, facendo si che i corpi dei due ragazzi si allontanassero sempre di più, imbarazzati.

Tutti i compagni di classe entrarono in aula, sedendosi e aspettando che il professore arrivasse.

«Stasera, allora, ci impegneremo e ci divertiremo»
«Contaci, capitano» disse, facendo arrossire Leo.

••••

Quella sera era strana: la pioggia aveva cessato di cadere, ma i campi erano più marroni che verdi e in alcuni punti si erano formate delle pozzanghere.

Tra Sogni, Palloni e Amori Paradisiaci | una vita fatta di imprevisti |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora