He is the reason

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§

La freccia giaceva ancora lì.

Intoccata.

Nessuno era riuscito a prenderla.

Erano passate sette settimane.

...

Minho dopo quel giorno con Han si era come scosso del tutto.

Perché quelle sensazioni non sparivano e non era giusto. Era il suo generale, avrebbe dovuto rispettarlo sopra ogni altra persona, a volte odiarlo per tutto il lavoro che gli dava come tutti gli altri.

Ma non era così per lui.

Non si era mai sentito in quel modo, era tutto nuovo e era spaventato.

Non voleva che tutto ciò lo distraesse dal motivo per cui era lì e cercò di reprimere il tutto.

Ma reprimere quelle sensazioni così strane gli costò molto più di quello che credeva.

Tutte le sue attenzioni si spostarono su di loro, nonostante fosse ciò che voleva evitare cercando di sopprimerle, ignorarle, smentirle...

Tutta questa situazione influenzò poi anche i suoi risultati nelle settimane a venire: aveva ricominciato a combattere male, era sempre deconcentrato, non dormiva, non mangiava, non riusciva nemmeno più a rispondere a Hyunjin, nonostante anche lui sembrasse scosso nell'ultimo periodo e quindi lo evitasse a sua volta.

Anche con la spada aveva iniziato a perdere colpi: si distraeva spesso e a volte non riusciva nemmeno a tenerla in mano, come se gli mancassero le forze.

Per non parlare delle altre prove: avevano iniziato ad allenarsi anche sull'equilibrio.

Su un campo dove erano disposti dei pilastri in legno alti più o meno due metri venivano fatti salire ognuno su un pilastro e dovevano saltare da uno all'altro, seguendo dei determinati schemi.

E ovviamente Minho non era riuscito a farlo: era caduto in modo ridicolo più volte, facendosi molto male alla schiena e più provava, più falliva.

Anche con il capitano Min non riusciva più a fare nulla e lui lo aveva notato ovviamente.

<<Minho, cosa sta succedendo?>>

<<Non lo so, capitano, davvero non lo so.>>

<<Sembri scosso, Minho. Molto scosso... posso farti una domanda?>>

<<...>>

<<Tu per chi stai combattendo?>>

<<Come?>>

<<Per chi lo fai?>>

Nessuno glielo aveva mai chiesto e non si era mai posto il problema. Pensava di farlo perché lo riteneva giusto all'inizio, ed era così, ma più andava avanti più quella sola motivazione non era sufficiente, non nelle condizioni in cui era in quel momento. Forse lo faceva per suo padre, ma no, voleva dimostrargli che aveva torto marcio e dimostrargli che poteva essere fiero di lui. Per i generali magari, ma ancora no, voleva che anche loro si ricredessero, ma non fino al punto di farlo per loro.

Nonostante si ripetesse sempre che lo faceva per questi motivi non riusciva a ritrovare la motivazione in quelle parole. Era come se qualcosa fosse cambiato, le sue priorità erano cambiate. Ma in che modo?

Lo faceva un pò per tutte quelle ragioni, in realtà, ma gli mancava un pezzo che non conosceva, ma che aveva superato di importanza tutti gli altri.

<<Non lo so.>>

In amore e in guerra-- MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora