Capitolo 24

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18 dicembre 2020

«Anita basta, quanti ne hai bevuti?» Allegra levò il bicchiere dalle mani della castana.
«Ridammelo, Jack voleva che lo provassi» La ragazza, decisamente brilla, si lamentò riafferrando il contenitore di vetro.
«Lo hai già provato venti minuti fa» La bionda ribatté con tiritera, consapevole che gestire l'amica in quella serata si preavvisava un'impresa non da poco.
«Davvero? Non mi ricordo» Anita scoppiò a ridere divertita, voltandosi con una giravolta e percorrendo il piccolo andito a suon di musica.

Ghera aveva deciso di dare una festa prima delle vacanze di Natale, prima che molti rimanessero chiusi in casa sequestrati dalle famiglie e dai parenti. Era la prima volta, dopo più di un mese, che Anita metteva piede al bunker in occasione di serate del genere. In quelle settimane ne aveva provata di ogni per evitare il corvino e ci era anche riuscita: non lo vedeva spesso, se non quando si incrociavano rientrando o uscendo di casa, per casi fortuiti legati ad impegni diversi.

Allegra aveva insistito tantissimo affinché fosse presente anche lei quel venerdì. Aveva accettato solo per evitarsi l'ennesima lagna da parte dell'amica, che le avrebbe rinfacciato fino alla fine dei suoi giorni di essersi persa quella festa a cui era invitata una marea di gente. Infatti, procedeva a tentoni tra le persone sudate e incastrate tra gli angolini più angusti del seminterrato e, di certo, non la aiutava il fatto di aver l'equilibrio di un vaso di fiori in mezzo ad una tempesta di vento.

La sensazione di leggerezza che provava le diede tregua dalla pesantezza che la schiacciava a terra e, sin da quando aveva deciso di partecipare, quello era stato il suo unico obiettivo: non pensare, anche solo per una notte. Si appoggiò alla parete per sorseggiare il drink, sentendo il bruciore mandarle in fiamme la gola. Si rimise in cammino alla ricerca di una boccata d'aria, fuggendo all'afa invivibile che si era formata all'interno.

Si buttò sui gradini, incurante della gonna che lasciava intravedere le sue gambe più di quanto avrebbe voluto. Poggiò la spalla sulla ringhiera, mandando giù l'ultima goccia di quell'intruglio mistico che Jacopo si era inventato. Non aveva una percezione esatta di ciò che le stava succedendo intorno, ma la disinvoltura con cui guardava attentamente tutti coloro che, come lei, si erano lasciati andare più del dovuto, era una cosa che avrebbe voluto avere anche da sobria.

Il giardino era occupato da molti ragazzi che fumavano e ballavano, con la musica che rimbombava forse fino alla fine del vicinato. A cose normali, si sarebbe trovata a disagio, da sola in mezzo ad altri, ma in quel momento non le importava assolutamente nulla.
«Fa un po' freddo, dovresti coprirti» Una voce sconosciuta le arrivò alle orecchie, ridestandola dallo stato di trans in cui era caduta.
«Sto benissimo amico» Con un pollice in su, rispose sorridente al ragazzo biondo che, in piedi, la guardava dall'alto.

«Tu hai l'aria di essere un po' ubriaca» Constatò ridendo per poi abbassarsi e sedersi al suo fianco.
«Dignitosamente brilla» Lo corresse divertita, fermandosi a guardare qualche secondo in più il dito che aveva sollevato vicino al volto del biondino.
«Se lo dici tu» Scosse la testa divertito. Si sfilò la giacca e la mise sulle spalle della castana.
«Stai tremando e non te ne accorgi neanche» Anita si perse a fissarlo, ignorando le sue parole e il suo gesto. Assottigliò gli occhi e avvicinò il viso, sotto l'espressione confusa del tipo.

«Io ti ho già visto ma non ho la più pallida idea di come ti chiami» Con tono innocente, esternò i suoi dubbi.
«Sono Marco, o Drast, come preferisci. Ci siamo visti un po' di tempo fa. Tu sei Anita, giusto?» La ragazza si portò una mano sulla bocca spalancata per la sorpresa.
«Noooo vabbè, quello degli Psicologi. A-do-ro» Il biondo sorrise per la reazione buffa della castana, se la ricordava decisamente in modo diverso.

«Mi piacciono un sacco le tue canzoni su SoundCloud»
«Grazie»
«Dico sul serio. Però non dirlo a Faster, a lui non stai simpatico» Gli fece segno di stare in silenzio, senza riflettere abbastanza su quello che aveva appena detto.
«Ah sì, come mai?» Drast sapeva benissimo perché non andasse a genio ad Andrea, al contrario del suo compagno di duo Alessio. Non si odiavano, ma la gelosia del corvino era un ostacolo non indifferente da superare.

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