Capitolo 18

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All'interno di questo capitolo (dal primo * al secondo *) sono presenti insulti omofobi, che io non appoggio e non condivido, ma che ho aggiungo a unico e solo scopo della storia.
Se siete sensibili a questo argomento vi consiglio di non leggere la parte tra gli asterischi (poi ovviamente scelta vostra :).

*Salto temporale di qualche giorno*

AWED'S POV
«Sono abbastanza elegante per stasera?» mi chiede Dadda uscendo dalla camera con addosso un completo blu con sotto una camicia bianca che mette in risalto i suoi meravigliosi muscoli.

Io rimango a bocca aperta, non riesco a proferire mezza parola. Richi molte volte dice che Dadda assomiglia a un bronzo di Riace, ma per me è nettamente più bello. E pensare che è mio mi eccita ancora di più.

«Lo prendo per un sì» asserisce sorridendo in maniera maliziosa.

Si avvicina e mi mette una mano dietro la nuca, con l'altra mi afferra il fianco e quando siamo uno appiccicato all'altro mi bacia con tanta passione quanta ne ha in corpo.

Quando ci stacchiamo gli sussurro all'orecchio «Veda di non essere troppo elegante, Signor D'addetta, altrimenti mi toccherà stare attento che nessuno ci provi con lei».

Lui arrossisco leggermente, poi scoppia in una risatina che contagia anche me.

«Adesso ti accompagno a casa tua così ti puoi vestire» dice prendendo le chiavi della macchina e quelle di casa e invitandomi ad uscire.

Sono venuto nella mattinata a casa sua per registrare un video insieme a Richi, essendo che si era fatto tardi Dadda ci ha invitato a restare per pranzo.

Richi doveva tornare a casa da Jas, io invece ho accettato molto volentieri l'invito di Dadda e dopo aver mangiato ci siamo guardati ben due film. In realtà ne avremo voluto guardare anche un terzo, solo che ci eravamo accorti che mancava un'ora a quando ci saremo dovuti vedere con Richi e Jas per andare a cena fuori prima dell' inizio del periodo Natalizio.

Il ristorante l'ha scelto Richi, non sappiamo nulla se non il fatto che bisogna vestirsi elegante e la via dove si trova. Ci è stato però vietato di andare a vedere di che ristorante si tratti.

«Ti aspetto sotto, datti una mossa che altrimenti facciamo tardi come al solito» dice Dadda appena arriviamo davanti a casa mia, prendendo poi il cellulare e avvisando Richi che tra poco saremo arrivati.

Io, a differenza di Dadda, opto per un paio di pantaloni di jeans neri e una camicia. Sopra, visto che fuori è molto freddo, mi metto una giacca bella pesante.

«Eccomi» affermo entrando nella Smart nera di Dadda.

«Ce ne hai messo di tempo» dice lui guardando il suo Apple Watch al polso.

«Ci ho messo solo quindici minuti».

«Ce ne avresti dovuto mettere sette otto per non essere in ritardo» aggiunge poi accendendo la macchina «Comunque Richi e Jas devono ancora partire da casa, quindi arriviamo noi prima di loro».

Per tutta la durata del tragitto la mano di Dadda passa dal cambio alla mia coscia. Mentre siamo imbottigliati nel traffico prova a far salire la mano da poco sopra al ginocchio all'interno coscia.

El camino a tu corazón//DADDAXAWEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora