AWED'S POV
Cerco di pensare ad altro, eppure il mio pensiero torna sempre a Dadda. Pensarlo perso in una città senza che nessuno possa aiutarlo mi manda completamente in tilt.Per fortuna non sono solo e con me c'è Jasmine che per quel che può cerca di tenermi tranquillo dicendomi che Dadda è responsabile e che sicuramente sta bene e tra poco avremo sue notizie.
«Jasmine, secondo te Dadda sta male per colpa mia?» le chiedo con le lacrime agli occhi. Sono sicuro che il fatto che lui ora sia scomparso è collegato al comportamento avuta la mattina stessa con Richi. Ne sono certo.
Jasmine mi gira verso di sé in modo che possa guardala in volto e con voce seria e risoluta mi dice «Non pensarci nemmeno a una cosa del genere. Dadda non sta male per colpa tu».
«E se avesse scoperto che provo dei sentimenti per lui e questa è la reazione ch...» mi interrompe prima che possa continuare la frase.
«Magari anche lui prova dei sentimenti per te, ma fa fatica ad ammetterlo a se stesso» mi guarda negli occhi.
Jasmine la conosco da quando Riccardo me l'ha presentata e fin da subito siamo diventati molto amici. Io adesso la considero come una sorella, lei per me c'è sempre stata e io per lei ci sarò sempre.
Scendiamo dalla macchina una volta arrivati a destinazione. Apro il portone, saliamo le scale e così arriviamo davanti alla porta di casa mia. Finché non abbiamo novità su Dadda preferiamo stare assieme così se ci sono notizie restiamo entrambi informati.
Poi lei preferisce non lasciarmi solo ora.
Ci sediamo sul divano e per far passare il tempo guardiamo un video su YouTube.
Sto per metterne un altro quando sento squillare il cellulare. Corro subito a prenderlo e rispondo.Sento all'altro capo del telefono la voce di Richi che ci comunica che Dadda l'ha chiamato e sa dov'è.
Sono talmente tanto felice che finita la chiamata abbraccio Jasmine e per festeggiare decidiamo che la sera stessa avremo ordinato da asporto e avremo mangiato a casa mia, così lei poi non avrebbe dovuto lavare i piatti.
DADDA'S POV
Continuo a correre fino a quando non mi rendo conto di essere arrivato nel centro della città.
Non so da quanto io sia fuori, ma non credo da tanto, mi sembra sia passato poco tempo rispetto a quando sono uscito dall'appartamento.Mi dispiace trattare così Riccardo, ma prima di parlare con lui voglio avere le idee ben chiare e attualmente a malapena riesco a capirci qualcosa io.
In più ho paura della sua reazione e anche questo mi blocca.
Sono completamente assolto nei miei pensieri e non mi rendo conto di una cartaccia per terra su cui scivolo sopra.
Per fortuna non mi faccio niente di che, se non prendere una botta alla caviglia che sento pulsare. Cerco subito di rimettermi in piedi e benché ci provi con tutto me stesso sulla caviglia destra non riesco a camminare.
«Cazzo» dico sperando di non essermi slogato o ancora peggio rotto la caviglia. Non mi va di andare in ospedale qua in Grecia conoscendo sì e no tre parole in inglese.
«Ha bisogno d'aiuto?» vedo avvicinarsi un ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi.
Non vorrei farmi aiutare, però non sapendo parlare inglese questo ragazzo che parla la mia stessa lingua potrebbe salvarmi da questa situazione.
Gli chiedo quindi di darmi una mano a sedermi su una panchina poco più avanti. Lui allora mettendosi il mio braccio sinistro sopra alle sue spalle mi fa da stampella permettendomi di arrivare fino a lì senza appoggiare il piede.
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El camino a tu corazón//DADDAXAWED
FanfictionDadda e Awed sono due migliori amici o almeno così credevano fino a quando un evento gli farà capire che probabilmente tutti gli abbracci, tutti i baci dati a teatro per gioco e tutti quei complimenti che si scambiavano forse non simboleggiavano sol...