At the palace (pt.5)

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Lo afferrò per il collo, sollevandolo e sbattendolo contro il muro; gli afferrò il braccio cercando di liberarsi, avendo iniziato a mancargli il fiato. Nonostante scalciasse e si dimenasse in preda al panico non riusciva a liberarsi.

Vide la lama venirgli puntata dritta davanti agli occhi, pronta a colpire.

<<Ultime parole?>>

<<Crepa!>> Velocemente afferrò un piccolo coltellino nascosto sotto la sua gonna per poi piantarlo dritto nel braccio del guerriero, che in preda al dolore allentò la presa, dandogli la possibilità di fuggire.

Corse verso Jisung, accovacciandosi a fianco a lui e dicendogli cosa fare.

Jisung ascoltò molto confuso, non riuscendo a sentire la metà delle parole in preda alla più totale agitazione e confusione. Lee Minho era decisamente più folle di quanto pensasse, ne aveva avuto prova quando aveva causato la valanga e ne stava avendo prova anche in quel momento, quando, per salvargli la vita, aveva nuovamente attirato l'attenzione di Shan Yu, arrampicandosi su una delle colonne del balcone, rischiando di cadere nel vuoto, salendo sul tetto.

Il guerriero lo seguì lasciando totalmente da parte Jisung, che ebbe la possibilità di scendere per andare a controllare dall'esterno la situazione e per assicurarsi che i suoi sottoposti stessero bene.

Uscito dal palazzo si diresse dai ragazzi, che si trovavano ora sulla scalinata che prima avevano percorso per farsi consegnare gli onori dall'imperatore.

Jeongin era seduto in un angolo con lo sguardo preoccupato rivolto verso il tetto, mentre Chan finiva di sistemargli una fasciatura sul torace dicendogli di non preoccuparsi, nonostante il suo sguardo lo tradisse ampiamente. Poco distanti da loro si trovavano gli altri ragazzi tutti raccolti attorno a Hyunjin che, nonostante fosse in una situazione decisamente precaria, probabilmente se la sarebbe cavata bene, almeno a detta del medico che gli stava ricucendo e fasciando la ferita.

<<Chan, Jeongin! State bene?>>

<<Si Jis, tu piuttosto?>>

<<Sto bene, ma Minho è ancora lassù...>>

<<Avevo detto a quel rincoglionito che non gli avrei permesso di ammazzarsi ma a quanto pare non ce la fa- AHI!>>

<<Ti avevo detto di non muoverti troppo! Così ti farà più male...>>

Chan avvolse Jeongin con un braccio permettendogli di appoggiarsi a lui e rilassarsi almeno per un attimo. Poco dopo l'imperatore arrivò, seguito dalle sue guardie.

<<Capitano Han! Mi spieghi che sta succedendo!>>

<<Vostra altezza->>

<<Lo so io cos'è successo!>>

Dal nulla riapparì il consigliere che per tutti quei mesi gli aveva reso la vita un inferno, mentre al suo fianco arrivò il capitano Min per dargli una mano in quella situazione decisamente spinosa.

<<Mi spieghi allora!>>

Jisung non poté dire molto in quella conversazione, poté solo scusarsi ripetutamente per non aver capito subito che quello non fosse un normale soldato ma il figlio dell'imperatore stesso.

Il capitano Min provò a difenderlo e non servì realmente visto che l'imperatore non sembrò fargliene una colpa; tuttavia avrebbe voluto poter difendere meglio anche Minho, ma di fronte all'imperatore non poteva fare molto.

Minho, vedi di sopravvivere, cazzo!

Sul tetto del palazzo il ragazzo si trovava faccia a faccia con Shan Yu, che si avvicinava lentamente per evitare di perdere l'equilibrio. Minho continuava ad indietreggiare, frugando nel suo vestito nella speranza che gli fossero rimaste delle armi nascoste, ma tutto ciò che poté tirarne fuori fu un ventaglio giallo con filamenti in metallo e legno.

