Capitolo 6

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2 agosto 2020

Guardò insistentemente l'orario che apparve sullo schermo. Era seduta su una sedia, all'interno della cucina di casa Locci, in attesa che Andrea degnasse il mondo della sua presenza. Erano già in ritardo di dieci minuti e i loro amici li aspettavano al bunker per poter andare al mare tutti insieme; il corvino non si era ovviamente svegliato in tempo e Anita dovette far affidamento alle urla della madre per poter svegliare il figlio.

«Sta arrivando» Paola entrò nella stanza con una faccia esasperata.
«Ho messo nello zaino di Andrea della frutta in più per tutti, se ne volete»
«Oh grazie, anche mia mamma mi ha dato tantissima roba» Luisa era sempre stata molto apprensiva per il cibo e, anche quella mattina, Anita si ritrovò discutere con lei per lasciare qualcosa in casa, dopo aver notato che il suo zaino non si chiudeva nemmeno.

«Ci sono» Il corvino raccattò le sue cose e, senza mostrare un accenno di allegria, salutò la madre.
«Mi raccomando, scrivi quando siete arrivati» Paola urlò sull'uscio della porta, rivolta al ragazzo che, insieme alla castana, percorreva il vialetto.
«Sì ma', contaci» Si girò col suo solito sorriso sghembo, alimentando l'espressione contrariata della madre.
«Anita, tienilo d'occhio»
«Come sempre» Le fece l'occhiolino ridendo, per poi incontrare gli occhi vispi del corvino.

Salirono sulla macchina di Andrea, il quale si fece sfuggire uno sbadiglio prima di infilare la chiave e mettere in moto.
«Vedi di svegliarti, sono sicura che Dario ti farà il culo a strisce»
«Anita, sono le 8 e 20 del mattino... Ho bisogno di tempo» La castana lo guardò infastidita, pronta a sputargli addosso le peggio cose, ma si trattenne per amor proprio: se avessero iniziato a discutere non sarebbero neanche usciti dal parcheggio.

«Finalmente! Stavamo per andarcene senza di voi!» La voce stridula di Dario arrivò subito alle loro orecchie, come previsto.
«Il bimbo non voleva scendere dal letto» Andrea lanciò un'occhiataccia alla ragazza che, incurante, fece spallucce.
«Dai forza, chi deve venire con noi?» Molto svogliatamente, il corvino pose la domanda, così Duccio, Marco e Pietro si mossero nella loro direzione.

«Come cazzo lo metto questo?» Caph stava bisticciando con l'ombrellone, che non ne voleva sapere di entrare nella bauliera, occupata da zaini, palloni e racchette.
«Da' qua!» Faster gli strappò l'oggetto dalle mani e innervosito fece in modo che tutto stesse al suo posto. Chiuse lo sportello con violenza e furono pronti per partire. Anita alzò gli occhi al cielo, sicura che il viaggio, con quei quattro in macchina, l'avrebbe messa a dura prova.

«Faster, fammi mettere la musica» Erano entrati in autostrada da soli due minuti e Pietro pretese di essere l'addetto alla radio, andando contro le volontà dell'unica ragazza lì presente.
«Non credo proprio» Anita collegò il suo Bluetooth e fece partire la playlist, preparata accuratamente la sera prima.
«Ti prego, togli questa roba» Marco si lamentò tappandosi le orecchie con le mani. La castana lo ignorò, mentre si godeva le canzoni reggaeton che facevano vibrare le casse dell'auto.

«A Pietro piace» Si girarono verso il biondo mentre muoveva la testa a ritmo e, col suo tenero sorriso, guardò gli altri confuso, non capendo perché tutti lo stessero fissando. Marco lo insultò sottovoce, costretto a sorbirsi in silenzio quello che per lui era uno strazio. Il viaggio continuò tra infiniti piagnistei e litigi.

«Andrea, puoi mettere l'aria condizionata? Mi sto squagliando»
«Duccio, l'ho già messa!» Il rosso si accasciò sul sedile, quasi teatralmente.
«Resisti ancora un po', siamo quasi arrivati» Marco cercò di consolarlo, ricevendo uno sguardo tanto afflitto da far invidia alla Pietà di Michelangelo.

«Dove cazzo sta andando Ghera?» Andrea inveì contro l'amico che guidava davanti a lui, dopo aver imboccato una stradina sterrata in mezzo alle pinete. Il corvino non era un grande amante del mare, ma, pur di stare con i suoi amici, metteva da parte l'astio e si faceva coraggio, sebbene faticasse a trattenere il nervosismo. Anita gli passò una carezza sul collo, posandogli un tenero bacio sulla spalla nuda.

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