Capitolo 7

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7 agosto 2020

Allegra camminava svelta sull'erba secca dei campi, seguita da Anita che, nel mentre, faticava a tenere l'orlo del vestito blu che era stata obbligata a mettere per lo shooting fotografico organizzato dall'amica.
«Alli, quanto manca?» Nonostante fossero ormai le sei di pomeriggio passate, il sole di agosto picchiava ancora forte sulle loro teste. Insieme a loro, Duccio portava sulle spalle la restante attrezzatura necessaria alla bionda per renderle il lavoro più semplice.

«Dobbiamo arrivare al campo di girasoli, ci siamo quasi» Avevano lasciato l'auto sul ciglio della strada deserta, che faceva da perimetro alla campagna vicina ai piccoli paesi limitrofi. Benché Allegra cercasse di non mostrare la fatica, iniziava a dare segni di cedimento e, come gli altri due che aveva schiavizzato, non vedeva l'ora di fermarsi.

Come un'oasi nel deserto, il campo dai fiori gialli fu un miraggio. I tre ragazzi quasi si lasciarono rotolare nella piccola discesa che li divideva dalla loro agognata mèta. Si sedettero per terra a riprendere fiato ma la bionda ritornò presto sul piede di guerra.
«È proprio necessaria la corona?» Anita si lamenta, rigirandosi tra le mani una corona di stelle argentate, fatta gentilmente a mano da Ginevra che, però, era riuscita a scamparsi quella seccatura.

«Sì, te l'ho già detto. Du', sistemale un attimo il trucco, io intanto metto a fuoco la fotocamera» La castana sbuffò e l'amico, con sguardo dispiaciuto, si avvicinò a lei.
«Finirà prima o poi questo supplizio» Cercarono di farsi coraggio a vicenda, ma entrambi dovevano accettare il fatto di essere stati i primi a non riuscire a dirle di no. Anita non si trovava pienamente a suo agio nei panni di modella, tuttavia l'amica era così disperata che si sentì in dovere di porre fine al suo malessere, così aveva accettato di posare, dopo innumerevoli richieste.

Duccio, al contrario, era l'unico che fosse in grado di aiutare Allegra nei vari step e non aveva avuto scuse per sfuggire alle grinfie della più piccola. Sistemò il trucco leggermente sbavato per il caldo e aiutò Anita nel salire sulla sedia che, sotto tortura, era stato costretto a montarsi sulle spalle: la castana era decisamente bassa per superare, almeno con la testa, i petali dei girasoli e un rialzo era essenziale.

«Alza le braccia così e guarda il sole» Anita eseguì alla lettera quelle parole, non senza una punta di imbarazzo nei suoi atteggiamenti.
«Anita, lasciati andare, sembri uno stecco di legno»
«Scusa se mi vergogno» Era nervosa, lo sentiva, ma sbraitare addosso alla sua amica non era di certo il miglior modo per superare il suo problema. Sospirò seccata e tentò di fare del suo meglio.

«Perfetta, continua così! Adesso guardami seria... atomica» Alla fine, doveva ammettere che vedere la bionda così presa era davvero divertente. Duccio era intento a regolare i teli per fare i giusti giochi di ombre e Allegra continuava a scattare imperterrita. L'idea per quel set fotografico le era balenata proprio nei giorni prima, di ritorno dal mare, passando per l'autostrada che attraversa la campagna fiorentina.

Anita l'aveva incoraggiata sin da subito, prima di realizzare che Allegra voleva proprio lei come protagonista. La bionda stava seguendo un corso di fotografia ed entro novembre avrebbe dovuto consegnare un progetto: doveva seguire un tema che ancora non aveva trovato, quindi, per il momento, si era limitata a non farsi scappare l'ispirazione che l'aveva colta e  al progetto ci avrebbe pensato poi.

«Un ultimo scatto e, giuro, la smetto» Ormai era quasi un'ora che la bionda dettava nuove pose e Anita iniziava a stancarsi, soprattutto nell'indossare quell'abito in tulle che, leggermente più grande della sua taglia, aveva un peso non indifferente.
«Bene, direi che può bastare così» La castana tirò un sospiro di sollievo e si lasciò cadere sul prato. Raccattorono tutto quello che avevano sparso in giro e, come se stessero per perdere il treno, tornarono all'auto.

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