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Nel pieno della notte i soldati si ritrovarono immersi del terrore.
L'unica cosa udibile alle loro orecchie: urla.
Il panico lì assalì in un modo così veloce che a stento trovarono il tempo per metabolizzare cosa stesse succedendo.
Frecce scoccate li trapassarono da parte a parte, con una velocità disarmante.
Crani sfasciati, urla soffocate, ossa rotte e rimase un'unica voce.
Quell'unica voce fu lasciata libera di gridare, di contorcersi sotto quella stretta soffocante, di lasciare le mura, ma non prima di aver dato il segnale.
Solo allora la guerra iniziò. Solo allora gli Unni costituirono una vera minaccia.
Avevano superato il confine.
...
Minho si guardò un ultima volta allo specchio prima di dedicarsi alla ferita sulla guancia.
Non sopportava l'idea di essersi ferito il viso: potrebbe sembrare un classico cliché, ma Minho incarnava la descrizione perfetta del principe azzurro. Sia per aspetto che per carattere.
A primo impatto poteva sembrare freddo e diffidente, ed effettivamente lo era ma non lo si poteva biasimare. Infondo era un principe isolato fin dalla tenera età all'interno della sua camera, senza amici, che rischia di perdere la sua passione più grande al minimo errore, che deve fingersi obbediente e perfetto agli occhi della sua famiglia per non destare sospetti e che nel mentre conduce una seconda vita nell'ombra...
Ma nonostante ciò se riuscivi a guadagnare la sua fiducia non era più un principe freddo e senza cuore: motivo per il quale i servitori lo amavano a palazzo. Non avrebbero potuto desiderare un principe migliore per governare il regno.
Per non parlare del suo aspetto poi: l'unico motivo per cui ringraziava suo padre di averlo isolato nella sua camera. Non voleva nemmeno pensare a quante ragazze si sarebbero proposte come sue spose se solo lo avessero visto. E l'idea non lo allettava affatto per dire la verità. Il solo notare gli sguardi che gli lanciavano le cameriere mentre camminava lo metteva a disagio. E suo padre gli aveva ripetuto così tante volte che si sarebbe dovuto sentire lusingato da quelle attenzioni, eppure Minho continuava a non capire cosa dovesse lusingarlo in tutto ciò!
Dopo interminabili sforzi e tentativi, riuscì a sistemare al meglio la ferità: sembrava quasi più piccola di prima e gli sarebbe bastato dire di aver impugnato male lo spillo per capelli per giustificarlo. Fortunatamente ci credettero quasi tutti, l'unica che non si lasciò sfuggire nulla era sua nonna: nonna Lee.
Lei era l'unica abbastanza attenta da capire che quella del nipote non fosse altro che una frottola, ed era anche l'unica che aveva capito esattamente come suo nipote fosse riuscito a rendere più piccolo quel taglio: aveva usato del trucco illusorio. Nessuno a parte lei sapeva che il principe Lee Minho, oltre che un ragazzo d'oro, era anche un artista provetto, degno di nota per di più:
La prima volta che aveva preso un pennello in mano, era stato quando scoprì delle tecniche di camuffamento di cui il procedimento veniva illustrato in alcuni testi sulla storia dei guerrieri ninja. Infatti sfruttavano il trucco per la mimetizzazione, principalmente sul viso, sugli occhi e sulle mani, essendo le parti che rimanevano scoperte dalle uniformi nere. Inizialmente Minho si era approcciato a quest'arte del mimetismo proprio per il combattimento, per imparare a nascondersi agli occhi dei nemici, sperando di poterla sfruttare in futuro. Tuttavia il giovane principe inizialmente non sapeva né come né da dove iniziare. Fu qui che gli arrivò incontro nonna Lee: lei aveva avuto a che fare con dei guerrieri ninja una volta per delle alleanze inter-familiari e aveva avuto l'opportunità di apprendere alcune delle loro tecniche, tra cui le tecniche di mimetismo che poi trasmise al nipote. Da lì in poi il giovane divenne sempre più abile e coltivò questa nuova arte più come passione che come strumento per combattere, fino a riuscire a ricreare perfettamente le textures delle varie piante, dei tessuti, e volendo, della pelle umana stessa. Il fatto che proprio in questa situazione gli fosse servito, potremo considerarlo un caso, ma un'ottimo caso.
<<Vedo che non sai stare un attimo fermo, Minho. Non potevi evitare almeno per questa mattina?>> iniziò sua nonna mentre si inoltravano tra i corridoi del palazzo.
<<Di che parli nonna Lee?>> Provò a fare finta di nulla fallendo miseramente, ma infondo sapeva che con sua nonna non reggevano certe finzioni.
<<Non fare il vago con me, Minho! Lo sai di che parlo, anche fin troppo bene! Ma continuo a credere che almeno per questa mattina potevi risparmiarti tutto questo movimento. Quanto tempo hai impiegato per sistemarla? Bhe, conoscendoti poco, ma se avessi tardato di un solo minuto avresti rischiato di farti scoprire, no nipote?>>.
In quel momento sua nonna si fermò e Minho fece lo stesso.<<Oggi è un giorno importante, che tu lo voglia o no, e non puoi farti sfuggire nulla di mano, neanche il tempo, tesoro...e la prossima volta impugna meglio!>> Minho istintivamente sorrise notando il sorriso di scherno sul volto di sua nonna, nonostante fosse un po' scoraggiato da quel discorso; ma non poteva negare che avesse ragione: sarebbe potuto restare "a riposo" almeno per una mattina.
Soprattutto in quella mattina.
<<Nonna, lo so, mi ero completamente dimenticato che oggi dovessi prendere parte ad una delle riunioni di guerra tra i generali e mio padre. Stamattina non ci ho nemmeno pensato, però non dovrebbe essere così grave avere un graffio sul viso giusto?>>
Lei lo guardò sottecchi con la stessa faccia di chi ti crede matto o molto ingenuo, o entrambi, ma poco importava a Minho di come lo guardasse o di cosa gli dicesse, tanto il danno era fatto.
<<Se lo credi tu, nipote. Ma i generali riconoscono facilmente le ferite inflitte dalle spade: se quella te la sei fatta con la spada, sarai fortunato se non se ne accorgono>>.
Il ragazzo stava per chiedere altro a sua nonna, ma si fermò: c'era poco tempo e non era il momento adatto per continuare a parlare.
Ormai era ora della riunione.
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In amore e in guerra-- Minsung
FanfictionMolto tempo fa, durante l'antico periodo dei Tre Regni, sotto il secondo imperatore della dinastia Lee, la Cina era da poco entrata in un periodo di grande splendore, e di grande vulnerabilità: da ormai mesi, subiva attacchi recenti nei piccoli vill...