15 gennaio 2021
Sin da quando era piccola, ad Anita avevano sempre detto quanto l'essere persone buone fosse una grande virtù, l'avevano sempre elogiata per la sua estrema bontà e gentilezza. Saper porgere l'altra guancia è un'azione che spesso si fatica ad insegnare, eppure per lei era un gesto così naturale. Con gli anni, aveva capito, però, che lei era una su un milione, che non tutti si sarebbero presi il peggio, pur di non far torto ad altri, e ci era arrivata a sue spese.
Alle medie, aveva imparato a non trovare sempre un lato positivo nei suoi compagni, accorgendosi che pensare prima di parlare non era una prerogativa dei soli adulti e, se lei lo sapeva, anche loro potevano arrivarci. Non capiva il senso delle prese in giro, tante volte giustificate con la scusa degli ormoni: “sono gli ormoni”, ripetevano le insegnati e i genitori, eppure erano anche le ragazze come lei ad essere delle vipere e no, crescendo non erano migliorate.
Al liceo, aveva imparato a misurare con premura i suoi favori, dopo aver compreso che in molti non erano disposti a mandare a loro volta gli appunti che lei, invece, condivideva con generosità. Per come era stata educata, conviveva con la consapevolezza che era giusto non aspettarsi nulla in cambio, perché è questa la base dell'altruismo, ma non poteva negare di rimanerci male. Non era mai stato il fatto di essere ingenua, perché capitava che, chi si trovava davanti, non le andasse a genio, ma far finta di nulla le era impossibile, soprattutto se con queste persone ci doveva stare sei ore al giorno.
Quindi, con tanta fatica, aveva iniziato a dire i suoi primi no, cammuffati ovviamente da innocenti scuse per non sembrare troppo maleducata. Così era arrivata all'università, felice di poter passare inosservata, inquadrando perfettamente chi si sarebbe meritato la sua benevolenza e dando sfogo a tutta la sua diffidenza. Ovviamente non sempre riusciva nel suo intento, ma, da ormai adulta, sicuramente sopportava meglio il dispiacere.
Solo una cosa non aveva imparato, forse la più importante: non sapeva farsi valere o, meglio, nelle poche volte in cui ci riusciva, non sapeva farlo senza poi sentirsi in colpa. Le vicende di quell'estate passata, tra Azzurra e la mamma di Mirco, erano stati alcuni esempi delle infinità di episodi simili, in cui si ritrovava sempre a mordersi la lingua per paura di ferire come, magari pochi secondi prima, era stata ferita lei. Tuttavia, si crogiolava comunque nel dolore anche quando provava a ribattere, cadendo nel tormento dei suoi rimpianti.
«Anita, sono passate due settimane da quando lo hai mandato a fanculo, devi smetterla di affliggerti per averlo fatto!» Allegra, seduta a gambe incrociate sul materasso del suo letto, urlò spazientita contro la ragazza sdraiata a pancia in su.
«Alle ha ragione, Andrea è stato un coglione, se lo meritava» Ginevra, nella stessa posizione della bionda, sull'altro lato del letto, rimarcò le parole dell'amica.«Lo so, ma è più forte di me! Alla fine mi ha trattata così perché io non gli ho lasciato modo di chiarire» Ribatté esasperata, mantenendo lo sguardo fisso sul soffitto.
«E ok, ci può stare. Però è giusto così, non dimenticarti che lui non ti ha chiesto scusa» La ragazza dalla frangia viola mise tutta la sua buona volontà per far ragionare la castana.
«È Faster, non chiede mai scusa e mai lo farà» Allegra chiarì il dettaglio su cui Ginevra aveva sorvolato.«Beh, lei è l'unica con cui lo ha sempre fatto, perciò è ancora di più nel torto» Gin aveva ragione: Anita era la sola a ricevere le scuse di Andrea, ogni qual volta si comportava male, la sola per cui tentava di mettere da parte l'orgoglio.
«Potrei chiedergli scusa anche io, siamo entrambi nel torto»
«Adesso ti picchio!» La bionda si lanciò sull'amica, scuotendole energicamente le spalle. Per quanto fosse un discorso serio, le tre scoppiarono inevitabilmente a ridere.
«Non ti azzardare a fare il primo passo! Giuro che ti stacco la testa» Allegra si allontanò per riprendere fiato.
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Sei la luna || Faster
FanfictionAndrea e Anita sono il sole e la luna, uno illumina tutto ciò che trova nel suo cammino, l'altra ha bisogno della luce del sole per poter brillare. «Anita, non fuggire da me, ti prego» Sussurrò nell'incavo del suo collo, [...] «Lo hai detto pure t...