Capitolo 17

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DADDA'S POV
Non so cosa mi sia preso, sarà colpa della febbre, o forse di quell'improvviso e piacevole contatto fisico che Simo ha instaurato mettendomi la mano tra i capelli, so solo che appena ho messo le mie labbra sulle sue ho provato un vortice di emozioni che prima nessuna ragazza con cui sono stato mi ha mai procurato.

Mi stacco dal bacio volendo subito di nuovo quel contatto, come sia la droga più potente tra tutte. Questa volte è lui ad eliminare la distanza che ci divide appoggiando le sue labbra sulle mie e chiedendo l'accesso con la lingua che io concedo subito.

Continuiamo a baciarci appassionatamente fino a quando ad entrambi manca il fiato per continuare.

Quando ci separiamo ci guardiamo negli occhi, io nei suoi mi ci perdo, come un turista in una città sconosciuta di cui però vuole esplorare ogni angolo e vivere a pieno.

Rimango ipnotizzato nei suoi occhi, mentre lui si avvicina a me stringendomi in un abbraccio forte, forte per tutte quelle volte che avremo solo voluto abbracciarci in questo modo ma non abbiamo potuto.

Non abbiamo bisogno di parole per capirci, basta un semplice sguardo, tocco o bacio per comprendere tutto a fondo.

Ci sdraiamo uno di fianco all'altro sul letto ed è lui a rompere il silenzio.

«Mi dispiace in questo ultimo periodo di esserti stato distante e aver cercato di ignorarti, la verità è che mi sono accorto di essermi innamorato di te. Non riuscivo a starti vicino senza arrossire al tuo solo sguardo, oppure ad avere i brividi in tutto il corpo dopo un tuo tocco. Non sono bravo con le parole, però so bene che non ne basterebbero sette otto milioni per dirti quello che provo per te e di come un tuo semplice abbraccio mi possa migliorare l'intera settimana» dice poco più forte di un sussurro.

Io rimango in silenzio e sento una leggera lacrima rigarmi la guancia destra, che Simo con il pollice mi asciuga subito. Mi viene spontaneo abbracciarlo e dargli un altro lungo bacio.

Ancora stretti l'uno all'altro ci addormentiamo.

AWED'S POV
Apro gli occhi quando un raggio di luce oltrepassa la finestra e la tenda finendomi in faccia e svegliandomi.

Abbasso lo sguardo e vedo la testa di Dadda sopra al mio petto. Le mie braccia sono adagiate gentilmente sopra la sua schiena, mentre quelle di Dadda sono attorno alla mia vita.

Il calore del suo corpo è rassicurante e il ritmo del suo respiro mi culla diventando la mia melodia preferita.

Non so che ore siano, ma anche lo sapessi non mi importerebbe minimamente, non voglio per alcuna ragione svegliarlo e io stesso svincolarmi dalla sua presa.

Rimango a fissarlo finché anche lui non apre gli occhi.

«Buongiorno Danielson, come stai?» gli chiedo con voce dolce.

«Con te al mio fianco starò sempre bene» risponde facendomi arrossire.

«Che ore sono?» mi domanda lui con un leggero sorriso sul suo volto alzandosi a sedere.

Io, anche se triste che si sia allontanato, mi avvicino verso il comodino e prendo la sveglia in mano, rendendomi conto fossero solo le sette di mattina.

«Possiamo dormire ancora per un po'» gli dico invitandolo a sdraiarsi di fianco a me e lui subito torna nella posizione in cui era prima.

DADDA'S POV
«Non andare via» dico a Simone che si sta scostando per spegnere la sveglia.

«Dadda sono le otto, dobbiamo alzarci e andare a fare colazione» mi spiega accarezzandomi la schiena.

«Mi alzo solo se mi dai un bacio» ribatto, facendo la faccia dolce.

El camino a tu corazón//DADDAXAWEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora