Capitolo 9

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21 agosto 2020

«Raga, vi va il gelato?» Camilla, la padrona di casa, si rivolse alle ragazze che quella sera aveva invitato per una cena organizzata mesi e mesi addietro. Era una delle poche amiche che Anita era riuscita a farsi quando aveva iniziato l'università, molto affine al suo carattere introverso: non avrebbe mai pensato di essere capace ad aprirsi a nuove amicizie dal nulla, eppure Camilla l'aveva subito rapita per i suoi modi pacati e gentili.

«Io propongo anzi un bel bicchiere di vino e sigaretta» Marta, con il consenso delle altre, si permise di aprire il frigo e, poco dopo, tutte si ritrovarono con un calice a testa, sedute al tavolo della cucina, solleticate dalla leggera brezza che entrava dalla porta-finestra. Camilla era stata fortunata a trovare un appartamento in affitto in uno dei quartieri più vicini al centro di Firenze, ad un costo non eccessivamente elevato. La casa aveva un'atmosfera decisamente retrò e non tutto funzionava alla perfezione, ma la vista che aveva sulla cupola del Brunelleschi valeva la pena di sorvolare sui problemi con cui la ragazza era obbligata a convivere.

Anita espirò una nuvoletta di fumo, per poi scuotere delicatamente la sigaretta sul posa cenere. Non andava sicuramente fiera del suo vizio, ma, purtroppo, doveva ammettere a se stessa di non riuscire a fare a meno della sensazione di leggerezza che provava. Avrebbe di certo potuto trovare modi più salutari per sentire l'ebbrezza del lasciarsi andare, ma le piaceva l'idea di essere in grado, per qualche minuto, di essere meno arrendevole alla sua razionalità.

«Senti Anita, posso chiederti una cosa» Azzurra si rivolse alla castana, che, con un sorriso timido, annuì piuttosto incerta. Non le andava particolarmente a genio quella ragazza, troppo esuberante per i suoi gusti, però a Camilla stava simpatica ed era troppo buona per rispondere ai toni eccessivamente velenosi che spesso utilizzava.
«Come mai non hai rifiutato il 26?» Anita socchiuse le labbra: era certa che fosse una domanda provocatoria condita con un generoso pizzico di invidia. Azzurra non aveva la media alta come la sua, non era la prima volta che metteva in evidenza momenti di debolezza, non solo suoi, ma anche di altri.

Rifletté qualche minuto su cosa dire, gli occhi meschini della bionda, puntati su di lei, la mettevano in soggezione e non poteva neanche contare sul supporto delle due restanti, stupite allo stesso modo dall'uscita impertinente.
«Non volevo perdere tempo a ridarlo» Rispose molto vaga, convinta di chiuderla velocemente. Ci aveva messo un paio di settimane per mettere quiete alle sue paranoie e, a distanza di quasi un mese, sperava di non doverci pensare più.

«Però ti abbassa la media» Azzurra, al contrario, non aveva per nulla intenzione di lasciar perdere.
«Già, però andrà meglio il prossimo» Abbassò il capo insicura. Sentiva lo sguardo apprensivo delle altre che, pur non essendo a conoscenza di ciò che c'era dietro quella scelta, sapevano quanto la ragazza soffrisse il giudizio altrui.
«Dai, basta parlare di università, fino a settembre è argomento off limits» Con un occhiolino di incoraggiamento, Camilla decise di entrare in suo soccorso.

«Ecco infatti. Azzu, come va con quello di ingegneria?» Marta andò dietro alla padrona di casa.
«Mah, niente di ché, scopiamo ebbasta»
«Lui sembra molto innamorato» La castana fu sollevata dall'aiuto della rossa, consapevole che non le poteva fregar di meno della povera preda di Azzurra.
«Sticazzi, è noiosissimo ma scopa molto bene» Sorseggiò la sua bevanda alcolica ma la frase lasciò Anita troppo di stucco per bloccare la sua curiosità.

«E non hai paura di ferire i suoi sentimenti?» La bionda la guardò come se avesse detto la peggior blasfemia.
«Non è proprio il mio tipo, cavoli suoi» Fece spallucce ma, subito, un ghigno comparve sulla sua bocca.
«Sai quel è il mio tipo ideale?» Anita negò alquanto incerta su cosa aspettarsi.
«Il tuo amico, quello con i capelli scuri. Andrea, giusto?» Spalancò gli occhi, completamente destabilizzata.
«Che c'è? Ho detto qualcosa di sbagliato?» Azzurra sapeva che esternando quel pensiero avrebbe lasciato la ragazza senza parole, ma non pensava ad una reazione del genere.

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