Buongiorno welcome, oggi ho deciso di pubblicare due capitolo, questo e il quarto.
DADDA'S POV
Dopo aver visitato il piano terra, non trovando niente di particolare, decidiamo di salire al primo piano.Per potervi accendere bisogna salire due rampe di scale, la prima più corta che si congiunge con la seconda mediante un piccolo pianerottolo ad angolo.
Abbiamo appena fatto i primi tre gradini quando improvvisamente si sente un rumore secco e molto forte, come quello prodotto da un sasso lanciato contro una finestra. Benché non lo dia a vedere in quel momento in me prende il sopravvento la paura, che è come se mi spegnesse la capacità di ragionare in maniera razionale.
Percepisco le mani cominciare a sudarmi, nonostante la temperatura all'interno di questa villa sia tutto tranne calda. Le gambe iniziano leggermente a tremarmi e la testa a girarmi.
Vorrei solamente scappare e andare via ma so di non poterlo fare e me ne rendo subito conto quando sento Riccardo cominciare a urlare e andare pienamente nel panico.
Guardo il cameraman e lo noto immobilizzato all'inizio delle scale con la telecamera in mano.
Guardo alla mia sinistra e vedo Simone in preda anche lui a un attacco di panico.Respiro profondamente per gestire il panico che piano piano sta prendendo il sopravvento e per prendere in mano la situazione urlo agli altri «Andiamo dai, via via via!». Da parte loro non vedo nessuna reazione.
Allora io comincio ad incamminarmi verso l'uscita sperando che loro vedendomi mi seguissero. Non notando alcun risultato mi fermo.
Sto per urlare di nuovo di andare via quando sento delle braccia accerchiarmi il collo e stringersi a me. In quel momento mi rendo conto che Simone, probabilmente preso dal panico, è venuto ad abbracciarmi.
Io quindi decido di ricambiare l'abbraccio che sicuramente in un momento come questo non può far altro che tranquillizzarlo un po' e non nego che anche a me stare con lui e abbracciarlo in questa situazione mi calmi quasi completamente facendomi tornare la capacità di ragionare che prima la paura aveva come silenziato.
Con Simone ancora a braccetto urlo di scappare e uscire dalla villa e in qualche secondo siamo corsi fuori e ci troviamo davanti alla macchina ancora sotto shock.
Decidiamo di salire nella Cupra di Richi e una volta dentro il primo a parlare è Simone di fianco a me.
«Io non verrò mai più con voi, mamma mia ca' colpa me avit fatto prendere» dice quasi scherzando. Non riesco proprio a capire come anche uscito da una situazione come questa lui riesca comunque a sorridere.
(Permetto che la parte in Napoletano l'ho scritta usando il traduttore, di conseguenza mi scuso se non risulta essere corretta)
Sento Richi al volante calmarsi mentre il cameraman sembra ancora in preda al panico.
Io rido insieme a Simo, non so come ma da quando l'ho abbracciato le mie emozioni negative sono come tramutate in positive e non riesco a fare a meno di pensare a come stare con lui mi faccia stare bene.
RICCARDO'S POV
Siamo in macchina e sto guidando per tornare a Milano. Visto lo stato in cui mi trovavo fino a pochi minuti fa guidare non sarebbe proprio il massimo, però al medesimo tempo non vedo l'ora di lasciarmi alle spalle quella villa e tutto ciò che ci è successo lì dentro.Il cameraman è ancora sconvolto mentre noto invece con grande sorpresa Dadda e Simo ridere e parlare nei sedili di dietro.
Benché dopo aver sentito quel rumore fossi completamente in panico, ho notato come Simone e Dadda, dopo essersi abbracciati, si fossero tranquillizzati e anzi fossero pure riusciti a gestire la situazione in maniera lucida.
Probabilmente non mi sarei neanche tanto fermato a pensarci se non fosse per qualcosa successo qualche giorno prima...
SPAZIO AUTRICE:
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nel caso vi invito a lasciare una stellina e perché no anche un commento.
Adiós y hasta luego😘🫶🏻
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El camino a tu corazón//DADDAXAWED
FanfictionDadda e Awed sono due migliori amici o almeno così credevano fino a quando un evento gli farà capire che probabilmente tutti gli abbracci, tutti i baci dati a teatro per gioco e tutti quei complimenti che si scambiavano forse non simboleggiavano sol...