6 marzo 2021
L'aria fredda della mattina obbligò Anita a godere ancora un po' del dolce tepore donato dalle coperte. Erano ormai settimane che abbandonava il suo letto troppo presto, costretta a recarsi in università per seguire le lezioni del secondo semestre, da poco iniziato. Aveva dormito tanto rispetto ai suoi standard e, dal piano di sotto, sentiva sua madre aprire le ante delle credenze, probabilmente intenta a cercare le cose per la colazione.
Con non poca fatica, si alzò e indossò immediatamente la felpa. Trascinò fino alla scrivania i piedi coperti dai suoi calzini pelosi, rigorosamente decorati da dettagli natalizi. Staccò il caricabatterie dalla presa e accese il telefono, per poi dirigersi verso il corridoio. Lo schermo del cellulare si illuminò e subito apparvero le notifiche arrivate durante la notte. Diede un'occhiata veloce, scendendo con cautela le scale, ma, arrivata all'ultimo gradino, un messaggio catturò la sua attenzione.
Andre☀️: buongiorno stella, oggi pranzo al lago. Andiamo in moto, vestiti pesante;)
«Perché stai sorridendo come un'ebete?» Luisa si affacciò all'ingresso della cucina, vedendo la figlia imbambolata a fissare il telefono.
«Nulla» La castana rispose vagamente, non considerando lo sguardo inquisitorio della madre e camminando in direzione del tavolo. Versò il latte nella tazza, posandola delicatamente nel microonde, attenta a non far cadere alcuna goccia.
«Era Andrea vero?» Anita si voltò, incrociando l'espressione accigliata di Luisa.«Può darsi» Non aveva mai saputo mentire a sua mamma e, di certo, non avrebbe imparato in quell'attimo di pura criticità. Il timer del fornetto la avvertì di prendere la bevanda scaldata, così poté evitare ancora la presenza della donna.
«Ora capisco perché sei così tranquilla in questi giorni: quando pensavi di dirmi che siete tornati insieme?» Anita per poco non si strozzò col biscotto che aveva appena morso.
«Mamma, con calma: abbiamo deciso di ripartire piano piano»«Scommetto che Andrea non ha insistito molto. Clara lo sa?» Il tono di rimprovero della madre la fece tremare. Abbassò il capo con fare colpevole, nascondendo le guance rosse tra i capelli sciolti che le ricadevano in avanti.
«Mi ha insultata» Sussurrò in un filo di voce, quasi impercettibile.
«Ha ragione. Per mesi hai rotto i coglioni a chiunque e ora sei tornata indietro. Cosa ho fatto per avere una figlia così sottona?» Luisa si portò una mano sulla fronte, appoggiando il gomito sul tavolo di legno.«So di aver fatto un casino, mi prendo le mie responsabilità. Però è più forte di me, mi attrae come una calamita» Si lasciò sprofondare sullo schienale della sedia, perdendosi con lo sguardo nel vuoto.
«Allora, ne è valsa la pena ostinarti a credere che fosse meglio lasciarlo?»
«Per capire che sono felice solo con lui, sì ne è valsa la pena. Per capire che non sono stabile mentalmente, anche» Sbuffò una risata, cercando di combattere il senso di colpa con l'ironia.«Ho sempre e solo visto amore tra di voi, però non voglio che tu stia di nuovo male per le tue insicurezze» Luisa accarezzò il viso della figlia, sorridendole dolcemente.
«Sto provando a tenerle a bada» Ed era vero, ci stava provando con tutta se stessa. Poteva percepire le stesse sensazioni che aveva vissuto agli inizi di tutto e sperava di essere abbastanza forte da non rovinare di nuovo ogni cosa.«Almeno gli hai detto di Berlino?» Aveva smesso di contare quante volte le era stata posta quella domanda.
«Non c'è mai l'occasione giusta» Avevano avuto pochissimi momenti per vedersi, da quando si erano riappacificati, e Anita non aveva intenzione di correre il rischio di rovinare quel poco tempo che passava in sua compagnia. Non era certa di come Andrea avrebbe potuto reagire e non le pareva mai il caso uscirsene all'improvviso con una notizia che aveva una portata distruttiva grande quanto quella di una bomba atomica.
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Sei la luna || Faster
FanfictionAndrea e Anita sono il sole e la luna, uno illumina tutto ciò che trova nel suo cammino, l'altra ha bisogno della luce del sole per poter brillare. «Anita, non fuggire da me, ti prego» Sussurrò nell'incavo del suo collo, [...] «Lo hai detto pure t...