<<Pare che tu sia a corto di idee!>>

Gli tirò un fendente all'altezza del viso e lui fu abbastanza veloce da schivarlo, intrappolando la spada nel ventaglio e strappandogliela di mano, disarmandolo definitivamente.

<<Non esattamente>>

Stringendo la presa sull'elsa, prese un profondo respiro e si lanciò contro il nemico, che, come aveva sospettato, era troppo instabile su quella sottile trave di legno per poter reggere la sua velocità. Il primo colpo fu al petto: un taglio trasversale netto, non abbastanza profondo dall'ucciderlo, ma bastò per disorientarlo. Il secondo fu una spazzata che lo fece cadere dalla trave facendolo rotolare sulle tegole rosse sotto di loro, che si staccarono all'impatto. Per ultimo lo colpì al cuore: lo trapassò con la sua stessa spada, piombando su di lui mentre ancora rotolava sul tetto. Era fatta finalmente.

Tirò un sospiro di sollievo e chiuse gli occhi, appoggiando la fronte sull'elsa usurata dell'arma.

Quando però la folla sotto di loro iniziò ad urlare scattò sull'attenti.

Il guerriero sotto di lui ancora si muoveva, seppur lentamente, e mosse un braccio cercando di afferrargli una gamba.

Lui si allontanò il più possibile, ma si dovette fermare quando sotto i suoi piedi trovò solo il vuoto, rischiando di perdere l'equilibrio.

La figura si stava goffamente avvicinando verso di lui e doveva trovare il prima possibile una via di fuga.

<<Minho!>> si voltò in direzione della voce, vedendo Jisung indicargli una fila di lanterne a pochi metri da lui.

Era un salto nel vuoto per la salvezza, rischiava di morire se non riusciva ad afferrare la lanterna in tempo o se non saltava abbastanza in là.

Chiuse gli occhi.

Uno. "Ce la puoi fare"

Due. "Datti una mossa"

Tre!

Una mano gli afferrò il braccio proprio all'altezza della cicatrice, stringendo lentamente la presa e trascinandolo indietro.

Era finita.

Non poteva fare più nulla, ne fuggire ne combattere visto che non gli era rimasta nessun'arma, nemmeno un coltellino.

Sentì gli occhi inumidirsi per il panico, mentre continuava a dimenarsi cercando di fuggire.

Com'era possibile che dopo esser stato trafitto avesse ancora quella forza!?

Le forze iniziarono ad abbandonarlo mentre quel guerriero decisamente più forte e alto di lui lo teneva incastrato nella sua morsa in bilico sul cipiglio nel tetto, nell'attesa di trascinarlo con lui nell'oblio.

"è davvero finita, eh?"

un ronzio passò sopra la sua testa per poi essere seguito da un urlo proveniente proprio dalla persona alle sue spalle, che lasciò andare la presa su di lui lasciandogli la possibilità di scappare.

Una freccia gli aveva trapassato l'occhio sinistro, lasciandone solo un miscuglio di sangue e lacrime che continuavano a grondare a fiotti.

Girandosi riuscì anche a vedere chi avesse scoccato la freccia che gli aveva appena dato una possibilità: Jisung ovviamente, che nonostante la distanza lo aveva centrato in pieno.

Come nella prova.

Senza pensarci saltò, sentendo il guerriero dietro di se afferrargli il vestito nella speranza di trascinarlo di nuovo con lui, ma fallendo miseramente: la gonna si strappò lasciando tra le sue mani solo un drappo di stoffa, mentre lui perdendo l'equilibrio cadde nel vuoto.

Mentre si trovava a mezz'aria iniziò a realizzare quanta distanza ci fosse tra lui e quella dannata lanterna; iniziò a preoccuparsi di non farcela e allungò quanto poteva le braccia verso di essa, a costo di staccarsele di netto.

Sotto la sua pelle percepì qualcosa di ruvido e morbido, e una luce abbagliante lo privò temporaneamente della vista: tra le sue mani stringeva proprio quella dannata lanterna, sotto le urla di gioia dei civili che entusiasti seguirono il suo volo fino alla scalinata.

Continues in the last part!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 19 ⏰

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In amore e in guerra-- MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora